Integratori proibiti: il sito portoghese Prozis è sponsor di Inter e Lega Basket ma vende anche sostanze illegali in Italia. Intanto, i Nas sequestrano 900 chili di sostanze dopanti acquistate su altri siti portoghesi
Integratori proibiti: il sito portoghese Prozis è sponsor di Inter e Lega Basket ma vende anche sostanze illegali in Italia. Intanto, i Nas sequestrano 900 chili di sostanze dopanti acquistate su altri siti portoghesi
Valeria Balboni 22 Febbraio 2017Il consumo di integratori alimentari, vitamine e barrette proteiche va forte fra gli sportivi e molti fanno acquisti online. È quindi normale che fra gli sponsor di squadre di calcio e società sportive ci siano proprio marchi e rivenditori di questi prodotti. Prozis, sito con base in Portogallo che vende integratori, proteine e altri articoli per sportivi, è fra i nuovi sponsor dell’Inter. Ma non è solo il team neroazzurro a vantare fra i propri partner questo rivenditore: il nome compare anche accanto a quello della Lega Basket Serie A.
Prozis si presenta come “il negozio al dettaglio online più grande in Europa e il secondo del Mondo”. I responsabili aggiungono anche: “Su base quotidiana spediamo più ordini di qualsiasi altro negozio online in Europa, motivo per il quale siamo leader del mercato in Portogallo, Spagna, Francia e Italia”. Peccato che, curiosando nell’assortimento di Prozis, si trovino diverse sostanze proibite, considerate dopanti e pericolose per la salute. Ne abbiamo parlato poco tempo fa, spiegando quanto sia facile, con un semplice clic, procurarsi aticoli non autorizzati dalla legge italiana, come il DHEA (deidroepiandrosterone) ormone inserito nella Lista delle sostanze e metodi proibiti.
Proprio in questi giorni i Nas di Treviso hanno scoperto un traffico illecito di sostanze dopanti acquistate online da due siti con base in Portogallo. I nomi non sono stati divulgati perché le indagini sono ancora in corso. Sono state effettuate 300 perquisizioni in tutta Italia, che hanno portato al sequestro di oltre 900 chili di sostanze non autorizzate (anabolizzanti), alla denuncia di 150 persone e all’arresto di due.
“La legislazione portoghese non punisce la commercializzazione di queste sostanze – fa notare il procuratore di Padova Matteo Stuccilli – quindi noi procediamo per la illecita importazione, perché nel nostro territorio è vietato importarle. Bisogna notare – continua Stuccilli – che tutti i prodotti sequestrati provengono da laboratori ignoti, in gran parte non destinati alla preparazione di integratori all’uso umano (ma veterinario). Si tratta anche di sostanze in via di sperimentazione ritenute, da alcuni consulenti da noi nominati, pericolose per la salute dell’uomo”.
Spesso chi compra anabolizzanti lo fa in piena coscienza. Può capitare anche il caso di un ragazzo alle prime esperienze in palestra, che sente parlare di sostanze utili per aumentare la massa muscolare e faccia acquisti incauti senza rendersene conto, per ignoranza. Il nandrolone, principio attivo oggetto del sequestro da parte dei Nas non si trova su Prozis, ma su altri siti come Acquistare steroidi (con base a Kiev) con una descrizione che lascia perplessi, essendo probabilmente frutto di una traduzione semi-automatica.
Controllare se gli ingredienti di un integratore venduto online compaiono nella Lista delle sostanze e dei metodi proibiti è piuttosto scomodo. Sarebbe necessaria una legislazione comunitaria per impedire il commercio di sostanze dannose per la salute. Nel frattempo, se vogliamo utilizzare la rete senza correre il rischio di acquisti illeciti, è meglio scegliere siti con base in Italia, soggetti a controlli più frequenti ed efficaci.
Resta comunque inquietante vedere Prozis come “Official Nutrition Partner” della Lega Basket. Per i ragazzi che seguono questo sport e gli appassionati lettori del sito il messaggio è chiaro: quello che potete acquistare su Prozis fa bene ed è utile per uno stile di vita “sportivo”, ma non sempre è così.
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[sostieni]
Giornalista pubblicista, laureata in Scienze biologiche e in Scienze naturali. Dopo la laurea, ha collaborato per alcuni anni con l’Università di Bologna e con il CNR, per ricerche nell’ambito dell’ecologia marina. Dal 1990 al 2017 si è occupata della stesura di testi parascolastici di argomento chimico-biologico per Alpha Test. Ha collaborato per diversi anni con il Corriere della Sera. Dal 2016 collabora con Il Fatto Alimentare. Da sempre interessata ai temi legati ad ambiente e sostenibilità, da alcuni anni si occupa in particolare di alimentazione: dalle etichette alle filiere produttive, agli aspetti nutrizionali.
comprare online sta diventando una prassi alquanto pericolosa
prima ancora di poter leggere l’etichetta sul prodotto occorre cercare di capire chi è il venditore reale e da dove effettivamente arriva il prodotto (qualunque esso sia)
il noto portale amazon ne è un classico esempio. Si trovano venditori dal “nome con UK” nella ragione sociale, a volte con indirizzo in inghilterra a volte no……. poi si scopre contattando il venditore che ha anche una sede in USA …..ma poi alla fine la merce da dove arriva? ..dalla Cina …passando dall’inghilterra
e i controlli per piccoli pacchetti ……….sono stati effettuati ?? si/quali/dove ?
con la catena logistica messa su da amazon bisogna solo sperare che nel primo punto europeo di ingresso venga effettuato tutto quanto previsto dalle norme europee…… per il resto.. una volta che il prodotto è entrato “nel circuito”
questo vale anche sui portali online … non sappiamo …anche se sono tradotti perfettamente in italiano ed hanno un dominio .it e magari anche una rappresentanza fiscale in italia che “viaggio” percorrono
l’ultimo dubbio mi è venuto dopo aver acquistato su un portale italiano un lubrificante gel .. “prodotto in spagna” e senza indicazione degli ingredienti sull’astuccio
sarà che in spagna non sono obbligatori come da noi?
ma quindi quando questi prodotti vengono “trasferiti” in italia , essendo di origine comunitaria non sono soggetti a dichiarazioni doganali e controlli sanitari alcuni . …… questa cosa fa riflettere ..