Nel 2015 il consumo di acqua minerale in Italia è cresciuto del 7,9% rispetto all’anno precedente, passando da 193 a 208 litri pro-capite. Si tratta del consumo più alto in Europa e tra i maggiori nel mondo. La produzione di acque minerali confezionate in Italia è passata da 12.800 a 13.800 milioni di litri, di cui 1.300 destinati all’esportazione (con un incremento del 7,4% rispetto al 2014). I dati sono quelli elaborati da Beeverfood.com, sulla base di fonti aziendali, dei riscontri delle associazioni di categoria e delle ricerche di settore.
In Italia ci sono circa 140 stabilimenti che imbottigliano oltre 260 marche di acqua minerale. Prendendo in considerazione le vendite nei canali della moderna distribuzione, le acque naturali rappresentano oltre il 71% del totale volumi. Seguono le acque gassate (12,3%), le effervescenti naturali (11,2%) e le leggermente gassate (5,3%).
In termini di ripartizione delle vendite nelle varie aree geografiche, il consumo appare omogeneo in tutto il Paese, con l’eccezione del Nord Est. Infatti, in testa troviamo il Nord Ovest con il 28,9%, seguito dal Sud con il 27,8%, dal Centro sud + Sardegna con il 25% e, infine, dal Nord Est con il 18,3%.
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Visto l’impatto ambientale di questo larghissimo consumo: stabilimenti e linee di confezionamento, montagne di plastica e trasporti su strada, dovrebbe valerne proprio la pena di consumarla in bottiglia.
A mio parere, fatta esclusione per qualche fonte ricca di sostanze salutari, tutto il resto delle acque “minerali” imbottigliate, non hanno proprio niente in più della freschissima e non conservata acqua del rubinetto.
Forse l’equivoco che induce al massiccio consumo di acqua conservata, sta proprio il termine “minerale”, che fa pensare che l’acqua del rubinetto sia povera e non lo sia altrettanto.
Chi ha consentito di definire tutte le imbottigliate con questo termine, sia come minerale, sia prevalentemente come oligominerale?
Hanno trasformato l’acqua in un rimedio improprio alla ritenzione idrica e contemporaneamente in un integratore di minerali, ma oligo!
Gentile sig. Bonardi,
vedrà che anche il Nord-est quando si accorgerà che dal 2013 sta bevendo acqua contaminata da sostanze perfluoroalchiliche, PFAS, si darà velocemente all’acquisto di acqua in bottiglia.
La saluto cordialmente,
Lucia Ballarin
Per fortuna lei sta evidenziando casi isolati.
Io, da 60 anni, bevo acqua di rubinetto, “Acquedotto Pugliese”, e sono ancora vivo.
Non comprerò mai acqua in plastica.
Gentile sig. La Pira,
mi permetta di contraddirla! Non si possono definire “casi isolati” i 60 comuni coinvolti nella contaminazione idrica da PFAS (450.000 abitanti). Queste sostanze altamente tossiche sono già entrate nella catena alimentare e non sono io, privata e sconosciuta cittadina ad asserirlo, ma gli enti preposti alla tutela della salute e dell’ambiente (si veda L’ARPAV, il CNR, l’ISDE…).
Cordiali saluti,
Lucia Ballarin
https://www.change.org/p/al-parlamento-firmiamo-perche-i-pfas-siano-riconosciuti-agenti-inquinanti
Ne abbiamo parlato anche sul nostro sito con un articolo ( http://www.ilfattoalimentare.it/tag/pfas) segnalando la situazione preoccupante. Questo non toglie che nella maggioranza dei comuni italiani l’acqua sia buona e che la scelta di comprare la bottiglia risulti spesso alquanto inutile.
La ringrazio della segnalazione che ho aggiunto su change.org.
Lucia Ballarin
Gentile signora Ballarin, il problema segnalato in 60 comuni veneti non riguarda soltanto l’acqua di rubinetto, ma tutta l’acqua della zona.
Sarebbe quindi consigliabile (1) irrigare i campi e (2) abbeverare il bestiame esclusivamente con acque minerali?
Scherzi a parte, dove abito (Segrate) l’acqua di acquedotto è controllata, potabile e ottima. Non mi sogno nemmeno di buttar via denaro che, tra l’altro, contribuirebbe ad aumentare l’inquinamento (ved. bottiglie di plastica buttate dappertutto)
Beh… in Italia si beve tanta acqua anche perchè per le bibite siamo il fanalino di coda (per fortuna) come del resto segnalate voi stessi ( http://www.ilfattoalimentare.it/zucchero-bibite-italia.html )
Nella moderna ed avanzata Milano e dintorni l’acqua è talmente dura che ha un sapore del tutto suo e non di rado ho visto scendere dal mio rubinetto acqua d’un colore tutt’altro che limpido e cristallino.
Basta lasciar decantare l’acqua una mezz’oretta ed il problema si risolve; in pianura Padana è indispensabile ma sufficiente per evitare il sapore, appunto, di rubinetto.
Da sempre prediligo l’acqua di rubinetto, che so esser controllata a dovere; è un risparmio di tempo, denaro e peso all’acquisto. Unica accortezza: la prelevo almeno mezz’ora prima dell’uso, per non sentire sapori di ferro et sim.