I supermercati Tesco hanno annunciato che dal 2025 non venderanno più uova da galline allevate in gabbia. La decisione della catena, considerata la più importante del Regno Unito, arriva dopo aver condotto una revisione delle strategie di approvvigionamento. Lavorando insieme ai fornitori, Tesco si è impegnata a passare dal 57% di uova di galline allevate a terra o in modo biologico al 100% entro nove anni. Attualmente i punti vendita distribuiscono ogni anno 1.4 miliardi di uova da galline allevate in batteria.
Si tratta dell’ultima iniziativa messa in campo dalla catena britannica per favorire prodotti locali e sostenibili. Recentemente Tesco ha lanciato alcune iniziative per sostenere gli allevatori e gli agricoltori locali. «La decisione sulle galline in gabbia è una delle tante per garantire un approvvigionamento sostenibile e il benessere degli animali.» spiega Matt Simister, direttore commerciale della catena.
Sebbene l’iniziativa sia positiva, desta qualche perplessità la scelta di tempi così lunghi per la conversione del sistema di approvvigionamento. Bisognerà aspettare nove anni (fino al 2025) per veder scomparire le uova prodotte in batteria dagli scaffali del retailer britannico. Una scelta dettata dalla volontà di consentire ai fornitori di effettuare “senza traumi” la transizione a metodi di allevamento più rispettosi del benessere delle galline.
Tesco non è l’unica catena ad aver deciso di bandire le uova da allevamenti in gabbia. Qualche mese fa, i supermercati francesi Monoprix hanno deciso di non vendere più uova prodotte in batteria di qualsiasi marca. In Italia Coop, CRAI, Esselunga, NaturaSì e IPER hanno deciso di non vendere uova con il loro marchio provenienti da allevamenti in gabbia.
Le donazioni si possono fare:
* Con Carta di credito (attraverso PayPal): clicca qui
* Con bonifico bancario: IBAN: IT 77 Q 02008 01622 000110003264
indicando come causale: sostieni Ilfattoalimentare
© Riproduzione riservata
Giornalista professionista, redattrice de Il Fatto Alimentare. Biologa, con un master in Alimentazione e dietetica applicata. Scrive principalmente di alimentazione, etichette, sostenibilità e sicurezza alimentare. Gestisce i richiami alimentari e il ‘servizio alert’.