Ogni giorno in Italia si preparano 8 milioni di pizze, tra pizzerie, bar, panetterie e rosticcerie, ma quanto ci costano? Altroconsumo ha pubblicato un articolo su quanto bisogna spendere per gustare il piatto preferito degli italiani. Ovviamente ci sono delle variabili che incidono molto come il tipo di esercizio o la località, ma conta anche la qualità degli ingredienti.
A venire in aiuto ci sono i dati forniti da Istat al Ministero delle imprese e del Made in Italy. Nella lista dei servizi troviamo c’è anche la voce “pasto in pizzeria”, che si riferisce a una consumazione fatta in pizzeria (quindi non da asporto) e comprende il prezzo della pizza e della bevanda più vendute nell’esercizio commerciale analizzato, a cui si aggiunge il coperto e il servizio se previsto.
La città più costosa è Macerata, con un costo medio per pizza, bevanda, coperto e servizio di 13,43 euro, mentre la più economica è Pescara con un costo medio di 8,84 euro e dove soprattutto non non si superano i 10 euro. Altroconsumo precisa che si tratta di una media, perché ci sono città, soprattutto al Nord o quelle più a vocazione turistica (come Venezia e Firenze), in cui si arrivano a spendere anche 20 euro. In alcune località si registra invece una grande differenza tra la spesa minima e quella massima, come ad esempio a Milano (da 7,50 a 19,50 euro), seguita da Firenze (da 9 a 18), Cagliari (da 7,20 a 16) e Venezia (da 10 a 18,50 euro).
Secondo la rilevazione, effettuata a gennaio 2023, si spende l’8% in più rispetto all’anno precedente, e ancor di più rispetto al 2021 (in piena pandemia). Questo aumento non si riferisce necessariamente ad un aumento del prezzo della pizza o della bevanda, ma potrebbe indicare un’ordinazione diversa e più costosa rispetto a prima, magari con ingredienti più costosi.
Con l’aiuto della tabella si riesce a confrontare il costo medio del pasto negli ultimi 3 anni. Con le sole eccezioni di Bari e Perugia, dove la spesa è scesa, in tutte le altre città è salita, in particolare a Napoli, Macerata e Bolzano l’aumento è stato più sensibile.
© Riproduzione riservata. Foto: Fotolia. Tabelle: Altroconsumo
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