
Un fisico scolpito in pochi mesi, muscoli definiti e prestazioni da atleta professionista: sono solo alcune delle promesse che spingono migliaia di giovani a ricorrere agli steroidi anabolizzanti. Nel mondo dei social sono sempre più diffusi video e post che trattano l’argomento fitness: quali sono gli esercizi migliori per dimagrire, quali quelli per tonificare, quali fare per aumentare la massa muscolare. Rispetto a questi ultimi, molti culturisti condividono online la propria giornata tipo che prevede pasti studiati nei minimi dettagli, allenamenti mirati al potenziamento e, talvolta, l’uso di farmaci dopanti.
Navigando in internet si scopre presto che esiste un “natural bodybuilding” che esclude categoricamente l’utilizzo di sostanze come gli steroidi anabolizzanti, l’insulina, i diuretici e l’ormone della crescita umano, e un bodybuilding che si serve apertamente di questi prodotti. Tra i più diffusi ci sono gli steroidi anabolizzanti – varianti sintetiche degli ormoni maschili – che aumentano la massa muscolare e diminuiscono quella grassa, ma per ottenere tali effetti è necessario adoperarli in dosi molto elevate.
Oggi l’uso di farmaci dopanti come gli steroidi è stato normalizzato attraverso quei fitness influencer che non nascondono di scegliere questa strategia per ottenere risultati veloci e performanti. I social media stanno facendo da cassa di risonanza per questo trend che sempre più spesso conquista anche i giovani e giovanissimi: laddove la prestanza fisica è diventata un valore e il corpo continua a essere schiavo di parametri standardizzati, è contemplato l’uso di sostanze non solo illegali, ma soprattutto nocive per la salute al fine di raggiungere i risultati auspicati.
Del tema se n’è occupato l’European Specialist Sports Nutrition Alliance denunciando come l’influencer marketing abbia elevato il fenomeno del doping a un livello mai visto prima. Seguendo anche il profilo di Togi, un fitness influencer poco più che ventenne statunitense estremamente noto che promuove l’utilizzo di sostanze dopanti, Luca Bucchini e Riccardo Stefani di ESSNA hanno evidenziato non solo la diffusione del problema, ma anche la grande facilità con cui è possibile ottenere tali prodotti. Chiediamo ora a loro maggiori dettagli sullo studio che hanno condotto.

Come vi siete resi conto della diffusione e normalizzazione dell’uso di sostanze dopanti?
Ce ne siamo accorti dalla rete. Si parla apertamente di “cicli” o “dosaggi” nei social media, in particolare su piattaforme come TikTok, Instagram e YouTube; a chi si interessa di palestra, di forma fisica, gli algoritmi propongono queste informazioni. Stiamo anche raccogliendo informazioni su alcuni medici che velatamente danno suggerimenti di questo tipo.
Anche nelle palestre che frequentiamo, l’argomento non è più un tabù come una volta: giovani (adolescenti molto spesso ancora non maggiorenni) e meno giovani ne parlano con una certa disinvoltura, spesso ignorando o minimizzando i rischi. L’uso di queste sostanze è ormai parte della “gym culture” di molti, come se fossero solo un ulteriore integratore alimentare da abbinare all’allenamento e alla dieta.
L’uso degli steroidi in giovane età può compromettere lo sviluppo psico-fisico degli adolescenti?
Assolutamente sì. Gli steroidi anabolizzanti possono interferire con la produzione naturale di ormoni (modificando il “profilo ormonale”), alterare lo sviluppo del sistema endocrino e causare effetti collaterali come l’arresto della crescita, squilibri ormonali, aggressività, depressione, problemi di gestione della rabbia, crescita sproporzionata delle ossa e problemi cardiovascolari. I danni possono essere irreversibili.
I rischi per la salute riguardano solo i ragazzi?
No, i rischi riguardano entrambi i sessi e gli adulti, ma sono maggiori negli adolescenti. Nelle ragazze, per esempio, l’uso di steroidi può portare a cambiamenti nella voce, irregolarità mestruali, crescita eccessiva di peli e problemi di fertilità. In entrambi i sessi, gli steroidi aumentano il rischio di malattie cardiache, danni al fegato e disturbi psichiatrici (in base alle sostanze ingerite o iniettate).

