Allevamento La Pellegrina - gruppo AIA-Veronesi – Greenpeace

Il sequestro dell’allevamento La Pellegrina – società controllata dal gruppo Veronesi, – in seguito alla diffusione a metà novembre delle immagini di Greenpeace che mostrano ratti e carcasse di suinetti abbandonate, è già finito nel dimenticatoio. Eppure la vicenda riguarda un’azienda che gestisce allevamenti e centri di riproduzione, movimenta centinaia di migliaia di maiali l’anno e figura ai primi posti nell’approvvigionamento di cosce e tagli destinati ai diventare salumi DOP, compresi i prosciutti di Parma e di San Daniele.

Il gruppo AIA-Veronesi controlla mangimifici, allevamenti, centri di ingrasso, macelli e stabilimenti di trasformazione e detiene anche marchi come Negroni, Montorsi e Wudy. Si tratta di una filiera verticale completa, dal suinetto al prosciutto finito. Il gruppo dichiara nel rapporto di sostenibilità che “Siamo presenti in ogni singola fase della filiera: dalla produzione del mangime alla distribuzione delle carni, delle uova e dei salumi. Un modello che ci permette di garantire qualità e controlli costanti”,  e a proposito dei  maiali dice “L’impegno per il benessere degli animali è parte fondamentale del nostro modello di filiera integrata”. La situazione inaccettabile rilevata nell’impianto di La Pellegrina non può essere scaricata su terzisti o fornitori esterni, trattandosi di allevamenti gestiti direttamente dal gruppo Veronesi, quindi non ci sono zone d’ombra e non esiste un rimpallo di colpa.

Allevamenti maiali La Pellegrina Gruppo Aia Veronesi
Nell’allevamento suino di La Pellegrina è stata riscontrata una grave infestazione da ratti è altre gravi criticità

Responsabilità del gruppo

La Pellegrina rifornisce marchi e i salumifici che provvedono alla stagionatura dei prosciutti di Parma e San Danile e altri salumi DOP come  Prosciutto di Carpegna, Prosciutto di Modena, Prosciutto Toscano e Prosciutto Veneto Berico-Euganeo. In pratica, tutte le filiere DOP del suino padano beneficiano della materia prima allevata dal Gruppo Veronesi. Rientra pienamente nel modello “filiera controllata” che la stessa Veronesi pubblicizza come garanzia per il consumatore. Proprio per questo il caso è ancora più grave. Se un allevamento interno a un gruppo così grande presenta queste criticità, cosa possiamo aspettarci dai fornitori esterni meno strutturati?

La multa da 10mila euro

Il provvedimento dei NAS, elaborato insieme all’ATS Val Padana, ha portato al sequestro dell’allevamento e a una sanzione amministrativa di 10mila euro. Non si hanno altre notizie. Secondo gli esperti che abbiamo consultato, e alla luce delle violazioni tipicamente riscontrate in casi analoghi e dei dati dell’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA), è plausibile ipotizzare che sanzioni di questa entità siano essere il frutto di vari elementi.

  • Presenza di roditori e carenze nella derattizzazione. Le norme prevedono mappe, registri, controlli periodici. Quando il numero di ratti è elevato vuol dire che la derattizzazione è inefficace o non è verificata.
  • Carcasse non rimosse o rimozione tardiva. La gestione dei suinetti morti e abbandonati sul pavimento in cemento è una delle basi della biosicurezza. Lasciarli sul pavimento per ore o giorni rappresenta una violazione grave. In molti casi è sanzionata sia come mancata rimozione, sia come mancata corretta registrazione.
  • Ferite curate male o trascurate. Quando gli ispettori trovano animali con lesioni visibilmente vecchie o infette, la violazione può riguardare: mancata cura, mancata separazione dell’animale ferito, mancata registrazione nel registro trattamenti.
  • Presenza di rifiuti non smaltiti o materiale irregolarmente stoccato. La presenza di flaconi di farmaci, contenitori aperti può configurare diverse violazioni: rifiuti sanitari, rifiuti speciali, gestione impropria dei materiali a rischio.

Quando i verbali della sanzione saranno resi noti, si potrà verificare quali irregolarità hanno portato al sequestro dell’allevamento La Pellegrina.

