Il 1 luglio a Milano le autorità hanno segnalato un focolaio di Legionella (*) in via Rizzoli, con cinque persone ricoverate e un paziente deceduto. Purtroppo non si tratta di un evento eccezionale, l’anno scorso a Corsico e Buccinasco sono stati notificati 61 casi e 4 persone di età superiore a 70 anni, affetti da comorbidità, sono morte. Per il focolaio di via Rizzoli non è stato ancora identificata l’origine e l’Ats e Metropolitana Milanese che gestisce la rete idrica stanno facendo i controlli.
Il problema non dev’essere sottovalutato visto che gli ultimi dati del 2022 indicano oltre 3.900 casi in Italia e che in dieci anni sono raddoppiati. Si tratta di numeri importanti visto che in tutta l’UE sono stati circa 11 mila. Secondo gli esperti la crescita è correlata alla ormai generalizzata diffusione di impianti di condizionamento in centri commerciali, aeroporti, ospedali, alberghi, navi da crociera oltre che palestre, scuole e uffici pubblici.

Da dove arriva la Legionella
Per capire meglio l’origine dei focolai va ricordato che le Legionelle (ce ne sono di tanti tipi) sono presenti negli ambienti acquatici naturali e artificiali, nelle acque sorgive, comprese quelle termali, in fiumi, laghi, fanghi e raggiungono facilmente gli impianti di condizionamento degli edifici, annidandosi in serbatoi, tubature, fontane e altre strutture dove l’acqua stagna che possono diventare un veicolo di trasmissione.
La Legionellosi si può prendere respirando aerosol contenente il batterio e può causare polmoniti con tasso di mortalità variabile del 10-15%. Un’altra cosa importante è che non si trasmette fra le persone. La maggior parte dei casi di contagio avviene attraverso particelle di acqua aerodisperse provenienti da torri di raffreddamento o sezioni di umidificazione degli apparecchi di impianti centralizzati che climatizzano l’aria.
Molte persone si chiedono se l’acqua del rubinetto sia sicura da bene. Per fortuna la malattia non si trasmette bevendo o usando acqua per cucinare, ma solo per via inalatoria. Anche i condizionatori domestici dotati di split esterno non rappresentano una possibile fonte di contagio perché il raffreddamento è ad aria. Per questo è inutile acquistare acqua minerale per paura del contagio.

I colpevoli
Ma allora da dove arriva il contagio? Il rischio sono i grandi impianti di climatizzazione degli edifici adibiti al raffreddare e riscaldare l’aria, garantire la circolazione e risaldare l’acqua. Si tratta quindi di uffici, centri commerciali, ospedali, collettività, aeroporti…
Negli impianti per rinfrescare o riscaldare l’aria si usa acqua che viene convogliata in torri di raffreddamento, dove una parte evapora sotto forma di aerosol e potrebbe contenere la Legionella cresciuta in serbatoi sporchi, ristagni, scambiatori incrostati o vasche di raccolta non gestite bene. Il pericolo è quindi respirare microgoccioline o aerosol contaminato provenienti da impianti non sottoposti regolarmente a controlli e manutenzione.
Anche gli impianti condominiali con centrali termiche che distribuiscono acqua calda possono essere un punto critico, soprattutto se non si effettua la manutenzione o l’acqua ristagna per lungo periodo in aree o reparti momentaneamente chiusi.
Per questo motivo nelle seconde case bisogna stare attenti quando si ricominciano ad usare docce e rubinetti rimasti chiusi per qualche mese perché possono ospitare la Legionella, la stessa cosa vale per boiler o scaldabagni elettrici dove l’acqua rimane ferma.
Le precauzioni
In questi casi prima di fare la doccia conviene fare scorrere l’acqua sia calda che fredda per almeno 5 minuti tenendo le finestre aperte per allontanare l’eventuale aerosol che si forma, avendo l’accortezza di non stare in prossimità del getto. Sarebbe opportuno anche una pulizia dei filtri rompigetto dei rubinetti e del soffione della doccia. L’ultimo accorgimento riguarda la canna di irrigazione del giardino che occorre svuotare e non lasciare al sole per settimane. Il segreto per evitare focolai negli impianti centralizzati è la corretta manutenzione e disinfezione con cloro delle torri di raffreddamento e delle vasche di raccolta oltre che di scarichi e condense dove si può accumulare acqua stagnante.
Per quanto riguarda il focolaio di via Rizzoli a Milano, non si è ancora individuata l’origine. Metropolitana Milanese che gestisce direttamente l’impianto di acqua calda degli edifici e anche la rete idrica milanese informa che gli ultimi controlli effettuati nel mese di aprile 2025 non hanno rilevato la presenza di Legionella. Nelle 24 ore successive al 1 luglio, dopo la segnalazione dell’ATS sui ricoveri ospedalieri, si è attivato il protocollo di intervento con disinfezione dell’impianto e la sospensione dell’erogazione di acqua calda, poi ripreso il giorno dopo. Le analisi successive non hanno rilevato la presenza di Legionella. Adesso si aspettano ulteriori aggiornamenti.
(*) Il termine Legionella fu coniato a seguito di un episodio avvenuto nel 1976 a Philadelphia (USA). Durante un raduno di ex combattenti dell’America Legion (definiti anche Legionari), si ammalarono circa 221 persone su 2000 e 34 morirono. Accurate indagini epidemiologiche portarono all’isolamento di un batterio, che fu chiamato Legionella pneumophila, che aveva contaminato le condotte di distribuzione d’aria dell’impianto di condizionamento dell’albergo che ospitava i partecipanti al raduno.
Legionellosi: informazioni e istruzioni
La legionellosi è un’infezione batterica provocata da varie specie di batteri del genere Legionella: penetra nell’ospite attraverso le mucose delle prime vie respiratorie, in seguito ad inalazione di aerosol contaminati.

