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Alla soia sono dedicati oltre 300.000 km quadrati, nel 93% dei casi con soia GM.

Dopo aver chiarito questi punti sulla sicurezza,  l’associazione fornisce alcune indicazioni su come evitare gli alimenti GM.

1) Comprare biologico: le normative federali e nazionali non ammettono alcun tipo di presenza di ingredienti GM nei cibi etichettati come “organic”, né quella di pesticidi.

2) Acquistare alimenti certificati “Non GMO Project Verified”. L’organizzazione no profit Non-GMO Project realizza un dettagliato e volontario processo di certificazione dei prodotti alimentari in modo da fornire una sorta di garanzia ai produttori che non vogliono utilizzare semi e piante GM. Questa associazione, unica a compiere queste analisi, opera in Stati Uniti e Canada.

3) Utilizzare la EWG’s Shopper’s Guide to Avoiding GE Food per identificare i cibi che con maggiori probabilità contengono ingredienti GM. Non tutti possono permettersi alimenti biologici, ma questa guida può aiutare i consumatori a distinguere i cibi da preferire e da evitare.

 

Ecco, infine, le quattro classi di alimenti più a rischio:

Prodotti contenenti ingredienti derivati in vario modo dal mais. Gli Stati Uniti sono il primo produttore mondiale e gli agricoltori, secondo lo US Department of Agriculture, piantano più mais che qualunque altra pianta, su una superficie che ormai ha superato i 95 milioni di acri (384.000 km quadrati). Oggi più del 90% di questi campi è coltivato con piante GM, impiegate per mangimi animali e per il 12% utilizzate per produrre farine, sciroppo di fruttosio, amidi, olio che finiscono negli alimenti industriali e quindi sugli scaffali dei supermercati. Oggi meno dell’1% del mais prodotto in America è mais dolce non GM.

 

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Lo zucchero venduto negli USA deriva da barbabietola al 95% GM

Soia e prodotti derivati. La seconda pianta più coltivata dopo il mais è la soia, alla quale al momento sono dedicati oltre 300.000 km quadrati, nel 93% dei casi con soia GM. Come per il mais, è necessario ricordare che anche gli ingredienti derivati da questa pianta sono numerosi e diffusissimi nei prodotti industriali. Per evitarli è necessario verificare la presenza di derivati quali proteine, olio, latte, farina e salse, tofu o lecitina di soia nelle etichette. Anche se non si trova la definizione GM sull’etichetta è altamente probabile che si tratti proprio di soia OGM.

 

Zucchero. Circa il 55% dello zucchero prodotto negli Stati Uniti è ricavato dalle barbabietole, il 95% della quale è GM. A meno che non si trovi la definizione “zucchero di canna”, è assai probabile che lo zucchero aggiunto derivi da barbabietole GM.

 

Oli vegetali. Gli oli vegetali, l’olio di canola, quello di semi di cotone, quello di soia e quello di mais derivano nella stragrande maggioranza dei casi da piante GM. Circa il 90% dell’olio venduto in USA è olio di soia, quasi interamente proveniente da piante GM. Nel restante 10% vi sono gli oli di semi di cotone, di girasole, di canola, di colza e di arachidi. La canola e il cotone derivano principalmente da piante GM, come più del 90% degli oli di mais.

 

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Anche la papaya coltivata alle Hawaii ed esportata in molti Paesi, tra cui States, è GM

Infine, l’associazione ha pubblicato una lista dei prodotti sorvegliati speciali:

Papaya: secondo l’associazione dei produttori delle Hawaii, il 75% delle papaye coltivate lì (ed esportate in molti paesi tra i quali soprattutto il resto degli Stati Uniti) è GM. La modifica è stata introdotta per combattere un virus che stava distruggendo le colture.

Zucchine e zucche: per il momento in circolazione le varietà GM sono poche ma non c’è modo di riconoscerle

Mais dolce: anche se la maggior parte del mais dolce e dei prodotti da esso derivati non sono GM, esistono anche varianti GM, e anche in questo caso non è possibile individuarle nei prodotti. Il consiglio è dunque sempre lo stesso: preferire il biologico.

 

Tra i prodotti in attesa del via libera delle autorità sanitarie americane vi sono il radicchio, le patate, le prugne, il riso, i pomodori, l’avena e il salmone. Per quest’ultimo, c’è grande per le decisioni della FDA: se il supersalmone AquaBounty, che cresce a una velocità doppia del normale, sarà approvato, si tratterà del primo prodotto GM di derivazione animale autorizzato per consumo umano.

