L’ipermercato Bennet offre ai clienti affezionati alla marca commerciale un tipo di spaghetti alla chitarra trafilati al bronzo, prodotti con grano 100% italiano nello stabilimento di Valle Ufita Flumeri (AV). Il nome della località dice poco, ma si tratta dello stabilimento dell’azienda De Matteis Agroalimentare, importante produttore di pasta di qualità presente sul mercato con il nome di “Grano Armando”. Sugli scaffali di Bennet si trovano anche gli spaghetti alla chitarra dell’azienda sempre trafilati al bronzo e preparati con grano 100% italiano. Facendo un confronto di etichette le similitudini tra i due prodotti aumentano visto che anche i valori nutrizionali sono  identici (vedi tabelle sotto). Anche le differenze nel testo sono marginali. Le confezioni di Grano di Armando riportano un numero maggiore di indicazioni e le diciture sono tradotte in più lingue visto che la pasta è venduta all’estero. A parte questo particolare ci sono altri due elementi da sottolineare. L’etichetta della pasta di Armando dedica attenzione all’importanza della filiera e  sottolinea la presenza di un “patto tra gli agricoltori e il pastificio” e “la lavorazione del grano nel mulino dell’azienda”.

L’altro elemento importante è l’imballaggio realizzato in materiale riciclabile certificato NoW-no waste (niente sprechi) che si ricicla con la carta. NoW-no waste è una tecnologia brevettata Policarta che consente di realizzare un poliaccoppiato (carta e plastica) facilmente separabile per recuperare sia la parte cartacea sia i film plastici. La confezione degli spaghetti alla chitarra Bennet non è certificata NoW anche se il materiale risulta essere un poliaccoppiato carta e plastica e indica la stessa sigla (C/PAP 81).

Il pastificio Grano Armando usa solo semola 100% italiana

Armando ha risposto alle nostre domande dicendo che i due tipi di pasta utilizzano la medesima trafila, anche se ha sottolineato le differenze nella ricettazione.  “Pur essendo entrambi gli spaghetti preparati con grano 100% italiano, per il marchio Armando si impiega esclusivamente materia prima conferita da agricoltori aderenti alla filiera aziendale, che è tra le più importanti Italia. “Si tratta di un sistema – spiega l’azienda – che collega direttamente il nostro molino e il nostro pastificio a circa 800 aziende agricole italiane seguendo un disciplinare di produzione da noi definito per assicurare una materia prima di elevata qualità”. In entrambi i prodotti (Bennet e Armando) il grano duro viene trasformato in semola esclusivamente nel molino annesso al pastificio.

In merito al packaging il produttore specifica che la differenza riguarda la tipologia, ovvero la possibilità dell’imballaggio della pasta Armando di essere smaltito interamente nella sezione dei rifiuti che recupera la carta essendo brevettato e certificato NoW.  Questo elemento è importante  per l’azienda che conferma un posizionamento come marchio “eco-friendly”.

Per il consumatore l’elemento di differenziazione sostanziale tra i due prodotti resta il prezzo. La confezione da 500 g di Grano di Armando costa 1,49 €, mentre gli spaghetti alla chitarra targati Bennet scendono a 0,79 € . La differenza è consistente visto che il prezzo della marca risulta   quasi il doppio. Capire i motivi di un divario così vistoso non è semplice, anche considerando  elementi importanti come il controllo di filiera, la riduzione dell’impatto ambientale degli imballaggi e i costi di distribuzione. Forse in questo caso il nome della marca pesa tanto.

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Giuseppe
Giuseppe
13 Febbraio 2017 11:25

Scusate ma sui prezzi non c’è da stupirsi, La GD stabilisce dei capitolati e se un produttore ci sta (anche dal punto di vista economico) produce per l’insegna.
Ha il vantaggio di ammortizzare i costi degli impianti e di aumentare i volumi di vendita.
Ma poi i mercati sono differenti.
Bennet è una catena molto forte in Lombardia, un poco in Piemonte e con pochissime insegne (forse 1-2 per regione) in altre regioni del nord.
Io Grano Armando al nord non l’ho mai sentito né visto sugli scaffali di nessuna insegna importante.
Pertanto un paragone sulle due aree di vendita non ha senso. E’ come se metteste a confronto le vendite e i prezzi tra un negozio tradizionale e una insegna GD/GDO: è chiaro che riguarda solo un fine statistico ma nulla più.
0,79 €/500 gr venduto da Bennet è un prezzo promozionale, al pari di altre insegne che a volte praticano promozioni ancora più spinte. Che Bennet ci guadagni o ci perda non è un problema che riguarda i consumatori che sono liberi di segliere. Tanto più nell’altro caso: chi compra Grano Armando a prezzo di mercato guarderà ad altre convenienze.

Luca CODELUPPI
Reply to  Giuseppe
20 Febbraio 2017 13:25

Sono perfettamente d’accordo, inoltre aggiungerei (non è un mio pensiero ma si rifà a ciò che ruota intorno al Presencing Insitute – MIT Boston, e la loro Theory U, a cui sono legato) che solo mercati a carattere locale (non solo per la distribuzione, ma anche e soprattutto per la produzione fino dalle materie prime) producono quella ricchezza locale che è necessaria per una sana economia. Un’azione come quella del grano Armando ha quindi (da quanto detto qui) oggi un valore sociale rilevantissimo (come a suo tempo l’ha avuta ad esempio il gruppo Veronesi in campo avicolo).
Non dimentichiamoci che tra i consumatori con i loro diritti, ci sono anche i produttori del grano per Armando che hanno il diritto di continuare a produrre secondo il loro desiderio di eccellenza e da ciàò guadagnare di che potersi permettere di comprare altri prodotti di qualità tipo-Armando per la loro vita.
Complimenti a grano Armando