I soggetti a rischio
Le persone sane ed in buono stato di salute generalmente non si ammalano. I dati evidenziano una maggiore probabilità di ammalarsi per i soggetti in età avanzata e per gli uomini rispetto alle donne.
Come si trasmette
La malattia si trasmette principalmente per via aerea, quindi mediante inalazione o aspirazione di goccioline d’acqua in sospensione nell’aria, nebulizzate, contenente i batteri. La regolare e corretta manutenzione degli impianti costituisce un’efficace misura di prevenzione; il riscaldamento dell’acqua a temperature oltre i 60°C uccide il batterio, come pure un’adeguata clorazione o il trattamento con raggi ultravioletti.
La malattia non si trasmette bevendo l’acqua fredda del rubinetto. , non si trasmette facendo la doccia Non è una malattia trasmessa da uomo a uomo
Quali sono le fonti di infezione?
I batteri della Legionella sono presenti soprattutto in ambienti acquatici naturali ed artificiali ma in piccole quantità anche nel terreno. La Legionella cresce bene in ambiente caldo-umido e dove si ha sviluppo di alghe.
La presenza del batterio non comporta necessariamente pericolo per gli esseri umani. Il problema insorge nel momento in cui i batteri hanno l’occasione di proliferare e questo accade quando si trovano in un ambiente con temperatura compresa tra i 20°- 55° C in presenza di acqua stagnante.
Le Legionelle possono svilupparsi in impianti che fanno parte del nostro ambiente quotidiano che possono agire come amplificatori e disseminatori del microrganismo: reti centralizzate di distribuzione di acqua calda, vasche idromassaggio, serbatoi, circuiti di raffreddamento ad acqua e torri evaporative, umidificatori, impianti di condizionamento centralizzati, fontane ornamentali.
La colonizzazione dell’acqua delle torri evaporative può comportare il rilascio del batterio nell’atmosfera attraverso il pennacchio in uscita dalle torri con interessamento fino a qualche chilometro dei quartieri circostanti, particolarmente in giornate ventose e in periodo caldo-umido.
In ambiente ospedaliero oltre agli impianti idrici e di climatizzazione ordinariamente sottoposti a controlli interni programmati (Piano Legionellosi), specifici fattori di rischio sono l’uso di apparecchiature per terapie respiratorie quando non si utilizzi acqua sterile e, in rarissimi casi, l’utilizzo di tubi nasogastrici quando lavati con acqua di rubinetto contaminata.
I trattamenti preventivi nelle reti idriche
Far defluire a lungo l’acqua da tutti i punti di erogazione in appartamenti che restano inutilizzati per lunghi periodi (seconde case vacanza, ritorno dalla ferie) o dopo interruzioni di erogazione (rubinetti, docce, etc), aprire le finestre per allontanare il vapore e non sostare all’interno dei locali.
Sostituire valvole, guarnizioni, filtri, soffioni doccia e tubi flessibili usurati e decalcificare almeno una volta all’anno i soffioni della doccia e i rompigetto dei rubinetti per evitare incrostazioni.
© Riproduzione riservata. Foto: Depositphotos.com

Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24



Citerei Conferenza Stato Regioni mag. 2015 e D.Lgs. 18/2023 adempimenti conseguenti
ottimo articolo soprattutto x la prevenzione
Anche se gli impianti di condizionamento nei mezzi pubblici sono progettati per prevenire la proliferazione della legionella, una manutenzione non adeguata può creare le condizioni favorevoli per la sua crescita.
Ad un certo punto si dice “non si trasmette facendo la doccia”. Penso si tratti di un errore di battitura. La maggior parte dei casi in Italia è correlata con la doccia
Ribadisco il concetto, fare la doccia non è un problema. Fare la doccia in un posto dove l’impianto è rimasto fermo per mesi settimane è sconsigliato. Le regole consigliano la prima volta di fare scorrere l’acqua per 5 minuti sia fredda che calda rimanendo fuori dal stanza. Questo però solo la prima volta!
Mi permetta di non essere d’accordo. Ho campionato docce di alberghi, dopo scorrimento non di 5 ma anche di 10 minuti, che avevano ancora concentrazioni di legionella dell’ordine delle centinaia di migliaia. La legionella prolifera nel calcare, nel sedimento dei serbatoi di accumulo dell’acqua calda. Se la legionella è presente nei serbatoi viene continuamente espulsa, fino ovviamente alla bonifica degli stessi. Certamente aiuta far scorrere l’acqua, ma se la concentrazione è elevata, questa misura è assolutamente insufficiente.
Se ho capito bene , si tratta di alberghi che erano stati chiusi per un certo periodo di tempo e dovevano riprendere la stagione. In quel caso la presenza di Legionella va affrontata in altro modo non certo facendo scorrere l’acqua per cinque minuti ma procedendo a una sanitizzazione dell’impianto. Ma questo lo prevede anche la norma che riprendiamo in um articolo che pubblicheremo la settimana prossima