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rifiuti alimentari
Ogni francese produce più di venti chili di rifiuti l’anno

Ogni francese produce più di venti chili di rifiuti l’anno, di cui sette chili sono costituiti da cibi ancora imballati. È quanto ha rilevato l’Agence de l’environnement et de la maîtrise de l’énergie (Ademe), che ha condotto una sperimentazione con venti famiglie di tre città, coinvolgendo 41 adulti e 25 bambini, con un’età media di sette anni, tra aprile e luglio di quest’anno.

 

Per tre settimane le famiglie hanno raccolto i rifiuti alimentari, senza modificare le loro abitudini. Da questa prima fase dell’esperimento, è risultato che la maggior parte dei rifiuti è costituita da verdura e liquidi. La quantità annuale di cibo sprecato è equivalente a 56 pasti, cioè circa un pasto alla settimana, con un costo medio per persona di 91 euro l’anno, pari al 7,7% della spesa alimentare annua ( il dato è simile a quello rilevato in Italia). In una seconda fase, alle famiglie sono stati forniti dieci consigli di buona gestione, che hanno portato, nelle due settimane successive, a una riduzione media dei rifiuti alimentari del 44%, con forti differenze da famiglia a famiglia. Questa minor quantità di rifiuti – soprattutto liquidi, amidi, frutta e verdura – equivale a un risparmio annuo di 44 euro a persona, pari al 49%.

Tra in consigli forniti da Ademe durante l’acquisto c’è quello di prestare attenzione alla data di scadenza dei prodotti in promozione, e di non farsi prendere dalle promozioni caricando la dispensa di prodotti. Nella conservazione dei cibi, disporli in frigo secondo la data, distinguendo quelli con una data di scadenza da quelli con un termine minimo di conservazione. Nella preparazione in cucina, regolare le quantità in base al numero di persone, congelare  e cucinare gli avanzi, mangiare tutta la frutta e la verdura.
Beniamino Bonardi

© Riproduzione riservata

foto: istockphotos.com

 

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Costante
Costante
28 Novembre 2014 17:56

Abbiamo provato ad andare fino a zero delle scorte alimentari in una famiglia di 3 persone, col risultato, utilizzando una certa fantasia, di resistere senza acquisti per circa 10 giorni. Ciò dimostra che razionalizzando le scorte in base alle proprie esigenze si può avvicinarsi ad una percentuale elevatissima di fruizione di quel che si acquista con forte riduzione di scarto, di spazio, e di frigorie.