Pesce più sostenibile? Gli italiani dicono sì. Secondo l’ultimo sondaggio di Greenpeace condotto dall’Istituo Ixè il 91% degli intervistati si dice disposto a cambiare abitudini alimentari per evitare lo sfruttamento eccessivo delle risorse ittiche. Alla domanda: “Quanto sarebbe disposto a spendere di più, rispetto a un prodotto standard, per acquistare, in casa o fuori casa, un prodotto ittico pescato nel suo paese con metodi sostenibili e rispettando l’ambiente?”, il 77 per cento degli intervistati ha confermato di essere disposto a spendere di più. Il 28% fino al 5% in più, il 31% fino al 10%. Il 14% e il 4% dichiara di poter arrivare sino al 20% e oltre.
Le domande hanno riguardato anche la tipologia di pesce acquistato (fresco, surgelato, in scatola…). Quasi la metà degli intervistati italiani mangia pesce almeno una volta alla settimana e lo acquista prevalentemente nei supermercati. L’analisi ha anche affrontato il tema dell’etichettatura e delle informazioni: cosa si conosce e quali dati sono più interessanti. «Pur ritenendo importante informarsi sulla qualità e la provenienza del pesce solo il 28 per cento dei consumatori è al corrente dell’esistenza della nuova normativa sull’etichettatura del pesce fresco mentre l’11 per cento sa che è obbligatorio indicare in etichetta anche la categoria degli attrezzi da pesca utilizzati. Si tratta di un’informazione utile per scegliere il pesce pescato con sistemi con un basso impatto sull’ambiente.
Greenpeace, a seguito dei risultati del sondaggio, ha lanciato un nuovo sito per aiutare i consumatori a comprare in modo responsabile: fishfinder.greenpeace.it.
Il sondaggio si può trovare qui
L’indagine è stata realizzata anche in Spagna e Grecia
Ma che sondaggio è? Il risultato è più che ovvio, perché mai dovrei essere contraria/o alla pesca sostenibile? Insomma, a meno che io non abbia una ditta che si occupa solo ed esclusivamente di pesca a strascico, dovrei comunque essere una persona veramente brutta per tifare contro. E’ un vero peccato che Greenpeace non chieda agli intervistati se sono o no al corrente del fatto che i nostri mari si stanno svuotando grazie alla pesca TUTTA(esclusa quella d’allevamento, s’intende) e che la soluzione sarebbe quella di eliminare completamente gli ultimi abitanti del mare dai nostri menù. Insomma, dei tonni potete far scempio ma non toccate le balene! Un po’ ipocrita, no?