È possibile sviluppare una dipendenza da queste sostanze?
Sì, sia fisicamente che psicologicamente. Molte persone iniziano con l’idea di “fare solo un ciclo”, ma poi faticano a smettere. C’è una componente psicologica molto forte: l’immagine del corpo potenziato diventa una dipendenza emotiva. Inoltre, il corpo può smettere di produrre testosterone naturalmente, portando a una dipendenza fisica dalle sostanze esogene per mantenere livelli ormonali normali.
L’influencer marketing nel settore del doping è un fenomeno prettamente statunitense?
Non più. Anche se il fenomeno è nato e si è diffuso inizialmente negli USA, oggi è globalizzato. Influencer di fitness in tutto il mondo, promuovono (esplicitamente o meno) risultati fisici ottenuti grazie a sostanze dopanti, spesso mascherati come frutto di “dedizione e dieta perfetta”. Il confine tra promozione e mistificazione è molto sottile. Ad oggi gli influencer propinano all’utente integratori alimentari da loro sponsorizzati, convincendoli che, tramite l’assunzione, otterranno lo stesso loro risultato (nascondendo che per raggiungere tale obiettivo, l’utilizzo di steroidi è obbligatorio). Oppure promuovono le sostanze dopanti da loro utilizzate, mostrandone solo gli effetti benevoli.
Gli steroidi sono facilmente rintracciabili in rete?
Purtroppo sì. Esistono forum, canali Telegram, siti web e piattaforme pubbliche dove vengono venduti con facilità. Basta Google per trovare i siti; del resto, se non fossero facili da trovare, non potrebbero vendere così tanto.
Secondo voi, come bisognerebbe intervenire?
Prima di tutto, bisogna che ci sia informazione e consapevolezza da parte della società, dei genitori, degli insegnanti e degli allenatori. Quando abbiamo presentato queste informazioni alle autorità europee, alcuni funzionari presenti ci hanno detto – prima ancora di pensare all’attività investigativa di loro competenza –: “Appena siamo tornati a casa ne abbiamo parlato con i nostri figli adolescenti”. Non sempre funziona, ma è importante che ci sia consapevolezza sociale e anche nelle autorità di questo fenomeno, a livello nazionale ed europeo.

C’è poi un ruolo di comunicazione e ricerca da parte delle università e di enti come l’Istituto Superiore di Sanità; servono informazioni autorevoli e ricerche sull’estensione del fenomeno. Serve ovviamente anche un controllo che va fatto a più livelli, come del resto la legge prevede. Chi vende sostanze dopanti va perseguito con tutti gli strumenti che la legge offre. Serve dare una giusta priorità, coordinamento e supporto al lavoro delle dogane, del NAS e delle altre autorità. Vanno trovati i laboratori (se ne scoprono reti anche nella UE), gli importatori, le forze economiche.
Criminalità
Produrre gli steroidi in Asia costa pochissimo – vengono venduti alle prostitute nei Paesi più poveri per farle sembrare più “floride” e “sane” – quindi è un altro il livello su cui bisogna intervenire. C’è da mappare la criminalità che si muove attorno a questo fenomeno nuovo nelle dimensioni. Potrebbe essere un ecosistema più vasto di quanto si percepisca, che integra produzione delle materie prime, dei finiti, le spedizioni, il marketing.
Ma il controllo deve riguardare anche la comunicazione. La novità è l’influencer marketing, quindi la sanzione deve colpire – mi permetto di dire duramente – chi promuove, specie se professionista, l’utilizzo di queste sostanze. Gli strumenti ci sono e sono a disposizione delle autorità come l’AGCM (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato) e le forze dell’ordine. È evidente che non bastano delle timide lettere per modificare i siti internet. Esiste un ruolo delle piattaforme ed è necessario evidenziare la loro responsabilità: non è possibile che gli algoritmi moltiplichino tali fenomeni. Insomma serve uno sforzo coordinato e urgente.
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Salve ho letto con interesse, praticamente è ciò che io ho sostenuto da sempre, sin da quando è iniziata la mia passione per il culturismo Natural, il vero ed autentico, perché il mio Culturismo che pratico da 50 anni ormai è differente. Sono in tanti ormai a dichiararsi che sono natural, ma poi nessuno di loro si comporta in modo onesto e sincero.
Purtroppo ci sono molti cosiddetti Natural che in realtà sono Fake Natty, e non lo ammettono o lo fanno solo dopo parecchie accuse da altri influencer (magari dicendo che solo un ciclo non fa poi così male…), ma intanto gli adolescenti che non vedono abbastanza risultati e con cui si confrontano, giungono alla scelta di fare almeno un ciclo di questi medicinali o addirittura di TRT (Testosterone, sebbene non ne avrebbero bisogno vista l’età e creandosi altri problemi).
Mio nipote negli States, 19 anni, ha preso da un po’ la fissa del BB, e in un post ha accennato al ciclo di una di queste sostanze .
Sono abbastanza preoccupato…