avena

avenaUn team internazionale di ricercatori ha portato a termine un progetto ambizioso e complesso, che potrebbe costituire un punto di svolta per i celiaci, gli intolleranti al glutine e gli allergici, ma anche per la sostenibilità della coltivazione dei cereali: ha sequenziato per la prima volta l’intero genoma dell’avena, ovvero un complicato insieme di circa 80mila geni racchiusi in sei set di cromosomi (ben più articolato di quello umano, che contiene 20mila geni in due set di cromosomi). Con il sequenziamento si apre infatti una nuova era per l’Avena sativa, cereale utilizzato da più di 3mila anni, ma che nel corso degli ultimi 10 milioni di anni, è andato incontro a numerosi riarrangiamenti genetici. 

I ricercatori hanno scoperto che l’avena ha molti meno geni che codificano per le proteine che formano il glutine rispetto a quanto non avvenga in tutti gli altri cereali quali il grano e l’orzo, e quei pochi che contiene sono anche espressi in misura minore, quando non silenti. Per questo è meglio tollerata da celiaci e intolleranti, e da ora, essendo chiare le cause genetiche della sua sicurezza, potrebbe entrare ufficialmente a far parte della lista degli alimenti consigliati o permessi, dalla quale finora era esclusa. Se così fosse, oltre a benefici economici, ci potrebbero essere ripercussioni positive sulla salute, perché i celiaci escludono moltissimi alimenti ma, così facendo, perdono anche molte fibre, di cui invece l’avena è piena. 

Breakfast oatmeal with milk
L’avena è un cereale ricco di fibre, generalmente ben tollerato dai celiaci

Inoltre, sempre grazie al sequenziamento, i cui dettagli sono stati pubblicati su Nature, i ricercatori hanno identificato diversi antiossidanti naturali e trovato un’elevata concentrazione di geni dei beta-glucani (zuccheri complessi ottimi per chi ha il diabete e altre malattie metaboliche, e anti-colesterolo naturali), e di vari tipi di fibre. Tutti i componenti identificati ne fanno quindi un cereale dalle caratteristiche nutrizionali ottime, e preferibili rispetto ad altri più utilizzati. 

E non è tutto. L’avena richiede infatti quantità di fertilizzanti, pesticidi e fungicidi nettamente inferiori rispetto agli altri cereali, ed è quindi più sostenibile dal punto di vista della sua coltura: un fattore che potrebbe spingerne la produzione, via via che aumenta la domanda di fonti proteiche vegetali alternative a quelle animali per la nutrizione umana, che cresce il successo del bevanda di avena (il cui profilo è migliore rispetto a quello di altri prodotti vegetali più poveri) come sostituto del latte, e che si cercano fonti alternative per l’alimentazione animale. 

bevanda all'avena
Il successo della bevanda all’avena come sostituto del latte è continua crescita

Oggi settima tra i cereali per coltivazioni nel mondo, potrebbe presto ampliare la sua diffusione. Oltretutto, una volta raccolta, richiede molte meno lavorazioni rispetto agli altri cereali, e in alcune forme (per esempio nei fiocchi per la prima colazione) è consumata quasi integra, quando non vi sono aggiunte come gli zuccheri e i coloranti: anche da questo punto di vista è quindi più sana, e più sostenibile.

Infine, come sempre, conoscere il genoma di una pianta può permettere di selezionare le varietà migliori e, nei paesi dove è consentito, studiarne modificazioni genetiche che ne valorizzino ulteriormente le proprietà, per applicazioni che vanno anche oltre quelle alimentari quali, per esempio, quelle in cosmetica, altro ambito dove è utilizzata da migliaia di anni per le sue caratteristiche lenitive e idratanti.

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