“L’Europa salva la Nutella”. “Europa nessun divieto dall’Europarlamento per la Nutella”. “Retromarcia europea per la Nutella”
Dopo avere letto questi titoli su quotidiani on line e anche sul Corriere della sera, ho capito che troppi giornalisti hanno scritto articoli sulla crema di nocciole preferita dagli italiani senza avere le idee chiare. Anche Galan, il ministro delle Politiche agricole ha sposato la crociata sulla Nutella senza capire bene di cosa si tratta. La verità è drammaticamente semplice: nessuno ha mai censurato la Nutella, e tutto il clamore generato in questi giorni fa parte di una grande campagna di marketing orchestrata da alcuni produttori di snack e junk-food. Per loro si prospetta un futuro dove non sarà più lecito pubblicizzare questi prodotti come alimenti che fanno bene alla salute.
Per chiarire la situazione, il Parlamento europeo il il 29 giugno ha diramato un comunicato in cui si ribadisce che “gli Eurodeputati non hanno mai vietato la vendita o la commercializzazione della Nutella”. La precisazione, anziché essere letta nel modo corretto (non esistono censure o divieti sulla commercializzazione dei prodotti alimentari, il Parlamento ha solo proposto un regolamento sulle etichette e sulla pubblicità), è stata interpretata dai giornalisti nostrani come una retromarcia.
Il Corriere della sera conclude il suo articolo con queste parole: “Scongiurata la messa al bando del barattolone revocato da Moretti in Bianca”. Purtroppo anche molte altre testate portano avanti la medesima tesi. La verità è un po’ diversa visto che la retromarcia europea non esiste e l’attacco alla Nutella è un’invenzione. Da questa brutta storia emerge il preoccupante livello di ignoranza su alcuni argomenti, la diffusione quasi endemica di cattiva informazione sulle tematiche alimentari europee e la furbizia di chi conosce bene i punti deboli dei media. Alla fine le vittime di questa storia sonoi due: il cittadino che viene regolarmente disinformato e la deontologia professionale che prevede la verifica delle notizie, uno strumento troppo spesso dimenticato.
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Roberto La Pira