L’olivicoltura italiana, attraverso le associazioni del produttori Unaprol e Cno, ha siglato delle intese per promuovere e commercializzare con alcune insegne della Grande Distribuzione dell’ottimo olio extra vergine d’oliva 100% italiano a un prezzo equo, tanto per l’acquirente quanto per olivicoltori e frantoiani. Si tratta di due progetti che sono stati presentati a breve distanza di tempo uno dall’altro.
Al primo olio promosso da Cia, Cno, dell’Alleanza delle Cooperative Italiane Agroalimentari e Coop è stato dato il nome di “Assieme”. La scelta non è affatto casuale, l’olio infatti vuole evidenziare un percorso diretto, una filiera che, invece di perdersi in mille intermediari che fanno aumentare i prezzi, si accorcia fino a comprendere soltanto olivicoltori, frantoi cooperativi, e la più grande catena della distribuzione moderna in Italia (Coop).
L’olio extra vergine Assieme
La qualità di “Assieme” è garantita da un preciso disciplinare di produzione citato anche sull’etichetta. Si tratta di un olio fruttato medio, verde/maturo, dal sentore amaro e piccante tale da esprimere un gusto equilibrato. Questo extravergine è rafforzato da tre parametri di qualità obbedendo alla regola del 3: l’acidità inferiore allo 0,3% (a fronte di un limite di legge dello 0,8%), le caratteristiche organolettiche e il contenuto di polifenoli (composti antiossidanti, indici di freschezza e qualità) maggiore o uguale a 300mg/kg.
L’olio Fai
“Fai” è invece il nome scelto da Unaprol per l’extra vergine 100% italiano in vendita sugli scaffali dei supermercati Sisa. Anche questo olio risponde a un preciso disciplinare di produzione. L’obiettivo del nuovo olio è riequilibrare la catena del valore lungo la filiera. Oggi, per ogni euro speso dai consumatori per il cibo, solo 17 centesimi vanno all’agricoltore; 23 centesimi vanno all’industria e il resto alla distribuzione.
Dove si consuma l’olio extra vergine
Da un punto di vista economico oggi il consumo di extra vergine si concentra in Lombardia (24 milioni di litri), Toscana (16 milioni di litri) e Lazio (15 milioni di litri). Per l’olio 100% italiano si riscontra un posizionamento di prezzo analogo agli altri oli e una concentrazione dei consumi in Toscana (6,5 milioni di litri) e Lombardia (3 milioni di litri), mentre nelle regioni del Sud questa tipologia non raggiunge il milione di litri. A giugno 2012, siano stati venduti in Italia circa 220milioni di litri di olio per un valore di 860milioni di euro, segnando un incremento del 2% rispetto all’anno precedente.
Il 73% del venduto, con 161 milioni di litri ed un incremento del 2% rispetto al periodo precedente, appartiene alla categoria dell’extra vergine. L’olio di oliva si assesta su un livello del 14% e l’olio con il marchio “100% italiano” raggiunge una quota dell’11%, con 24 milioni di litri. Residuali le performance degli oli Dop-Igp e biologici.
Una mancanza di collaborazione
Ovviamente ci si può chiedere perché le due più rappresentative associazioni dei produttori lavorino separatamente, con accordi distinti e differenti con le catene di supermercati. La domanda diventa ancor più pressante, quando si scopre che il disciplinare di produzione a cui fanno riferimento i due oli Assieme e Fai è lo stesso.
Le due associazioni, infatti, vi hanno lavorato in modo congiunto e l’hanno depositato il progetto nel 2009 presso l’ente di certificazione Csqa per sottoporlo al controllo di filiera. Il disciplinare è stato costruito grazie a fondi nazionali e comunitari ed è ben redatto, anche grazie alla collaborazione di docenti universitari. Purtroppo l’esito è la nascita di due marchi differenti a causa di divergenti interessi. “Fai” e “Assieme”, venduti rispettivamente nei supermercati Sisa e Coop, rappresentano comunque il biglietto da visita dell’olivicoltura italiana.
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giornalista direttore Teatro Naturale
" mentre nelle regioni del Sud questa tipologia non raggiunge il milione di litri" – beh, di extra vergine VENDUTO direi di sì: al Sud (ma anche la centro, qui da me), l’extra vergine in genere viene autoprodotto, e non comperato al supermercato. Poi si scambia, si regala, si baratta etc. etc.