Il nuovo Ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, si è schierato a favore della sottrazione ai parlamenti nazionali del diritto di ratifica del testo finale del TTIP. Calenda ha esordito nel suo nuovo ruolo al Consiglio europeo del 13 maggio. I negoziati tra Ue e Usa sono iniziati nell’estate del 2013 e sono al centro di crescenti contestazioni, in particolare per quanto riguarda gli standard di qualità e sicurezza del settore agroalimentare. Al termine deI Consiglio europeo commercio, in cui si è discusso del TTIP e dell’analogo accordo già concluso tra Ue e Canada, il CETA, come riferisce Il Sole 24 Ore Radiocor, il ministro ha detto: «C’è stato tra noi ministri un grande confronto sulle competenze ed è logico chiedersi che cosa possa accadere se un paese non ratifica l’intesa con il Canada, se potrebbe essere applicato provvisoriamente in tutto o in parte: insomma c’è una grandissima incertezza che rende difficile alla Commissione negoziare».
L’Italia ha chiesto una riunione apposita dei ministri del commercio per chiarire gli aspetti legali della questione e discutere le implicazioni politiche. La questione è se il CETA e il TTIP siano o no accordi “misti” e quindi se richiedano il voto favorevole dei parlamenti nazionali, oltre a quelli della Commissione Ue, del Consiglio dell’Ue, composto dai governi nazionali, e del Parlamento europeo. In una risoluzione dell’8 luglio 2015, il Parlamento europeo ha sostenuto che «il TTIP dovrebbe essere un accordo misto che richiede la ratifica del Parlamento europeo e dei 28 Stati membri». In questo documento del Senato sul ruolo dei parlamenti nazionali nell’ambito della procedura di conclusione degli accordi internazionali di politica commerciale, si spiega perché questi accordi debbano essere considerati di natura “mista”, «con conseguente necessità di sottoporre il testo al processo di ratifica presso i parlamenti di tutti gli Stati membri sulla base delle norme costituzionali vigenti in ognuno di essi».
Questa posizione era stata sostenuta da 21 presidenti di commissioni parlamentari di parlamenti nazionali, in una lettera del 25 giugno 2014 inviata al competente commissario dell’Unione europea. L’allora commissario Sefcovic replicò a questa lettera il 16 ottobre 2014, senza fornire una risposta diretta, ma limitandosi ad affermare che «la natura di ogni accordo internazionale, e quindi di ogni accordo commerciale (…), possa essere determinata solo alla fine delle negoziazioni». Sulla base dei precedenti accordi con la Corea del Sud e con Perù e Colombia, però, aggiunse che «è probabile che anche il TTIP venga considerato dal Consiglio come un accordo misto». Ora, però, il ministro Calenda vuole indurre il Consiglio a negare questa prerogativa ai parlamenti dei 28 paesi dell’Unione europea. Come riferisce Eunews, secondo Calenda «o diamo all’esecutivo comunitario un forte potere negoziale, o se crediamo che tutto possa saltare o restare appeso in attesa dell’approvazione di un parlamento nazionale, questo rende abbastanza inutile negoziare». Per Calenda «c’è un tema di credibilità verso la controparte: dobbiamo garantire che quello che stiamo trattando poi entrerà in vigore e questo è un punto che va chiarito».
ma Calenda chi crede di rappresentare in questo modo? se il TTIP viene negoziato seguendo canali non pubblici, ma discrezionali e molto riservati, non si può pensare di approvare un accordo senza che la gente, gli europei comunitari tutti, ne sappia nulla. già il fatto di sapere di non poter sapere nulla a priori è un grave e pessimo indizio di credibilità circa i contenuti del trattato USA-UE, figuriamoci poi l’ipotesi di trovarci improvvisamente ad avere a che fare con delle situazioni reali non più governabili a livello locale e ribaltate a favore delle multinazionali e lobby USA, a tutto danno degli interessi e delle tutele di noi consumatori! se tali sono le condizioni, mi auguro che Calenda decada presto dai suoi incarichi e, soprattutto, che il TTIP venga definitivamente cancellato.
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Sono perfettamente d’accordo.
Cosa ci stanno a fare i parlamenti? vogliamo ritornare a quando erano i re a gestire tutte le questioni e magari anche a dichiarare le guerre tra di loro, tanto poi erano i poveri cittadini e contadini a combattersi e farsi fuori reciprocamente. Meditate gente, meditate.
Inviterei il “Fatto alimentare” a interessarsi anche della questione della prossima scadenza del contratto Enel cosiddetto di “maggior tutela”. Le ultime bollette sono salite per tutti e ci sarebbe da fare una lotta alla liberalizzazione che verrà per avere maggiori tutele per i poveri “consumatori”.
Vogliono imporre i TTIP e nessuno li fermerà, c’è dietro l’America che spinge e lu vuole, pensate davvero che L’Europa li respingerà? E L’Italia poi…… Ma non dimentichiamo che alla fine saremo noi ‘poveracci’ consumatori che potremmo anche dettare il fallimento di questa imposizione!, perché se tutti noi al supermercato rifiutassimo ciò che non è ‘made in italy’, o che viene da paesi con qualità degli alimenti pessima… Allora dovrebbe per forza fare i conti con la volontà della gente!!! Non dimentichiamo i risultati ottenuti contro i grassi idrigenati, l’olio di palma, i cosmetici di pessimo inci… Loro fanno di noi quello che vogliono, noi non decideremo niente, ma alla fine è chi paga che decide. Bisogna informare la gente, diffondere la cosa ad ogni amico parente conoscente… Ce la faremo se saremo uniti!
@Manu quando abbasseranno, per via del trattato, la qualità dei prodotti nazionali, non potremo più scegliere fra un prodotto buono ed uno scarso. E’ la vecchia tecnica del promuovere un prodotto mediocre rendendo difficile l’acquisto di un’alternativa (hai presente quando vuoi una maglietta arancione e il commesso, invece di dirti che le ha finite, dice “Non ci sono in giro, quelle arancioni: non le fanno più”?)
Calenda è lì perche Renzi è il primo sostenitore del TTip e non vede l’ora di firmare l’accordo.Anche la Guidi
pro trivelle,non era stata scelta a caso.Che il P.d.C.sia, per usare un eufemismo,poco propenso o indifferente alle opinioni dei cittadini e alle loro ragioni lo si è visto in tutte le azioni compiute finora:dalla Buona scuola,all’art.18,alle trivelle,alla riforma della Costituzione…Dove arriveremo?
Se passa questa cosa di Calenda, Renzi se lo scorda il mio voto al referendum a Ottobre.
Questo è poco ma sicuro.
«c’è un tema di credibilità verso la controparte: dobbiamo garantire che quello che stiamo trattando poi entrerà in vigore e questo è un punto che va chiarito»
Se il Ministro Calenda ha un problema di credibilità verso la controparte, figuriamoci che problema sta creando alla “parte” che saremmo noi che rappresenta!
Naturalmente quando sarà riuscito a fare danni irreversibili a tutto il nostro settore agroalimentare, sarà troppo tardi e si nasconderà in altra istituzione.