Con 402 voti a favore, 232 contrari e 40 astensioni, il Parlamento europeo ha detto No, chiedendo un bando totale, al metodo di pesca che utilizza impulsi elettrici per attirare i pesci dal fondale e farli finire nelle reti a strascico.

L’autorizzazione alla pesca elettrica è richiesta in particolare dai pescatori olandesi e ha provocato una dura reazione degli ambientalisti, con alla testa l’associazione Bloom, che ha organizzato una mobilitazione trasversale e che parla di “una vittoria formidabile per gli oceani, i pescatori artigianali e l’Europa”.

In Francia, dove c’è attenzione al potenziale impatto a lungo termine di questa tecnica sugli ecosistemi marini e sulla piccola pesca, un appello contro la pesca elettrica è stato sottoscritto da 249 parlamentari e un altro è stato firmato dagli chef di Relais & Châteaux, un’associazione che riunisce ristoranti gastronomici e hotel di lusso, che scrivono: “Siamo scandalizzati per la pratica della pesca elettrica in Europa.

L’utilizzo di corrente elettrica nell’ambiente naturale è impensabile dato che produce una carneficina ecologica. Le paranze elettriche producono delle catture di una qualità deplorevole, stressate e spesso segnate da ematomi conseguenti all’elettrocuzione. I pesci sono di così cattiva qualità che non ci si può far niente. In più, la pesca elettrica non è selettiva e minaccia di mettere in pericolo tutti gli organismi che vivono sul fondo dell’oceano”.

Pesca elettricaLa proposta della Commissione europea, che dal 2006 ha proceduto attraverso la concessione di deroghe al divieto stabilito nel 1998, era di estendere l’area in cui è consentita la pesca a impulsi elettrici, oggi limitata alle acque del mar del Nord meridionale e al 5% della flotta di ciascuno Stato membro. Attualmente solo 85 pescherecci Ue attuano questo tipo di pesca su una flotta di 87 mila imbarcazioni. Ma il Parlamento europeo ha chiesto invece l’interdizione totale e ora si aprirà un negoziato tra Commissione, Consiglio e Parlamento, per trovare una posizione condivisa.

I governi dei paesi Ue avevano concordato una posizione comune nel maggio 2017, chiedendo di mantenere i limiti attuali, con deroghe possibili solo dopo la presentazione di studi scientifici sugli impatti della tecnica sulle specie bersaglio e su specie e habitat sensibili. Ma dal fronte degli oppositori alla pesca elettrica si contesta alla Commissione Ue di aver sinora concesso deroghe ignorando proprio i pareri scientifici contrari, in particolare quello del 2006 del Comitato scientifico, tecnico ed economico per la pesca (Stefc), che raccomandava di non concedere alcuna deroga.

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Alessandro
Alessandro
24 Gennaio 2018 16:05

Spero che i nostri parlamentari europei abbiano tutti votato contro…