Noodles Buitoni e Saikebon Star a confronto: gli spaghettini orientali istantanei piacciono ma contengono troppo sale e troppi olio (di palma)
Noodles Buitoni e Saikebon Star a confronto: gli spaghettini orientali istantanei piacciono ma contengono troppo sale e troppi olio (di palma)
Valeria Torazza 17 Luglio 2015Gli scaffali dei supermercati sono ricchi di novità ispirate a Oriente per il consumatore nostrano: un esempio sono i noodles, venduti da Star e Buitoni. Si tratta di spaghetti istantanei pronti in pochissimi minuti; originari della Cina, adattati dai giapponesi e diffusi in tutto il mondo. Buitoni li propone nella linea Buitoni idea per…, Star li traduce in “nudolini” per Saikebon. Abbiamo messo a confronto i due prodotti, entrambi a lunga conservazione.
Le due confezioni sono molto simili: i sacchetti contengono noodles e condimento (Buitoni suggerisce di aggiungere dell’olio extravergine di oliva).
I noodle rappresentano oltre il 90% mentre il secondo ingrediente è l’olio di palma. Il sale è abbondante: è infatti il primo nome nella lista dei condimenti nelle due varietà Buitoni Idea … e nei nudolini Saikebon manzo speziato. Il glutammato monosodico è un altro elemento portante di questo piatto pronto. Sono tanti gli additivi presenti in entrambe le marche. Si tratta per lo più di aromi; ad esempio, nei Buitoni Idea per… gusto pollo, il pollo non è tra gli ingredienti, è solo un aroma. Attenzione alla nomenclatura: si chiamano infatti “gusto” pollo, non “al” o “di” pollo.
La popolarità di questi prodotti può sembrare strana nel nostro Paese, considerato il simbolo degli spaghetti di semola che basano il successo sulla base della semplicità degli ingredienti (semola e acqua).
Sicuramente, i noodles stuzzicano la curiosità di chi è alla ricerca di nuovi sapori e i prezzi davvero stracciati consentono di preparare un piatto in soli 6 minuti. Buitoni Idea per… si trova a 50 centesimi in un ipermercato Bennet; su esselungaacasa.it il prezzo è più alto ma siamo ben al di sotto dell’euro (69 centesimi).
Dal punto di vista nutrizionale non è si tratta di piatti equilibrati. Il sale è molto abbondante: una porzione fornisce il 40% dell’apporto consigliato nella dieta giornaliera di un adulto. Elevata è anche la presenza di grassi: considerando che nel piatto finale si consiglia di aggiungere olio extravergine di oliva, i grassi di una porzione rappresentano il 37% del fabbisogno giornaliero. In termini calorici l’incidenza è più bassa, 20% delle 2000 kcal giornaliere consigliate sulla confezione.
Anche per quanto riguarda i valori nutrizionali le due marche sono simili; ecco le tabelle a confronto.
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analisi di mercato
Ma come fanno ad avere tutte quelle calorie? Io prendo il ramen della Nissin, e sull’etichetta riporta di avere 87Kcal per 100g, ditemi voi cosa cavolo ci sarà in quelli “made in Italy”, datemi retta provate quella fatti da rinominate aziende orientali, io prendo 10 pacchetti di Top Ramen Nissin a 6,90€ e pesano 85g l’uno, un miglior rapporto peso/prezzo, e sicuramente anche un miglior rapporto qualità prezzo.
Vorrei far notare che in tutti e 4 gli alimenti è presente il glutammato. La sostanza fa parte degli esaltatori di sapidità e serve a ricreare il gusto di carne senza doverla necessariamente usare, cosa che fa risparmare la casa produttrice. Emblematico il Saikebon al pollo dove in quel 7% di condimento è presente uno 0.3% di carne di pollo: praticamente una titolazione omeopatica!
Invece alla Buitoni hanno optato direttamente per la dicitura-scappatoia “gusto pollo”: infatti negli ingredienti il pollo non c’è!
Come se non bastasse 3 di questi alimenti sono “tagliati” col caramello, per giunta ammoniacale, per dargli un colorito appetibile. Senza glutammato e caramello probabilmente questi preparati avrebbero un aspetto bianchiccio ed un sapore scialbo nel migliore dei casi.
I polifosfati dei noodles al curry poi..
Io consiglierei di lasciare questi prodotti sugli scaffali: costano si poco ma questo incide sulla qualità degli ingredienti, talmente pochi e di bassa qualità da dover ingannare i nostri sensi per farceli piacere.
La vostra salute ringrazierà.
Sergio concordo in pieno! Se volete dei noodles cucinateli!
