Prosegue la rubrica della dietista Abril González Campos con le risposte alle domande dei lettori. Oggi pubblichiamo un approfondimento su proteine e bambini piccoli.
La lettera sulle proteine
Mio figlio ha tre anni e come fonte proteica mangia solo la carne di pollo o il prosciutto. Rifiuta i legumi e il pesce. Come posso fare? Devo dargli un integratore specifico?
La risposta
Nella pratica, possiamo affermare che non è necessaria una grande quantità di alimenti di origine animale per coprire il fabbisogno giornaliero di proteine, sia nei bambini che negli adulti. Ricordiamo che le proteine si trovano, in diverse quantità, in tutti gli alimenti sia di origine vegetale, come il pane, la pasta, la frutta o la verdura; sia nei derivati animali come lo yogurt, la carne in generale (inclusi gli affettati), il formaggio o le uova. Distribuire questi alimenti nei 14 pasti settimanali può aiutare a promuovere la varietà e predisporre i più piccoli ad assaggiare nuovi alimenti (1).
Nel caso particolare di bambini da 1 a 3 anni di età, si parla di una media di consumo di 11 grammi di proteine al giorno o di 1g/kg al giorno (assunzione raccomandata per la popolazione) (2).
Un menu giornaliero
Come esempio puramente illustrativo proviamo a calcolare la quantità di proteine necessarie per un bambino di 3 anni con un peso corporeo di 16,3 kg, quindi, 16,3 kg x 1 g per un totale di 16,3 g di proteine al giorno. Se facciamo un elenco teorico di menu giornaliero (tabella 1) per valutare se è possibile coprire il fabbisogno proteico osserviamo che esso viene ampiamente coperto e raddoppiato (16,3 g vs 32,6 g).
In accordo con i dati precedentemente illustrati, possiamo fare alcune considerazioni:
● Offrire porzioni piccole di alcuni alimenti, per esempio, carne e derivati per favorire un consumo più vario di altri alimenti altrettanto importanti come pane, patate, verdura e frutta.
● Lasciar trascorrere un periodo di tempo adeguato (3–4 ore) tra la merenda e il pasto principale. Evitare merende abbondanti che tolgono spazio alle pietanze più complesse e nutrienti del pranzo o della cena.
● I più piccoli hanno una propria personalità quindi mostreranno delle preferenze alimentari, come nel caso di noi adulti. Inoltre, i bambini hanno una propria tempistica e selettività nell’accettare di mangiare alimenti specifici, incoraggiarli in maniera eccessiva non è una strategia che funziona, per cui l’ambiente (un bel tavolo apparecchiato, senza rumori, discussioni a tavola o la tv accesa), un buon modello genitoriale da seguire, la disponibilità dell’alimento in casa sono alcuni fattori che predispongono alla scelta in autonomia, iniziando con un assaggio per poi arrivare a porzioni più importanti. Non dimentichiamo che i bambini hanno il potere di autoregolarsi perché percepiscono più facilmente la fame e la sazietà.
Proteine e curva della crescita
● Prima di decidere di integrare il consumo di proteine è fondamentale capire a che punto è lo sviluppo del bambino valutando la sua curva di crescita. Se questa si trova nei limiti di riferimento, non sarà necessaria un’integrazione ma un lavoro costante sulla creazione di corrette abitudini alimentari. In caso contrario, se la curva si trova al di sotto dei limiti di riferimento è indispensabile consultare il pediatra per un eventuale supporto dietetico ed educazione alimentare mirati non solo al bambino ma a tutto il nucleo familiare.
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Referenze:
2. LARN Fabbisogno di proteine
© Riproduzione riservata. Foto: Depositphotos.com, Società Italiana di Pediatria, Abril Gonzales Campos
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Dietista MSc PhD. Master in Scienze fisiologiche. Dottorato di ricerca in biologia vascolare e ipertensione arteriosa. Specializzata nella cura dell’obesità e dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione. Si occupa in particolare di educazione alimentare negli adolescenti e adulti.
“per valutare se è possibile coprire il fabbisogno proteico osserviamo che esso viene ampiamente coperto e raddoppiato (16,3 g vs 32,6 g)”
L’eccesso di proteine aumenta il rischio di obesità in età adulta, inoltre rischia di sovraccaricare reni e fegato.
Non per niente nel precedente aggiornamento dei LARN il fabbisogno di proteine era stato diminuito. Ora dovrebbero essere usciti i nuovi LARN, vedremo cosa dicono al riguardo…
Ma perchè “pan bauletto”?? Capisco la comodità delle fette coem unità di misura, e che se va bene come ingredienti e valori nutrizionali non è peggio del pane “vero” che si compra dal panettiere, ma non sarebbe meglio mandare il messaggio che i prodotti freschi, specie se artigianali, sono i primi da scegliere?
Sicuramente il pane tradizionale è di una qualità superiore e va sempre consigliato ma questo non vuol dire che non si possa mai mangiare il pane in casetta o i biscotti o le fette biscottate, che tra l’altro anche loro sono alimenti ultra processati e andrebbero molto limitati e invece sono presenti nella colazione di piccoli e grandi in maniera piuttosto frequente.
In questo esempio ( meramente illustrativo) il pane rappresenta circa un 10% della dieta totale, il resto (alimenti freschi o meno processati) rappresentano il 90 %. E’ un errore nutrizionale? No.
Importante anche mandare un messaggio di flessibilità (di pensiero), nessun alimento da solo può avere effetti negativi nella salute, per cui l’alimentazione va valutata nel complesso non il singolo alimento e ancora più importante la frequenza settimanale di alcuni gruppi di alimenti, specialmente merendine, biscotti, snack ultra processati.
“14 pasti settimanali”… e così, improvvisamente, perde la colazione ogni interesse?
Sicuramente no, la distribuzione è mirata a variare le fonti di proteine di origine animale e vegetale, anche per questo si parla di porzioni suggerite al giorno. Nel materiale citato c’è una spiegazione più dettagliata della distribuzione degli alimenti durante la giornata:
https://sip.it/2017/10/30/piramide-alimentare-1/