Maiale in un allevamento di suini di La Pellegrina - Gruppo AIA-Veronesi - Greenpeace, allevamenti
I NAS e l’ATS hanno sanzionato per 10mila euro l’allevamento e sequestrato tutti i suini presenti

Irregolarità gravi nell’allevamento

La multa di 10euro mila euro potrebbe indicare che non si era di fronte a un singolo problema, ma un insieme di irregolarità gravi e ripetute. In questi casi si può ipotizzare un fallimento del sistema di gestione interno composto da una folta schiera di operatori, tecnici e veterinari. C’è da chiedersi come sia possibile che ai servizi veterinari sul territorio manchi una mappatura della situazione e che debbano intervenire solo dopo segnalazioni.

In questa cornice, i Consorzi di tutela dei prosciutti come quello di Parma e San Daniele si limitano a marchiare cosce provenienti dai salumifici delegando completamente i controlli sulle condizioni igienico-sanitarie degli allevamenti e sul benessere animale ai veterinari pubblici, trincerandosi dietro l’affermazione che “non è materia loro”. Seguendo uno schema analogo i consorzi dei formaggi DOP dovrebbero disinteressarsi se nelle stalle ci sono topi e gli animali vivono in condizioni malsane scaricando ogni controllo sui veterinari.

Il sequestro dell’allevamento controllato dal Gruppo Veronesi solleva una domanda che va oltre il singolo caso. Se queste condizioni sono state trovate in un allevamento di un grande gruppo, cosa accade negli allevamenti più piccoli, meno controllati?

Un incidente isolato?

Forse La Pellegrina non è un incidente isolato, ma il segnale di una filiera e di un sistema che non funzionano. Osservando i dati ufficiali del settore suinicolo europeo si scopre che le criticità sul benessere animale, sulla biosicurezza e sulla salubrità sono molto diffuse. Secondo l’EFSA i tassi di mortalità pre-svezzamento oscillano fra il 10% e il 20% e sono considerati molto alti. Il fenomeno è esacerbato dalla selezione genetica per l’impiego di scrofe sempre più iper-prolifiche, che partoriscono 14-16 suinetti o più, almeno due volte l’anno. La difficoltà di gestione di queste cucciolate, spesso in ambienti ristretti, aumenta il rischio di schiacciamento e di inedia dei suinetti più deboli.

llevamento La Pellegrina - gruppo AIA-Veronesi – Greenpeace
L’allevamento La Pellegrina del gruppo AIA-Veronesi è uno dei più grandi in Italia

Gli allevamenti ad alta densità sono spesso teatro di comportamenti anomali e aggressivi, sintomatici di condizioni ambientali inadeguate. L’EFSA ha documentato che una percentuale molto elevata di suini (oltre il 60% in alcune indagini) presenta lesioni da morsicature (coda, orecchie, arti) o segni di conflitto. Le lesioni sono la diretta conseguenza di uno stress cronico e della mancanza di arricchimenti ambientali. L’Italia figura tra i Paesi europei con una delle più alte prevalenze di Salmonella negli allevamenti suinicoli, con picchi che possono superare il 50% nelle aziende da riproduzione e il 40% in quelle da ingrasso. Questo elevato tasso di diffusione è un indicatore di carenze nella gestione igienico-sanitaria e rappresenta un rischio per la sicurezza alimentare.

Presenza di roditori negli allevamenti

Nonostante le linee guida richiedano protocolli rigorosi di biosicurezza (come mappature di derattizzazione, registri e barriere fisiche), le indagini indipendenti mostrano la presenza di roditori come un problema endemico e ricorrente negli allevamenti intensivi italiani.Una situazione che compromette l’efficacia delle misure igieniche. A ciò si aggiunge un quadro di non conformità allarmante che scaturisce dai controlli ufficiali. In regioni chiave come la Lombardia, ad esempio, una parte significativa (il 57%) degli allevamenti intensivi ha mostrato irregolarità relative non solo alla gestione ambientale, ma anche al benessere animale.