 

Agnese Codignola

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Stefano Ferrari
Stefano Ferrari
2 Aprile 2014 10:15

C’è solo una ragione per rifiutarsi di mangiare “ogm”: la tigna. Non che ci sia nemmeno un solo motivo per voler mangiare “ogm”: sono piante come tutte le altre, a parte il Golden Rice non mi risulta che la tecnologia transgenica sia mai (ancora) stata utilizzata per aumentare in qualsiasi maniera la “qualità” di una produzione.
Comunque, non sarà facile disinnescare questa fobia indotta contro il nulla, eccetto per il fatto che fra qualche tempo ancora o si mangerà ogm o non si mangerà proprio per niente.
Coraggio, troverete senza dubbio altre fobie e altre crociate…

Giorgio
Giorgio
Reply to  Stefano Ferrari
3 Aprile 2014 12:01

Quando iniziai a comprare i primi prodotti biologici, una trentina di anni fa, in tutta Milano c’era una sola erboristeria che aveva un piccolo assortimento di biscotti, gallette e poco altro.
Adesso si trovano prodotti bio in ogni grosso supermercato e nelle cittadine di medie dimensioni ci sono almeno un paio di negozi che vendono solo quello.
Nel frattempo, il mercato é cresciuto anno dopo anno senza bisogno di dare dei fobici o dei paranoici a chi nel bio non ci credeva, come sta regolarmente facendo la calata di “tecnici” pro OGM d’assalto che imperversa puntualmente in rete in ogni luogo in cui si parla di Ogm senza il breviario Monsanto in mano.
Abbiate pazienza, capita a tutti nella vita di puntare sul cavallo sbagliato e capisco la rabbia di chi l’ha fatto. Ma tant’é, qui e ora, la maggioranza, di Ogm nel piatto preferisce farne a meno. Potete farvene una ragione e passare ad altro o continuare come ora, insultando chi non condivide il verbo del luminoso futuro modificato geneticamente, come il guidatore che entrato in autostrada pensava che fossero tutti impazziti..stavano andando tutti contromano 🙂

Andrea Ricci
Andrea Ricci
Reply to  Stefano Ferrari
3 Aprile 2014 23:31

La lobby pro-OGM si sta infiltrando dappertutto, come quella pro-gas di scisti (che aveva prima la casacca pro-nucleare). Sono i potenti e i ricchi della Terra, che agiscono per esclusivo interesse proprio.
Contro di loro crescono i “fobici” (come li chiama il “gentile” commentatore): gli anti-OGM, gli anti-gas di scisti, gli anti-nucleare. Crescono per la fortuna dell’interesse collettivo e del pianeta.
E’ una lotta, dei cattivi contro i buoni, di Golia contro Davide. Se vinceranno i primi, non ci sara’ nulla da salvare. Se vinceranno i secondi, ne beneficieranno anche i primi.

marco
marco
2 Aprile 2014 18:47

ma no perchè…lasciamoci completamente “sopraffare” anche dalle lobby di produzione dei semi e dei pesticidi
si sta facendo spazio “un nuovo potere” , prego entri pure

Diego Leva
Diego Leva
3 Aprile 2014 13:47

Vorrei ricordare a tutti che il brevetto sul tratto BT utilizzato nel mais è in scadenza e tra poco ci sarà “l’assalto alla diligenza” e molti laboratori si daranno da fare per introdurlo in molte piante prima snobbate dalle multinazionali , perchè marginali. Questo riguarderà specialmente i paesi in via di sviluppo (senza contare quelli che già lo facevano infischiandosene dei brevetti).

ezio
ezio
5 Aprile 2014 11:15

Se la scienza e la ricerca non applica prima di tutto il rispetto degli altri, non merita alcun rispetto da nessuno.
Invadere, contaminare, imporre, mentire, omettere, ecc.. sono comportamenti molto arroganti cresciuti su un terreno mancante di rispetto per il prossimo, altro che progresso scientifico!!

marwy
marwy
5 Aprile 2014 11:21

Quello che è tragico è che gli ogm li mangiamo
anche se non li abbiamo autorizzati, tramite le
farine industriali e il mangime per animali di allevamento che finiscono sulle nostre tavole.

Nunzia
Nunzia
9 Aprile 2014 01:36

Si continuano a pubblicare articoli come questo in cui si osanna il biologico e si demonizzano gli Ogm senza dare un fondamento scientifico a quello che si inculca nella testa delle persone. L’agricoltura e tutto ciò che mangiamo viene da processi produttivi che non hanno niente a che fare con la parola naturale, l’agricoltura è un’attività economica e come tale sfrutta le tecnologie a disposizione. Non capisco perché si apprezzano le tecnologie in tutti i settori tranne che per i prodotti alimentari eppure in tutto il mondo non si è ancora verificato un caso di malattia/morte collegata agli OGM.

