Dieci chilometri per smaltire una bibita: il consumo eccessivo di fruttosio ha effetti sull’insulina e sui marcatori dell’infiammazione
Dieci chilometri per smaltire una bibita: il consumo eccessivo di fruttosio ha effetti sull’insulina e sui marcatori dell’infiammazione
Agnese Codignola 16 Settembre 2014Il dibattito scientifico sugli effetti dell’eccesso di fruttosio nell’organismo non ha ancora trovato una composizione univoca. Contribuisce all’aumento di peso, e probabilmente al diabete e alle malattie metaboliche. In realtà non sono stati condotti molti studi per capire che cosa effettivamente succeda dal punto di vista metabolico su volontari, né su che cosa si possa fare per limitare i danni, se proprio non si riesce a rinunciare a uno zucchero presente in molte bibite e alimenti.
A colmare la lacuna hanno provveduto due studi appena pubblicati dai ricercatori dell’Università di Syracuse, che mettono in relazione appunto l’assunzione di fruttosio con i parametri metabolici e infiammatori, e che valutano l’impatto dell’attività fisica su entrambi. Nel primo, pubblicato su Medicine & Science in Sports & Exercise, a 22 studenti universitari sani, è stato chiesto di assumere 75 grammi di fruttosio al giorno sotto forma di limonata gassata (la stessa quantità che possiamo trovare in una bibità che fonisce 250 calorie) e di togliere dalla propria dieta media il medesimo quantitativo di calorie, per evitare l’aumento di peso che avrebbe potuto confondere i dati. Tutti i soggetti sono stati sottoposti a una serie di esami sui livelli di insulina, sui marcatori dell’infiammazione e in generale su ciò che definisce il metabolismo (livello di colesterolo, per esempio), e a completare un questionario sulle loro abitudini.
Dopo questa prima fase, 11 studenti sono stati invitati a raddoppiare la propria attività fisica fino a compiere almeno 12.000 passi, cioè circa 9,5 chilometri, gli altri 11 a dimezzarla, per due settimane. Dopo ogni sessione di due settimane, i ragazzi sono stati riportati in laboratorio per effettuare tutte le misurazioni. Risultato: i gruppi di partecipanti che si erano mossi di più avevano neutralizzato gli effetti del fruttosio, e non mostravano significative differenze rispetto all’inizio, mentre nell’altro gruppo tutti i parametri erano peggiorati, fino ad arrivare al +116% (oltre un raddoppio) dei marcatori dell’infiammazione.
Anche il secondo studio, pubblicato sullo European Journal of Clinical Nutrition, va nella stessa direzione: i ragazzi che non hanno svolto attività fisica mostrano di avere un netto peggioramento dei parametri che indicano una condizione di pre-diabete, con tendenza alla resistenza insulinica, mentre gli altri risultano in condizioni simili a prima del test.
«I nostri dati sono un monito: se proprio non se ne può fare a meno, quando si cede alla tentazione e si assumono certe quantità di fruttosio si deve contrastare il possibile danno con una sostenuta attività fisica, pari a non meno di quasi 10 km al giorno a piedi. Se non si può camminare così tanto (non meno di 2 ore a passo medio) si devono comunque assumere abitudini virtuose come evitare gli ascensori e l’automobile ogni volta che è possibile, e condurre una vita attiva seguendo la regola: stai meno seduto, muoviti di più. Sempre valida, ma fondamentale nei consumatori abituali di fruttosio».
Agnese Codignola
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Giornalista scientifica
Salve volevo chiedere ma il fruttosio delle bibite zuccherate, o anche il fruttosio puro quello per sostituire lo zucchero?
Dovrebbero essere zuccheri equivalenti per quanto attiene il tema dell’articolo.
Il fruttosio ha un indice glicemico più basso, rispetto allo zucchero. Lo zucchero è un disaccaride composto da glucosio e fruttosio, pertanto è preferibile assumere fruttosio al posto del comune zucchero da tavola.
Non capisco se lo studio è stato maltradotto o se proprio di fruttosio si tratta.
Comunque resta valido anche per il fruttosio il consumo moderato (ricordandosi che la frutta lo contiene in buone quantità) e di non rinunciare mai a svolgere una sana attività sportiva.
Una precisazione andrebbe fatta su che alimenti sono stati sostituiti a parità di calorie: 1 gr di carboidrati corrisponde circa a 4 calorie, così come 1 gr di proteine. Ma l’impatto ormonale è completamente opposto.
Heronpad, Lo studio non è stato tradotto male
l’unico zucchero che può entrare nelle cellule dell’organismo per scopi energetici è il glucosio, il fruttosio no. il fruttosio viene metabolizzato dal fegato per oltre il 90%, se in riposo, non dai muscoli, perché nel fegato esiste un sistema di uptake molto efficiente, il GLUT5, recettori a Km bassa, quindi alta affinità. praticamente al primo passaggio il fruttosio viene “ripulito” dal fegato. questo significa che viene indirizzato, a cose normali, a fare ben altro che da substrato energetico, generando, dal suo metabolismo, grandi quantità di acidi urici (ipertensione) e trigliceridi (poi incorporati nelle VLDL, e aumenta la frazione più cattiva delle LDL (le LDLp o b, il colesterolo cattivo-cattivo, ossia la parte più pericolosa del colesterolo cattivo).Nella sua via metabolica attiva anche una chinasi, la JUNK-1, infiammatoria questo è il destino metabolico del 20% del glucosio in condizioni di riposo, invece.
Il fatto che non aumenti l’insulina non è un vantaggio, come sembra, anche perché il problema dei diabetici non è il picco insulinico ma la resistenza insulinica, che il fruttosio aumenta.
Il JUNK-1(c-Junf amino terminal kinase 1) oltre all’infiammazione provoca resistenza insulinica fosforilando il ser-307 quindi inattivando IRS1 (il recettore per l’insulina). JUNK-1 è un sospettato anche in medicina oncologica, in relazione al cancro al fegato e alla diffusione metastatica del carcinoma gastrico, ma non solo
L’unico fruttosio che fa questo effetto è quello cristallino o comunque estratto dal cibo originale, la frutta, dove il consumo sostenuto non produce nessuno degli effetti descritti, probabilmente perché la natura è saggia e nella frutta la fibra, e magari anche altre molecole protettive, fanno si che gli effetti del consumo di frutta siano esattamente opposti.
se, al contrario, dopo l’assunzione di fruttosio si fa movimento il fruttosio viene utilizzato per rigenerare i depositi di glicogeno, perché lo fa più rapidamente del glucosio, allora ha senso, quindi per lo sport.
Alla fine della fiera, vale il concetto che se uno è in peso forma e ci rimane, sostanzialmente può mangiare / bere quello che gli pare.
E chi fa attività fisica adeguata, può permettersi cibi che per un sedentario sono veleno.
E infine, che non esiste il cibo che fa male a prescindere dalle quantità (con alcune eccezioni, ma davvero poche).
Cioè tutto il contrario di quello che le mode alimentari del momento vorrebbero farci credere.
E per quanto riguarda la frutta? Ossia il fruttosio in essa contenuto? Il discorso dovrebbe essere molto diverso, credo.
Da questi studi si deduce che il succo di 2 mele a colazione ottenuto con un estrattore non è molto salutare se non si abbina ad una buona attività fisica?
Abbiamo chiesto all’esperto un parere per quanto riguarda il fruttosio contenuto nella frutta.
Qui trovate la risposta: http://www.ilfattoalimentare.it/fruttosio-in-eccesso-spisni.html