È confermato la mascherine chirurgiche usa e getta, normalmente destinate a finire nel bidone della spazzatura dopo 4 ore d’uso possono essere utilizzate dopo il lavaggio in lavatrice. Questo è quanto emerge dai test condotti dalle riviste dei consumatori Que Choisir in Francia e Altroconsumo in Italia. I francesi hanno acquistato cinque campioni nei grandi magazzini e in farmacia e hanno lavato 10 volte le mascherine a 60°C. Alla fine delle prove la capacità filtrante è rimasta integra nei confronti di particelle di grandezza superiore a 3 μm (equivalenti a 3 milionesimi di metro). Le mascherine sono state anche stirate. C’è di più le prove sono state condotte anche su mascherine chirurgiche che non indicavano tra le scritte il rispetto della norma EN14683 che garantisce la filtrazione del 95% dei batteri. Anche alcune mascherine di comunità (così chiamare anche dalle autorità sanitarie) senza alcun riferimento alla norma hanno dati risultati validi. Si tratta di buone notizie per il portafoglio ma anche per l’ambiente visto che le chirurgiche sono composte di tessuto plastificato per il momento non riciclabile.
In Italia Altroconsumo ha analizzato cinque marche: Luxottica group, Fater Spa, FAB – Grazioli, Giuntini Spa (Salvaguarda), FCA ITALY SPA valutando la filtrazione e la traspirabilità delle mascherine. Tutti i prodotti hanno ottenuto valutazioni eccellenti per quanto riguarda la filtrazione, migliorabile invece la traspirabilità di uno dei modelli. In secondo luogo, è stato verificato se ci fosse un cambiamento di performance dopo cinque lavaggi a 60°, dimostrando che, non solo tutte le mascherine mantengono invariate le proprietà filtranti, ma alcune migliorano addirittura in termini di traspirabilità.
Secondo Altroconsumo “sarebbe importante introdurre uno standard che permetta alle persone di identificare in maniera corretta e sicura le mascherine di comunità in stoffa e lavabili, efficaci ed affidabili, al fine di contribuire all’effettiva diminuzione degli sprechi e dell’impatto che la pandemia sta avendo sull’ambiente”.
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza in test comparativi. Come free lance si è sempre occupato di tematiche alimentari.
Non sarebbero, a maggior ragione riutilizzabili senza lavaggio, una volta trascorso, rispetto all’ultimo utilizzo, un lasso di tempo sufficiente a neutralizzare il virus? Tanto più se l’utilizzazione, anziché di 4 ore, è stato magari limitato ai venti minuti trascorsi al supermercato o all’ufficio postale?