Luisa
Luisa
Reply to  Nunzia
9 Aprile 2014 12:26

L’agricoltura non è un’industria e le tecnologie vanno applicate se utili a migliorare l’attivita’ economica. Gli ogm comportano la perdita della biodiversita’ e rendono la terra priva di quell’equilibro naturale che la rende produttiva non c’e’ miglioramento dell’attivita’ economica. Il contadino è diventato da primo anello della catena alimentare umana a primo consumatore perche’ e’ costretto a comprare- semi – veleni – diserbanti e quant’altro…economicamente un fallimento. la mia azienda agricola invece è indipendente, conserva i semi e li riproduce, non pratica concimazione chimica ma l’avvicendamento delle colture (rotazione) e la terra fa’ da sola…produco meno dell’agricoltore convenzionale ma spendo niente nell’acquisto di trattamenti chimici (vantaggio economico) e non avveleno il cibo e le falde acquifere che tu mangi e bevi cara nunzia (vantaggio ambientale ed economico perche’ tu risparmierai sulle medicine che serviranno a curarti). Se il mio vicino seminera’ ogm io perdero’ il diritto di coltivare le varieta’ che scelgo perche’ verranno contaminate, perdero’ il diritto di essere agricoltore e non industria agroalimentare e la terra perdera’ la sua capacita’ di autorigenerarsi perche’ scomparira’ la biodiversita’e tu cara nunzia mangerai spazzatura. Ci sono innumerevoli studi sulle proprieta’ organolettiche e nutrizionali del cibo biologico e di varieta’colturali che rischierebbero l’estinzione se si diffondessero gli ogm.

ezio
ezio
9 Aprile 2014 12:22

Per Nunzia
“Via via che aumenta il numero di campi coltivati a semi GM, gli agricoltori del biologico o anche quelli che semplicemente non vogliono utilizzare quei semi, fanno sempre più fatica a evitare la contaminazione involontaria, dal momento che i semi stessi e i pollini vengono diffusi dagli insetti, dai corsi d’acqua, dal vento e non è possibile confinarli entro aree predefinite.”
Se quello che legge le produce la comprensione che ha manifestato, il problema non è nella tecnologia delle produzioni, ma nella mancanza di comprensione e soprattutto di rispetto per gli altri:
coltivatori, trasformatori, commercianti e consumatori che vogliono sapere cosa c’è dentro il prodotto che acquistano, per decidere liberamente della propria salute, benessere ed anche ambiente dove vivere, magari il più lontano possibile da voi invadenti ed imprudenti.

Giorgio
Giorgio
9 Aprile 2014 13:17

Si continuano anche a pubblicare articoli come questo, che oltre a manifestare la simpatia verso gli Ogm, la buttano più o meno volutamente in caciara mescolando agricoltura, scienza, economia e concludendo con il sempre verde “non é mai morto nessuno”
Informare e inculcare non sono sinonimi, almeno nella lingua italiana. L’articolo di Agnese si basa su fatti e cita le fonti, non mi pare esprima convinzioni personali dell’autrice, tantomeno intese a fare proseliti.
L’agricoltura esisteva millenni prima della parola economia e oggi come allora, per praticarla, sono indispensabili solo semi, suolo, acqua ed energia solare, tutte cose naturali che con la tecnologia c’entrano come i cavoli a merenda.
Se per magia tutta la tecnologia scomparisse da un momento all’altro, l’agricoltura continuerebbe tranquillamente ad esistere, così come esisterebbe tranquillamente anche senza una qualsiasi forma di organizzazione economica.
Che poi si apprezzino tutte le altre tecnologie in quanto tali é tutto da dimostrare: non credo passi giorno senza che le popolazioni che vivevano nel raggio di decine di Km da Chernobyl o Fukushima maledicano il nucleare, solo per fare un esempio. Ma se vuoi vado anche avanti: ti dicono niente Seveso, Bhopal o anche Brescia ? Mai sentito della catastrofe della Exxon Valdez nell’artico o quella della BP nel golfo de Messico ? Posso continuare per decine di pagine a proposito della “buona tecnologia” e includere decine di pagine anche solo per listare i pozzi chiusi e le falde avvelenate dai pesticidi delle stesse “buone” aziende che ora controllano la maggior parte del mercato degli Ogm, giusto per ricordarci con chi abbiamo a che fare..