Il 13 luglio il commissario europeo per la Pesca Maria Damanaki, nel presentare il suo piano di riforma di medio termine della politica di settore, ha ammonito che il 75% delle risorse ittiche è ora soggetto a iper-sfruttamento ed è necessario cambiare subito rotta per impedirne l’estinzione. Non abbastanza secondo Greenpeace e altre Ong, troppo per gli Stati membri più direttamente coinvolti.

Il settore della pesca e della lavorazione delle risorse ittiche occupa circa 265 mila lavoratori a tempo pieno e tuttavia, secondo le stime della Commissione, nel lungo termine un terzo delle imbarcazioni rischiano di rimanere inutilizzate in caso non si adottino opportune misure a tutela dell’eco-sistema. Proprio come è accaduto negli ultimi anni in Giappone.

«La Commissione sottolinea che la politica attuale non funziona più, ha ribadito il Commissario greco. Non possiamo permetterci il “business as usual”. Se in passato è stato più facile chiudere gli occhi, tanto alla Commissione come ai governi degli Stati membri e ai settori produttivi, ora non si può più». Bisogna voltare pagina, «altrimenti i nostri bambini vedranno il pesce non nei loro piatti ma solo in fotografia».

La proposta della Commissione muove dalla temporanea ma importante riduzione delle quote di cattura delle specie a rischio, in modo da consentire il ripopolamento entro il 2015, per poi procedere alla revisione dei livelli di pesca sostenibile (“maximum sustainable yield”).

I governi dei Paesi membri devono fare la loro parte: si dovrebbe mettere fine agli estenuanti negoziati annuali sulla ripartizione delle quote, che spesso conducono a livelli di sfruttamento ben superiori e comunque avulsi rispetto ai limiti massimi raccomandati dagli scienziati. Al contrario, gli esecutivi dovrebbero accordarsi su piani regionali di lungo termine basati sulle raccomandazioni scientifiche, e definire in un unico frangente le quote per le diverse specie.

Il Commissario ha anche proposto il divieto di buttare via i pesci catturati ma non graditi, noti come “fish discards”, in linea con la vivace mobilitazione di “Fishfight.net”, già segnalata da Ilfattoalimentare.it.

Le organizzazioni ambientaliste, nell’apprezzare la proposta, ne hanno però criticato la debolezza in punto “riduzione delle flotte”. L’Unione europea si colloca al terzo posto nel mondo (dopo Cina e Perù) per la disponibilità di pescherecci, oltre 80 mila imbarcazioni si contendendono risorse ittiche per un valore che supera €8,2 miliardi (dati 2007). Concorrenza e dispute sul superamento dei limiti tra i grandi Paesi coinvolti, come Spagna Francia e Gran Bretagna.

«Gli scarti sono una vera disgrazia, ha affermato Saskia Richartz di Greenpeace. La via migliore per affrontare il problema è quella di fermare l’iper-sfruttamento, alleggerire le flotte e imporre catture più sostenibili e selettive che impediscano la cattura e il successivo spreco delle specie non desiderate».

Le Ong lamentano che gli attuali armamenti hanno un potenziale di cattura che può superare di 2-3 volte i limiti consentiti, e contestano il piano della Commissione – che contempla un “mercato delle quote” tra gli operatori privati – poiché esso non offrirebbe garanzie sul rispetto dei limiti raccomandati dalla scienza per ridurre la pressione sulle riserve a rischio.

I grandi gruppi politici del Parlamento hanno invece espresso il loro appoggio, apprezzando la visione di lungo termine e l’approccio scientifico a garanzia della sostenibilità e della preservazione dell’eco-sistema. Critici soltanto i Verdi, che hanno ribadito l’esigenza di salvaguardare le risorse ittiche e le comunità costiere, nelle trattative che seguiranno.

