pollo crudo Campylobacter
Batteri resistenti agli antibiotici in calo. Tranne che nel caso del Campylobacter

L’Ufficio federale svizzero della sicurezza alimentare e veterinaria (Usav) ha diffuso i risultati delle analisi condotte nel 2014 su campioni di polli da ingrasso sani prelevati nei macelli e campioni di carne di pollame venduta al dettaglio. Secondo l’Usav osserva i risultati delle analisi dimostrano che le resistenze a diversi antibiotici nei batteri dell’intestino di polli da ingrasso sani continuano a diminuire. Il calo, osservato dal 2012, potrebbe essere legato alla diminuzione della quantità complessiva di antibiotici impiegata in Svizzera.

Sono invece aumentate le resistenze agli antibiotici nei  confronti dei batteri Campylobacter, spesso presenti nel pollo senza anche se non provocano  malattie agli  animali. Il problema è che a seguito di una cottura insufficiente i batteri Campylobacter possono essere trasmessi all’uomo provocando patologie. Batteri produttori di ESBL, cioè di enzimi in grado di distruggere i cosiddetti antibiotici beta-lattamici (ad es. penicilline e cefalosporine) sono stati rilevati sia nella carne di pollo svizzera (66 %) sia in quella importata  (86 %). Batteri resistenti agli antibiotici della stessa classe e chiamati MRSA sono stati rilevati nell’1% della carne svizzera e nel 16% di quella estera.

L’Usav ricorda che, sebbene il rischio che il rischio di contagio tramite il consumo di derrate alimentare non sia rilevante, i consumatori dovrebbero osservare quattro semplici regole d’igiene: tenere puliti gli utensili da cucina, separare la carne cruda dagli alimenti cotti, cuocere bene il pollame e conservare gli alimenti a temperature corrette.