Olio extravergine Monini e olio extravergine Carrefour: le marche e i prezzi sono diversi, ma il produttore è lo stesso. Quali sono le differenze? È questo il dilemma del consumatore davanti allo scaffale del supermercato, quando deve scegliere cosa mettere nel carrello.
Riempire la borsa con prodotti con il marchio di aziende famose o comprare le corrispondenti versioni con il nome della catena distributiva (marca commerciale, store brand o private label che dir si voglia) risparmiando qualche euro.
Ma esiste una reale differenza tra un prodotto e l’altro?
Prendiamo il caso dell’olio extravergine classico Carrefour confezionato da Monini, una delle aziende più conosciute sul mercato. L’olio Carrefour è ottenuto con extravergini comunitari provenienti da olive coltivate nei Paesi europei (Italia, Spagna e Grecia), proprio come quello con il marchio Monini.
Osservando l’etichetta si nota pure che le tabelle nutrizionali sono simili, anche se Monini riporta qualche precisazione in più come il contenuto di vitamina E.
Leggendo la tabella nutrizionale si può avere l’impressione di essere di fronte lo stesso olio, ma non bisogna farsi troppe illusioni, perchè i valori sono quasi immutati per tutti gli extravergini a prescindere dalle varie tipologie e dall’origine della miscela.
Nel caso di Monini le tre tipologie Classico, Gran Fruttato e Poggiolo hanno la stessa tabella nutrizionale, pur trattandosi di oli di qualità e origine differenti, tant’è che vengono proposti per distinti utilizzi in cucina e hanno listini distanti.
La differenza più evidente tra l’olio Carrefour e il Monini Classico riguarda il prezzo: il primo viene venduto a 4,29 euro mentre il secondo arriva a 5,13 euro, quasi il 20% in più. Stabilire quali sono le differenze non è facile.
I valori nutrizionali – precisa l’azienda – sono ottenuti valutando il valore mediano dei diversi nutrienti nel corso dell’intero anno, anche se la composizione acidica (acidi saturi, monoinsaturi, polinsaturi) dei blend utilizzati non varia in maniera significativa visto che gli oli utilizzati da Monini hanno una composizione acidica similare. Cambiano invece le caratteristiche organolettiche. Sono proprio queste che fanno la differenza di qualità e di prezzo tra i due.
Nel caso degli oli extravergini Carrefour e Monini la qualità e l’origine della materia prima, il tipo di miscele e il processo di lavorazione è simile ma non perfettamente uguale.
L’olio prodotto per Carrefour è il frutto di blend (miscele) appositamente predisposte per la catena distributiva e non corrispondono ad alcun prodotto Monini. Alla catena di supermercati vengono proposti blend diversi e questa differenza si percepisce assaggiando l’olio.
Insomma la diversità riguarda soprattutto il sapore, d’altra parte, l’extravergine è una spremuta di olive e le olive cambiano di anno in anno.
Non c’è quindi da meravigliarsi se lo stesso olio presenta piccole differenze da un anno all’altro, anche se l’azienda cerca di miscelare le varie partite per mantenere costante nel tempo il gusto e l’aroma.
Claudio Troiani
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Valori nutrizionali medi relativi a 100 ml di prodotto |
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Olio Monini |
Olio Carrefour |
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Valore energetico |
824 Kcal 3389 Kj |
828 Kcal 3404 Kj |
Proteine |
0 g |
0 g |
Carboidrati |
0 g |
0 g |
Grassi |
92 g |
92 g |
di cui Saturi Monoinsaturi Polinsaturi |
14 g 69 g 9 g |
14 g 69 g 9 g |
Colesterolo |
0 mg |
n.d. |
Fibre alimentari |
0 g |
0 g |
Sodio |
0 g |
0 g |
Vitamina E(α-Tocoferolo) |
15 mg |
n.d. |
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Prezzo (euro/litro)* |
5,13 € |
4,29€ |
* Prezzi rilevati a Torino nel mese di dicembre 2012
Foto: Photos.com
Qualche parametro oggettivo che guidi la scelta verso l’uno l’altro prodotto? Hai citato un parametro soggettivo come il gusto, per il resto non vedo altri parametri che facciano scegliere per uno o per l’altro!
si dice tanto sui dettagli ma sui temi principali si accenna, ovvero:
– i valori nutrizionali sono medi e va più che bene dire che sono medi;
– si parla di sapore e gusto e va molto bene dire che ognuno sceglie l’olio in base al sapore-gusto che esso preferisce;
– si accenna alla provenienza e questo è molto negativo, mi spiego
da qualche anno c’è l’obbligo di inserire in etichetta l’origine dell’olio. le aziende sono abbligate a scriverlo ma….guardate la dimensione dei caratteri con cui scrivono tale info: per leggerlo ci vuole la lente di ingrandimento. la gente compra monini pensando che sia olio umbro, compra carapelli pensando che sia olio toscano, compra carli pensando che sia olio ligure. alla fine, invece, consuma olio che è spagnolo o greco con, forse, un pò di italiano
meditate gente, meditate
Esiste un sito internet che fa il confronto tra prodotti marchiati e non, tipo coop, conad,ecc… ma mi sono sempre chiesto come mai un’azienda scelga di porre sullo scaffale un proprio prodotto con doppio marchio come monini e carrefour? ci verrebbe a perdere secondo me.Infatti vale il discorso del tipo che il prodotto "buono" lo vendo col mio marchio e prezzo alto mentre metto a disposizione i miei impianti per coop, conad ecc ma uso materie prime meno pregiate cosi da poter vendere il prodotto finito ad un prezzo più basso per il centro commerciale. Insomma i costi di produzione sono fissi per l’uso degli impianti ma poi posso spendere meno usando prodotti meno pregiati e cosi abbattere il prezzo mantenendo inalterato il ricavo aziendale.
….fidatevi….mai una azienda creerà una filiera di produzione solo per i prodotti carretour…sarebbe controproducente…l’olio è lo stesso….fa comodo a Monini vendere anche con marchio Carrefour, perchè hanno mercato anche quei prodotti….
Martino, quello che dice può essere in parte vero, ma in genere la catena di supermercati sigla un contratto dove sono definite in modo preciso le caratteristiche e le componenti del prodotto, che non sono troppo diverse da quello di marca. Tenga conto che per la maggior parte degli alimenti confezionati ( tranne i prodotti composti da un solo ingrediente) il costo delle materie prime incide per il 10 massimo 20 % sul listino e quindi ci sono ampi margini di riduzione del prezzo finale. Ma tratteremo questo argomento in un articolo .
Nome
Concordo pienamente con lei, in effetti è un argomento che va trattato ancora più a fondo e più spesso, poiché è un interessante discorso che spesso si tiene durante gli incontri in studio.
Saluti.
ha ragione Roberto. le catene distributive, molto spesso, redigono dei Capitolati di fornitura con i propri fornitori per costituire delle filiere produttive più o meno estese (mi dispiace deluderti Giulio) e più o meno sovrapponibili al prodotto commercializzato con il proprio marchio. La differenza di prezzo, a parte i prodotti di filiera, sono solo legate alla marginalità economica che l’azienda vuole realizzare … quindi stesso produttore non vuol dire stesso prodotto
Io consumo abituamente i prodotti non di marca e sono buoni; per l’olio extravergine d’oliva mi rivolgo direttamente ai produttori avendo la certezza di consumare un prodotto 100% italiano!