Sono facili da preparare e piacciono a tutti, per questo i gamberetti arrivano spesso sulle nostre tavole. Ma siamo sicuri di sapere esattamente cosa consumiamo? L’argomento è complesso, perché esistono molte specie di crostacei commestibili, di varia provenienza, e conservati in differenti modi. Di recente l’associazione di consumatori Altroconsumo ha affrontato il tema, denunciando i rischi ambientali legati al consumo di gamberi di origine tropicale, provenienti da allevamenti che non rispettano l’ambiente e che spesso impiegano minori o comunque non tutelano adeguatamente i lavoratori.
Per aiutare i consumatori a orientarsi, abbiamo consultato Valentina Tepedino di Eurofishmarket. «La prima difficoltà che i consumatori devono affrontare nasce dal fatto che sul mercato arrivano varie specie di crostacei (vedi il data base Eurofishmarket) che possono essere definite gamberi o mazzancolle o ancora, a seconda delle dimensioni, gamberetti o gamberoni, pur appartenendo spesso alla stessa famiglia” spiega Tepedino. Sul mercato italiano sono commercializzate un centinaio di specie riconducibili alla categoria conosciuta dai consumatori come “gamberi”, «e questo già lascia capire la difficoltà di effettuare una scelta consapevole, – prosegue l’esperta. – Anche se si potrebbe fare una macro distinzione tra quelli anche italiani e quelli di provenienza estera, o tra prodotti di pesca e di acquacoltura”.
Tra le specie che si possono pescare in Italia ricordiamo, ad esempio, il gambero rosso, una specie pregiata e quindi oggetto di frodi di vario tipo «che vanno dalla sostituzione di specie all’aggiunta di additivi, o di una glassatura oltre quella dichiarata, fino al miscuglio di prodotti di taglia differente – precisa Tepedino. – Imparando alcune informazioni di base il consumatore potrebbe riuscire a identificare la specie e la taglia commerciale se il gambero si presentasse intero, altra cosa è invece identificare la presenza di una maggiorazione della glassatura od una aggiunta di additivi».
Allo stesso modo, è praticamente impossibile indentificare i gamberi sgusciato o le sole code, «tanto che nelle confezioni di prodotto congelato è facile trovare mescolate specie diverse. In questo caso si può ricorrere al riconoscimento solo attraverso metodiche biomolecolari». Da notare anche che trovare il gambero rosso o il gambero viola fresco in un supermercato è quasi impossibile, «poiché normalmente arrivano congelati e soprattutto in quantità non utili a servire in modo costante la grande distribuzione».
giornalista scientifica