Le trattative per la riforma della “Common Fisheries Policies” non si concluderanno prima del gennaio 2013. Il 19 luglio, al primo Consiglio Agricoltura e Pesca dedicato alla riforma, alcuni Stati membri come la Spagna e la Francia hanno subito contestato l’idea di ridurre le quote nel breve termine. Il ministro dell’agricoltura francese, Bruno Le Maire, ha anche manifestato perplessità verso l’introduzione di un mercato privatistico delle quote di pesca che, in assenza di limiti, porterebbe al consolidamento delle grandi pescherie a discapito dei piccoli operatori: ha ventilato perciò l’ipotesi di esentare dai giochi le imbarcazioni di lunghezza inferiore ai 12 metri.

Riusciranno ad accordarsi tutti su un’equa e sostenibile ripartizione delle risorse, in una prospettiva di lungo periodo? I pesci, come i nostri bambini, vi confidano. E se mai servisse un’ottima ragione in più: «La natura non ama il vuoto. Se noi peschiamo tutti i pesci, lasciamo un vuoto. Le meduse lo riempiono. From a fish to a jellyfish ocean: da un mare di pesci a un mare di meduse». (Ferdinando Zincone, docente di biologia marina all’Università del Salento, intervistato da Vittorio Zincone per l’inserto Sette del Corriere della Sera, 22.7.11).

 

Dario Dongo

foto: Photos.com

 

Per maggiori informazioni:

Commissione europea, il progetto di riforma: http://ec.europa.eu/fisheries/reform/index_en.htm
Commissione europea, domande e risposte (13.7.11): http://europa.eu/rapid/pressReleasesAction.do?reference=MEMO/11/503&format=HTML&aged=0&language=IT&guiLanguage=en
Parlamento europeo, posizione del Gruppo Socialista e Democratico (13.7.11): http://www.socialistsanddemocrats.eu/gpes/public/detail.htm?id=135941&section=NER&category=NEWS&startpos=0&topicid=-1&request_locale=EN
Parlamento europeo, posizione del Gruppo Popolare (13.7.11): http://www.eppgroup.eu/press/showpr.asp?prcontroldoctypeid=1&prcontrolid=10523&prcontentid=17757&prcontentlg=en
Parlamento europeo, posizione del Gruppo dei Verdi (13 July 2011): http://www.greens-efa.eu/fr/cfp-reforms-present-new-risks-to-fish-stocks-and-coastal-communities-4219.html
Consiglio Agricoltura e Pesca, http://pl2011.eu/en/content/agriculture-and-fisheries-council
Greenpeace: http://www.greenpeace.org/eu-unit/en/News/2011/commission-cfp-reform-plan (13 July 2011). Video, ftp://sosupload:eelo6Avu@greenpeacevideo.org. Foto, http://photo.greenpeace.org/GPI/C.aspx?VP3=ViewBox_VPage&ALID=27MZIFITWWMM&CT=Album. Opuscolo di Greenpeace, su http://www.greenpeace.org/eu-unit/en/Publications/2011/turning-the-tide-on-European-overfishing
OCEANA: http://eu.oceana.org/en/eu/media-reports/press-releases/oceana-half-hearted-common-fisheries-policy-proposal-fails-to-deliver-necessary-solutions-for-de (13 July 2011)
Seas At Risk: http://www.seas-at-risk.org/news_n2.php?page=420 (13 July 2011)
OCEAN2012: http://www.ocean2012.eu/press_releases/51-european-commission-proposes-fisheries-fix-to (13 July 2011)
Food & Water Europe: http://www.foodandwaterwatch.org/pressreleases/european-commission-proposals-to-reform-the-common-fisheries-policy (13 July 2011)
Una petizione per salvare il Mediterraneo dal nemico invisibile, le micro-particelle di plastica, http://www.ilfattoalimentare.it/una-petizione-per-salvare-il-mediterraneo-dal-nemico-invisibile-le-microparticelle-di-plastica.html

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JM
JM
23 Novembre 2011 20:57

non credo ci possa essere rimedio all’avidità cieca dell’animale bipede. come al solito, potremo soltanto rimpiangere i bei tempi andati e avanti verso un imbarbarimento inesorabile. I nostri figli vedranno i pesci in fotografia? Pazienza! Sarà già un miracolo se riusciranno a vedere qualcosa nella nebbia dei gas di scarico.