Lo scorso mese di luglio, l’Italia ha vissuto una delle ondate di calore più intense che siano mai state registrate, con temperature che hanno superato i 40°C in molte località del Sud e del Centro del Paese per diversi giorni consecutivi. Nello stesso mese è stato registrato il giorno più caldo a livello globale (in termini di temperatura media), mentre in Cina e negli Stati Uniti sono stati superati i 50°C. Queste continue ondate di calore, oltre a essere un pericolo diretto per la vita delle persone, minacciano anche la produzione alimentare. L’allarme degli scienziati arriva dalle pagine del Guardian.
Come spiega al quotidiano britannico John Marsham, professore di Scienze dell’atmosfera all’Università di Leeds, le ondate di calore come quella che abbiamo appena vissuto, che ha coinvolto Europa meridionale, Nord Africa, parte dell’Asia e il Nord America, possono provocare la perdita di raccolti in differenti regioni del mondo, contemporaneamente. Nel 2018, l’ondata di calore che ha colpito l’Europa ha causato la perdita di interi raccolti e la diminuzione delle rese fino al 50% nel centro e nel Nord del continente. Quella che ha colpito il Regno Unito nell’estate del 2022 ha causato la perdita di frutta e verdura.
Secondo gli scienziati, a causa del cambiamento climatico, entro il 2040 le ondate di calore diventeranno 12 volte più frequenti: periodi con temperature estreme, ripetuti e più lunghi, possono avere effetti deleteri sugli ecosistemi, che non hanno il tempo di riprendersi tra un’ondata di calore e l’altra. E il problema non è solo la temperatura atmosferica, ma anche quella dei mari: le ondate di calore marine e oceaniche possono causare morie di pesci e altri animali marini, come quella che si è verificata lungo le coste pacifiche del Canada, che ha coinvolto, secondo le stime, addirittura un miliardo di esemplari. Tutto ciò rischia di compromette altre fonti di cibo per gli esseri umani: la pesca e l’acquacoltura.
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Giornalista professionista, redattrice de Il Fatto Alimentare. Biologa, con un master in Alimentazione e dietetica applicata. Scrive principalmente di alimentazione, etichette, sostenibilità e sicurezza alimentare. Gestisce i richiami alimentari e il ‘servizio alert’.
“Le ondate di calore” stanno minacciando oramai da anni ( e sempre con maggiore intensità) la salute ,nonché la stessa sopravvivenza sul pianeta di persone e animali ..Qualche mese fa passeggiando per strada durante l afoso mese di luglio 2023con temperatura esterna di 38 gradi ( premetto che sono stata costretta ad uscire improvvisamente x alcune commissioni urgenti) ho visto stramazzata a terra per il gran caldo una tortora ..La piccola era deceduta purtroppo all angolo di un marciapiede …Pochi passi più avanti un altro volatile era sceso a terra sotto un albero per accovacciarsi sotto la sua ombra,mentre quella mattina un traffico assurdo di macchine in città stava alimentando smog ,aria irrespirabile e rumore eccessivo… …Bisogna smetterla di prendere l auto per spostarsi in città anche solo per un centinaio di metri …Farà bene al fisico camminare un po’ a piedi ,si inquinerà di meno,con grandi benefici per l ambiente e l aria circostante .Questo non è certo la soluzione ad un problema enorme e devastante che sta affliggendo l umanità già da diversi anni (e che molti politici continuano a negare e a non voler assolutamente vedere ) ,ma costituirà uno dei piccoli passi che l essere umano sarà obbligato a fare ..Bisogna fare tantissimo e bisogna che molti Stati( Cina ,India ,USA e Italia si muovano anche con una certa urgenza.Il tempo è oramai scaduto… e’ già giunta l ora dei blackout a causa dei condizionatori perennemente accesi durante l estate …edi questo ce ne siamo accorti tutti!!!.