Nella settimana n°14 del 2014 le segnalazioni diffuse dal Sistema rapido di allerta europeo per alimenti e mangimi sono state 53 (11 quelle inviate dal Ministero della salute italiano).
L’elenco comprende quattro allerta: mercurio in verdesca (Prionace glauca) senza pelle, dalla Spagna; mercurio in verdesca (Prionace glauca) congelata e non spellata, dalla Spagna; mercurio in pesci della famiglia Lutjanidae (noti come snappers) congelati dall’Indonesia; conteggio troppo elevato di Escherichia coli in vongole (Venus verrucosa) dalla Grecia.
Nella lista dei lotti respinti alle frontiere e/o delle informative sui prodotti diffusi che non implicano un intervento urgente troviamo: eccesso di aflatossine in popcorn dall’Argentina; migrazione di cadmio e di piombo da set di tazze in ceramica dalla Cina; segnalazione in etichetta di E 451 – trifosfato, non autorizzato su molluschi bivalvi crudi (Placopecten spp) refrigerati, dagli Stati Uniti; migrazione di nichel da forno grill elettrico cinese; sostanza non autorizzata (dichlorvos) in anacardi dalla Nigeria; eccesso di aflatossine in arachidi provenienti dalla Cina; presenza di insetticidi (malathion e fenthion) in fagioli bianchi secchi da Etiopia.
Questa settimana non sono segnalate esportazioni italiane in altri Paesi e ritirate dal mercato.
Come già evidenziato da Il Fatto Alimentare, sono ormai diversi mesi che continuano le importazioni in Italia di pesce, soprattutto spada e smeriglio congelato, contaminato da mercurio, e il fenomeno non sembra essersi arrestato. Per capire quanto sia grave la situazione basta dire che dall’ inizio di novembre 2013 ad oggi, l’Italia ha inviato 24 notifiche di cui 15 allerta a Bruxelles, riguardanti il ritiro di pesce spada e smeriglio (conosciuto anche come squalo mako) e in due casi di tonno e verdesca.
Valeria Nardi
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Giornalista, redattrice de Il Fatto Alimentare, con un master in Storia e Cultura dell’Alimentazione