olio oliva extravergine

Sofisticazioni, frodi, errori nella tracciabiltà: l’ olio extravergine di oliva ne ha viste e ne ha passate tante, in alcuni casi anche senza in realtà aver subito davvero questi processi. Alberto Grimelli – direttore di Teatro Naturale e collaboratore di Il Fatto Alimentareha pubblicato un articolo in cui racconta una di queste storie: un errore in un sequestro costa caro.

Il carico di olio extravergine di oliva sequestrato

olio di oliva extravergine
Lo Stato ci ha messo due anni a riconoscere l’errore, con ingenti danni economici

Sequestro annullato dopo due anni

A due anni di distanza il Tribunale di Siena ha pronunciato la sentenza: il sequestro è annullato e la Regione, responsabile del procedimento, è condannata al pagamento delle spese. Il giudice ha rilevato che i documenti dell’olio c’erano, dimostravano in modo inequivocabile che si trattava di olio extravergine di oliva 100% italiano della campagna 2014/15, tutto tracciato, che il percorso del vettore sequestrato era giustificato, che il documento di trasporto non era irregolare, ma semplicemente errato.

L’errore da parte dell’azienda nel documento di trasporto c’era, dunque, ma il sequestro del carico era misura eccessiva rispetto alla violazione riscontrata, in base alle ricostruzioni effettuate in sede di dibattimento giudiziario. Gli agenti del Corpo Forestale dello Stato hanno sbagliato, ma lo Stato ci ha messo quasi due anni a riconoscere l’errore. Troppo, oggettivamente troppo. Anche perchè il danno è ormai fatto, ovvero quell’olio, da extra vergine è divenuto ormai probabilmente lampante. Un danno non riconosciuto e che, per venire riconosciuto, necessiterà di un ulteriore processo.

Agli operatori si chiede di inserire i dati di movimentazione del Sian entro 6 giorni dall’operazione, pena pesanti sanzioni. Vorremmo che lo stesso metro venisse applicato allo Stato. Tempi certi per provvedimenti e sentenze, altrimenti pesanti sanzioni a carico dello Stato e a favore del cittadino. Che non paghino però interamente gli stessi cittadini con le tasse. Un simile sistema richiede assunzione di responsabilità da parte di tutti gli organi dello Stato. L’introduzione della diretta responsabilità per il funzionario statale, specie in ambito di controlli, rischierebbe di penalizzare l’attività di vigilanza. L’attuale situazione, però, rischia di portare all’estremo opposto e a casi come quello esposto. Occorre come sempre una giusta via di mezzo, premiando la professionalità e competenza, punendo la superficialità e la negligenza.

olio extravergine di oliva
La prossima campagna olearia sarà uguale?

Il ruolo dei media

Questo vale per lo Stato ma anche per i media. Tra i vari stralci di articoli sul caso del sequestro dei 12 mila litri, leggo anche “non è escluso, su questo si continua a indagare, possa arrivare anche da stati nordafricani. O addirittura che il prodotto possa essere stato sostituito durante i 4 giorni impiegati per arrivare dalla Puglia alla Toscana. Gli investigatori non escludono nemmeno l’ipotesi che l’olio potesse essere utilizzato da qualche azienda per essere mischiato con il prodotto locale.”

È compito del giornalista raccogliere le notizie. Dare conto del sequestro era un dovere, poiché era una notizia. Era cioè un fatto di oggettivo interesse pubblico, dato l’allarme per l’annus horribilis dell’olio. In casi come questi occorre però la massima cautela nel dare l’informazione. Raccogliere voci e notizie non ufficiali è lavoro quotidiano del giornalista, ma occorre misura nel riportarle, se non con adeguate e circostanziate informazioni e documenti. Il confine tra notizia e sensazionalismo è spesso molto labile, una linea sottile. Una lezione da non dimenticare.

La campagna olearia 2016/17, ormai è noto, assomiglierà molto a quella 2014/15. Non in tutto, ci auguriamo.

da Teatro Naturale

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Paoblog
3 Ottobre 2016 16:23

Si sa che lo Stato gioca con regole diverse rispetto ad aziende e cittadini. Vedi alla voce fallimenti dove una piccola azienda riceve dopo soli 15 anni l’1% del credito (50.000.000 di lire ovvero quasi 25.877 €) pari a ben 258 €, ben più che una presa in giro. Poi leggi le carte dell’esecuore fallimentare ed ecco che lo Stato, che sia Inps oppure Equitalia si prende il 100% con ovviamente gli interessi.
Ma fosse tutto qui…

MAurizio
MAurizio
9 Ottobre 2016 19:04

Dopo due anni i 12000 litri di olio dissequestrati sono da buttare (o, al massimo ci si puo’ fare il sapone). I responsabili devono pagare i danni. Diciamo da 60.000 a 150.000 euro ? Chi paga ?
Per altro, trattandosi di bene deperibili si potrebbe anche ragionare sul fatto che sono serviti DUE ANNI per prendere una decisione. Una compartecipazione nel pagamento dei danni, no ?

Giovanni
Giovanni
10 Ottobre 2016 10:17

La vicenda rientra in tutti quei casi di errore da parte dello Stato ! Perchè ? qualcuno avrà sbagliato e quel qualcuno paghi. Mi viene da ridere quando sento o leggo ” lo Stato ha sbagliato”. Chi ha fatto l’intervento e ha eseguito il sequestro ? chi ha fatto le indagini e stilato il rapporto mettendo le informazioni raccolte a disposizione dell’Autorità che ha convalidato il sequestro ? Ricordiamoci che l’autorità Giudiziaria, o amministrativa che sia, svolge la propria funzione attraverso la Polizia Giudiziarie o amministrativa, quindi adotta i provvedimenti da questi richiesti. Se il cittadino sbaglia è giusto che paghi, e, badate bene, paga con i propri soldi”, la stessa regola dovrebbe valere per tutti i “rappresentanti dello Stato”, i quali oltre ad avere l’obbligo di far osservare la Legge hanno anche il dove di osservarla, come tutti i cittadini.

Costante
Costante
10 Ottobre 2016 22:35

La vecchissima proposta di istituire una sezione con competenze tecniche della magistratura è sempre rimasta nel cassetto, e si è alla mercé di magistrati tuttologi che dovrebbero arrivare a decisione in pochi giorni e ci mettono anni, facilitati da una assurda moltitudine di enti preposti al controllo con personale di preparazione spesso “pressapochistica2 che sovente è portato a dare interpretazioni “sensazionali” oltretutto comunicate per protagonismo impunemente ai media prima di qualunque riscontro oggettivo. I danni sono sempre stati ingenti per gli operatori senza che nessuno alla fine abbia pagato il vero danno che a volte è incalcolabile con distruzione di marchi e perdite di posti di lavoro. Basti ricordare i milioni di litri di latte perfettamente commestibile andato distrutto dopo un anno a seguito dell’incidente di Chernobyl, mentre persino illustri cattedratici pontificavano a vanvera senza saper cosa fosse un millicurie ed i relativi metodi di indagine…, e a tante allerte con sequestri assurdi lanciate al di fuori di ogni criterio e pubblicizzate da “centri di potere ” che andrebbero totalmente ridimensionati od addirittura eliminati da una seria revisione di tutte le procedure.
Non sarebbe ora che