Sono semplicissimi, quelli di riso/soia cuociono in pochi minuti e poi basta saltarli o condirli con verdure (zucchine, carote etc..) spezie (zenzero fresco, curry, curcuma) e salsa di soia (quella di qualità ovviamente) e il patto è fatto. Magari accompagnata da un bel brodo di miso.
Lasciamo questi possimi prodotti sugli scaffali!
Sofia la risposta non è sempre “cuciniamoli da soli”ecc.. perchè altrimenti lo dovremmo fare per i biscotti, pasta, tonno, spezie, gelati, torte, caramelle, legumi, e quindi abolire la vita moderna e tornare a produrre tutto in fattoria e a barattare i prodotti con altri produttori.
Più che altro, i prodotti industriali, aiutano la vita moderna e offrono un vantaggio tecnologico che nel tempo si è abusato, la conservazioen dei cibi. Piuttosto, cominciamo e pretendere prodotti sempre più freschi, con vite e scadenze accettabili e non troppo lunghe come avviene già nei paesi europei più evoluti.
Esempio: un saikebon FRESCO, cioè nel banco frigo, confezionato tenuto tra 0° e 4°, può avere meno conservanti, più sapore e ovviamente più buono di un prodotto che dura un anno e disidratato e per questo si è costretti a esaltare i sapori. Cercherei di intravedere strade più plausibili visto che ilr agazzino o la merenda non la si può sempre cucinare a casa, altriementi le vendite delle merendine non sarebbero così alte, come quelle dei biscotti da colazione ecc…
Gp, se tornassimo a prepararci le cose in casa non sarebbe male 🙂
Sono convinto che buona parte dei mali moderni siano provocati da un’alimentazione fondamentalmente sbagliata perché figlia di regole vecchie di cinquant’anni e che non esistevano prima (es: demonizzazione dei grassi) e di cibi denaturati e scarsamente nutrienti perché artificiali.
Sarebbe bello che le grandi industrie alimentari seguissero la strada che proponi ma purtroppo penso che si continuerà nella direzione opposta, perché tutto è visto nell’ottica del profitto: gli additivi onnipresenti servono principalmente per aumentare la vita di scaffale, perché è più comodo per un’azienda gestire stock di prodotti che deperiscono dopo anni anziché giorni: fa risparmiare tantissimo. Inoltre le industrie competono per creare il prodotto più appetibile che surclassi la concorrenza, perciò via libera ad esaltatori di sapidità, addensanti ed aromi artificiali che solletichino le papille dei consumatori. Esaltatori ed aromi inoltre hanno il vantaggio di mascherare la pessima qualità degli ingredienti, che altrimenti avrebbero un sapore insipido nel migliore dei casi. Ci sarebbe da aprire un libro sulle porcherie che ci vengono propinate a nostra insaputa, come i mono e di-gliceridi degli acidi grassi.
Non tutte le industrie sono da bandire, ce ne sono alcune che usano ingredienti di buona qualità e soprattutto non usano additivi o comunque molto pochi, quel che è certo è che non si tratta di grandi marchi.
Il trucco sta nel leggere attentamente le etichette e comprare solo i prodotti che hanno gli stessi ingredienti che una persona userebbe per preparare l’alimento in casa, senza aggiunta di roba che non si saprebbe nemmeno come procurarsela: a quel punto se il sapore è buono, altrettanto lo è qualità. Gli altri prodotti invece sono da lasciare sullo scaffale assieme alle loro truffe alle papille gustative fatte per mascherare la pessima qualità. Se non c’è in quel che si cerca un prodotto di buona qualità amen, non si compra, tanto significa che è junk-food.
Col cibo è meglio non scherzare: gli alimenti di qualità costeranno un pochino di più ma se il problema è la spesa piuttosto pensare che quello che si spende lo si guadagnerà in salute.
Secondo me al ragazzino farebbe meglio per merenda una fetta di pane spalmata con buon burro e marmellata, invece che una merendina da discount zeppa di margarina, mono e di-gliceridi di acidi grassi, aromi artificiali, addensanti, uova di bassa categoria, olio raffinato di palma e sciroppo di glucosio.
Rispettivamente 7 e 10 euro al kg. per mangiare cibo a lunga conservazione, per giunta di bassa qualità … se lo compri lei.
Questo è il risultato della globalizzazione dell’idiozia.
Noi si continua a mangiar spaghetti di grano duro, magari biologici/integrali o di grani antichi, cotti al dente, conditi con ragù alla bolognese o pesto alla genovese o sugo di cozze o alle vongole … ditemi se si può barattare queste delizie con quelle porcherie!