© Riproduzione riservata Foto: Greenpeace

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luigiR
luigiR
24 Novembre 2025 13:01

io mi domando sempre come si faccia ad accettare una situazione con tanti problemi, rilevati negli allevamenti intensivi, se non da parte della maggioranza dei consumatori, che forse continuano ad ignorare le condizioni di cui sono oggetto tanti animali, da parte delle autorità che dovrebbero sottoporre a controlli preventivi, senza preavviso, simili strutture, e senza attendere la soffiata o la denuncia di qualche cittadino. per non parlare delle associazioni di categoria che dovrebbero difendere il buon nome dei loro marchi sui mercati, ma che si scoprono essere composti spesso da sordi, ciechi e muti…

Federico
Federico
24 Novembre 2025 13:34

Caro Direttore La Pira,
lo sa perché la vicenda è già finita nel dimenticatoio ?
Quello che pesa è nel titolo del suo articolo… “PROSCIUTTI DOP”…
I Prosciutti DOP negli ultimi dieci anni hanno potuto impunemente violare i disciplinari (ne hanno scritto in molti compreso Il Fatto Alimentare) per, e cito a braccio:
Genetica.Peso delle partite dei suini.Classificazione delle carcasse. Alimentazione dei suini.Omissioni e carenze nei controlli…
Figurarsi se si parla di aspetti come il benessere animale o le prescrizioni veterinarie, che sono citati, nulla di più, nei Disciplinari ma che non sono certo al centro degli obblighi normati.
I continui rimaneggiamenti di questi Disciplinari negli ultimi anni hanno messo delle pezze, nulla di più.
Qualsiasi altro prodotto tutelato sarebbe come minimo stato “declassato” ad IGP, anche se declassato è un termine forse scorretto visto che ci sono prodotti IGP di grandissima valenza.
Essendo questi prodotti gli ambasciatori delle “eccellenze del Made in Italy” sono intoccabili.
Da molte fonti si sprecano articoli giornalistici che rimandano a sentenze contro chi si stava “appropriando impunemente” di alcune denominazioni.Ragionerò in maniera distorta ma stento a vedere differenze tra un produttore inserito nella DOP che non rispetta i Disciplinari e uno che le viola dall’esterno…anzi forse è peggio chi mina le fondamenta da dentro.
Fatevene una ragione, nessuno farà nulla, forse una multa che parrà irrisoria per certi grandi Gruppi …o servono ancora prove e riscontri? E attenzione che non si inalberi il Ministro… i cui sodali sembrano essere molto solerti a prendersela con i pesci piccoli ma lasciano impuniti i burattinai.

Giuliano
Giuliano
Reply to  Federico
24 Novembre 2025 23:10

Concordo perfettamente! Ci sarebbe tanto altro da scrivere, sul metodo di allevamento; la loro sofferenza, si trasferisce nelle loro carne, e conseguentemente in cellule umane. La mia indignazione! la esercito, evitando il consumo di questo prodotto poco salutare, se: proveniente da questi allevamenti.

EmaB
EmaB
24 Novembre 2025 15:02

Buongiorno
Le domande che mi pongo a seguito di quanto accaduto sono :… MA IL SERVIZIO VETERINARIO DOV’ERA??
le cose sono 2 .. o vedevano ed evitavano di vedere ( a seguito di quale motivazione o.. incentivo?) oppure non andavano ma dichiaravano di andarci.
in entrambi i casi il servizio veterinario dovrebbe sedere dalla parte degli imputati e invece come sempre accade ( o quasi) questo non accade e non accadrà
seconda domanda… COME MAI GLI ORGANI DI CONTROLLO PREPOSTI NON ERANO MAI STATI IN QUELL’ALLEVAMENTO.. COME MAI NON VANNO MAI NEGLI ALLEVAMENTI se non a seguito di segnalazioni sul web?

Federico
Federico
24 Novembre 2025 18:35

Il consorzio del prosciutto di Parma dichiara che nel 2024 sono state prodotte 7 milioni di cosce .. ognuno tragga le proprie conclusioni

Marinella
Marinella
24 Novembre 2025 20:21

Buona sera ho appena finito di leggere l’articolo ho un conato di vomito ! Che vergogna com’è possibile che nel 2025 ancora succedano queste atrocità maltrattamenti e condizioni igieniche queste informazioni così gravi dovrebbero a fare parte sulle notizie dei telegiornali ! Grazie per aver scritto questo articolo .
Cordiali saluti Marinella

