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Gli americani consumano molto più sodio del dovuto e un terzo soffre di pressione alta

Negli Stati Uniti, la Food And Drug Administration (FDA) ha pubblicato le linee guida per la riduzione volontaria del sodio in 150 alimenti trasformati o serviti nei ristoranti. L’iniziativa è motivata dal fatto che gli americani consumano mediamente molto più sodio della dose giornaliera consigliata – 3,4 g invece di 2,3 g – con maggiori rischi di disturbi cardiovascolari, proprio a causa dell’eccessiva quantità utilizzata negli alimenti  confezionati, oltre al sale aggiunto individualmente. Un terzo degli americani soffre di pressione alta e secondo la FDA una diminuzione del 40% del consumo di sale potrebbe salvare, in un decennio, mezzo milione di vite, con un risparmio di circa cento miliardi di dollari di spese sanitarie.

Per evitare una reazione di rifiuto da parte dei consumatori, a causa di una modificazione eccessiva del gusto dei cibi, le linee guida prevedono due tappe: una prima riduzione entro due anni, ed una seconda, entro dieci anni. La proposta  sarà aperta ai commenti del pubblico per 90 giorni, per quanto riguarda gli obiettivi da raggiungere entro due anni, e per 150 giorni, per gli obiettivi decennali.

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Per evitare il rifiuto dei consumatori, la riduzione del sodio avverrà in due tappe

Le aziende produttrici riunite nella Grocery Manufacturers Association si sono dichiarate disponibili al dialogo con la FDA, sottolineando i progressi già compiuti nella diminuzione della quantità di sodio, zuccheri, calorie e grassi saturi. Per quanto riguarda il sodio, l’industria sottolinea come nell’ultimo quinquennio sia stato ridotto del 16%, pari a 100 mg per persona al giorno. L’industria alimentare chiede un’attenta valutazione scientifica dei rischi associati a un eccessivo consumo di sodio come di quelli legati a un consumo scarso.

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