Isabella
Isabella
24 Novembre 2025 20:43

Son sconvolta che non si parli mai apertamente della sofferenza degli animali e nella fattispecie dei maiali, che devono vivere nella sporcizia e anche immobilizzati con quelle maledette sbarre di ferro davanti agli occhi per bloccarli, ma che disumanità

Maria luisa
Maria luisa
24 Novembre 2025 21:24

Posso solo dire: perché tanto disprezzo verso le regole e la vita sia degli animali che degli umani . Io vorrei apparecchiare una bella tavola in uno di questi allevamenti e li sedere i responsabili sia degli allevamenti che dei grandi marchi di salumi , offrire come colazione il favoloso prosciutto di qualità davanti a suinetti morti in terra , ratti che li mangiano e suini adulti feriti e infetti. Buona colazione .

fedora teodoro
fedora teodoro
25 Novembre 2025 09:15

Raramente i controlli avvengono a sorpresa, e raramente i marchi che si appoggiano ad esterni fanno verifiche, ahimè.

Claudia Ramacci
Claudia Ramacci
25 Novembre 2025 09:23

Sono veramente nauseata da tutto questo. Da come trattiamo gli animali nostri fratelli su questo pianeta….tutto ciò, prima o poi, ci si ritorcerà contro.

massimo
massimo
25 Novembre 2025 09:54

Notizia che è passata inosservata da tutti gli organi dei media.Dobbiamo divulgarla tramite social e altri mezzi .

daniela
daniela
25 Novembre 2025 09:55

Andrebbero chiusi !

isolina
isolina
25 Novembre 2025 10:12

ma chi sono i dipendenti assunti e come mai i titolari non controllano? Persone non abituate a lavarsi, di scarsa pulizia? Come mai tanti casi per cui non si sa più che mangiare? Non ci sono guardie municipali e personale regionale per i controlli? Non sono casi isolati, errori ma da quanto si legge, sono modalità costanti di scarso senso dell’igiene. Non dovevamo preoccuparci dei soli pesticidi, dell’acqua inquinata etc? Le multe non bastano: debbono essere costretti a mangiare solo i loro prodotti.

Francesco
Francesco
25 Novembre 2025 10:29

Poveri animali…
10.000€ di multa sono ridicoli!!
Dovrebbero chiudere!!

Patrizia
Patrizia
Reply to  Francesco
25 Novembre 2025 17:28

Concordo in pieno. avrebbero dovuto essere 100.000 euro di multa, visti i guadagni che si portano a casa non rispettando le norme di base di un allevamento sostenibile. Multe analoghe andrebbero date anche ai veterinari che dovrebbero controllare i suddetti allevamenti invece di girarsi dall’altra parte o peggio.

Daniele
Daniele
25 Novembre 2025 11:13

Egregio Roberto La Pira, visto il suo curriculum dal qualche si evince una innegabile e grande professionalità guadagnata sul campo, oltre al valore morale, desidero farle una domanda da povero cittadino 66ene profano di queste dinamiche:

che tipologia di strumenti noi abbiamo per aiutarvi con questa battaglia?

Come possiamo noi lettori dare un aiuto concreto e realmente importate per risolvere queste situazioni che anno dopo anno stanno avvelenando in maniera subdola le persone?

Noi possiamo fare ben poco, se non quello di condividere eventualmente nei social ed alle nostre amicizie queste info.

Ma se poi le leggi italiane sono state pensate che colossi che pagano 10k di multa con la stessa difficoltà con cui io pago un caffè al bar, anzi direi che sarei io molto più in difficoltà che loro, come si può lontanamente pensare a sanare o solo migliorare queste atrocità?

CHAPEAU a tutti coloro che denunciano come lei queste cose, ma se il governo non cambia sostanzialmente le leggi, la testa del pesce sempre puzzerà e conseguentemente il resto marcirà.

Noi cittadini, grazie alle vostre memorabili denunce possiamo solo prendere decisioni se o no consumare determinati prodotti.
Ma questo ahimè, non farà vivere meglio quegli animali e non metterà uno stop alle angherie che giornalmente vengono fatte negli allevamenti intensivi.

GRAZIE per il suo straordinario lavoro e grazie a tutti coloro che ogni singolo giorno ci mettono la faccia per denunciare le moltissime cose che fanno vergognare a volte di appartenere a questo straordinario paese.
GRAZIE DAL PROFONDO DEL CUORE per cercare di rendere questo paese migliore per i nostri figli e nipoti

Anna Manenti
Anna Manenti
25 Novembre 2025 14:06

Molto interessante anche se io non consumo quei prodotti è giusto che il consumatore sappia!

Mauro
Mauro
25 Novembre 2025 14:17

Mi piacerebbe che queste notizie venissero diffuse anche durante le manifestazioni tipo “NOVEMBER PORK”

Maurizio
Maurizio
25 Novembre 2025 15:38

L’adesione al dei consorzio di tutela è pagata dagli stessi allevatori con una quota annuale in base alla loro consistenza zootecnica, quindi non potrà mai essere in contrapposizione agli stessi se non in segnalazioni di non conformità legate a difficile interpretazione dei caratteri impressi nei cosci o errori formali che quasi mai tolgono partite di prodotto dal mercato. Molti anni fà lo stesso consorzio Parma e San Daniele era stato messi sotto procedura di infrazione dal garante della concorrenza per il suo scopo ,in quanto con il loro operato proteggevano il valore dei cosci marchiati che venivano venduti a prezzi molto più alti di cosci di suini provenienti da allevamenti non iscritti e non necessariamente peggiori dei primi. Poi la cosa si risolse in modo virtuoso in quanto i consorzi riuscirono a dimostrare che erano gli unici garanti capaci di difendere la genuinità del prodotto , si creò un doppio mercato e si aprirono, di fatto, le porte a furiose importazioni, speculazioni e tentativi di contraffazione.

Nilde
Nilde
25 Novembre 2025 16:01

Dovrebbero multarli di più perché rovinano oltre che la nostra salute ,anche l’economia italiana.

Azul98
25 Novembre 2025 16:52

Chi ha detto che è finita nel dimenticatoio, anzi è una bomba Ecologica che può innescare virus e infezioni come avevo scritto l’altra volta, con l’inchiesta di Porkopolis che causò la morte di molte persone e se dico molte in USA sono Migliaia più quelle che si sono ammalate di gastroenterite e infezioni intestinali, poi si è dovuto spendere miliardi di dollari per i lagoons che sono anche qui e in Murcia, dove è stata spianata una montagna per fare posto ai liquami, come nel Mantovano che insieme al Cremonese si sono alleati anni fa e hanno chiesto aiuto al Guardian con un articolo che diceva :Qui non si respira più + petizione su Change.org, firmata dai soliti 4 gatti, poi tutti a gridare allo scandalo, allora una Multinazionale miliardaria (adesso facciamo un ipotesi),e questi assassini Climatici sono capaci a tutto, se continuano a essere così ‘disturbati’ nel loro Massacro quotidiano, ci piantano un altro Pig Palace d’accordo con la Cina, chi ancora va a vedere cosa succede la dentro, chi ancora può opporsi a questa azienda, e le sue nefandezze, su animali, clima, salute sia umana che ambientale, da quanti anni domina la nostra alimentazione questa azienda sempre sotto il controllo di gruppi ambientalisti ma non certamente sotto la chi effettivamente dovrebbe essere chi gli avrebbe dovuto mettere i sigilli ancora molti anni prima e tacere su ciò da sempre sta accadendo e continua ad ampliarsi, per esempio in Lessinia(Vr) l’acqua delle fontane non è più potabile, dopo che loro malgrado non sapessero nulla, una intera squadra di ciclisti è stata ricoverata di urgenza per infezione virale, allora quanti allevamenti intensivi sono nascosti in montagna e si parla di 1.000 capi di bestiame, nessuno sa come vengono allevati e nutriti, il loro stato di salute e dove vengono effettuati gli scarichi di letame, e che la farsa continui mentre la gente continua a mangiare carne.

Salvatori Luciano
Salvatori Luciano
25 Novembre 2025 17:03

multa di 10.000 euro e’ ridicola,confronto ai danni che procurano agli esseri umani e agli animali.io spero che prosciutto di Parma e SanDaniele e Carpegna non facciano parte di queste porcherie.di chi ci dobbiamo fidare?con molta probaboilita’ c’e’ qualche politoco di mezzo se no e’ impossibile arrivare a questi livelli.VERGOGNA.

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