Nella settimana n°25 del 2021 le segnalazioni diffuse dal Sistema rapido di allerta europeo per alimenti e mangimi (Rasff) sono state 136 (8 quelle inviate dal Ministero della salute italiano).
L’elenco dei prodotti distribuiti nel nostro Paese e oggetto di allerta comprende tre casi: Lisozima non dichiarata in Grana Padano italiano; presenza di sostanza non autorizzata (tetrametrina) in funghi porcini secchi (Boletus edulis e relativo gruppo) dalla Bulgaria, con materia prima dalla Cina; pesticidi in erba Brahmi in polvere Bio, dall’India.
Nella lista delle informative sui prodotti diffusi in Italia che non implicano un intervento urgente troviamo: farina di riso da prodotto geneticamente modificato (p35S e tNos) non autorizzata, di origine sconosciuta.
Tra i lotti respinti alle frontiere od oggetto di informazione, il nostro Paese segnala: presenza non autorizzata di ogm in riso istantaneo con salsa alle cappesante e funghi shiitake dalla Cina; migrazione di cromo da forchette in acciaio inox dalla Cina, attraverso la Germania; Aflatossine in pistacchi senza guscio dall’Iran; aflatossine in pistacchi in guscio dall’Iran; etichettatura insufficiente (numero di lotto mancante) per arachidi dalla Cina; Mercurio in lombi di pesce spada (Xiphias gladius) scongelati e sottovuoto, dalla Spagna.
Questa settimana tra le esportazioni italiane in altri Paesi che sono state ritirate dal mercato l’Austria segnala la presenza di piombo in salame di cinghiale.
Aggiornamento del 1° luglio 2021. Riportiamo una precisazione del Consorzio Tutela Grana Padano sulla vicenda del Lisozima citata nell’articolo
Precisiamo che non esistono confezioni con apposte etichette di Grana Padano che non riportino la presenza di lisozima, a parte quei rarissimi casi di produzione di Grana Padano senza lisozima, ma trattasi di presenza irrilevante. Quindi non esiste alcun problema circa la presenza di lisozima nel Grana Padano che c’è da sempre e da sempre è espressamente e vistosamente dichiarato sulle etichette. È pertanto pressoché impossibile poter rilevare presso punti vendita confezioni di Grana Padano ove sia omessa la presenza del lisozima.
Ma cos’è il lisozima? È una proteina naturale presente nel latte materno, nelle lacrime, nella saliva umana ed anche nell’uovo di gallina dal quale è estratto tal quale per essere utilizzato, peraltro in dosi contenutissime, nella produzione di Grana Padano. Ciò al fine di stabilizzare e favorire la migliore maturazione e stagionatura del Grana Padano.
Effettivamente è successo che un nostro confezionatore consorziato, per errore di un suo dipendente che ha sbagliato a inserire nella confezionatrice il rullo delle etichette in cui abitualmente è anche indicato il peso e il prezzo, ha apposto le etichette del Pecorino Romano anziché quelle del Grana Padano per una fornitura di Grana Padano diretta all’estero.
Ovviamente nelle etichette del Pecorino Romano non c’è l’indicazione del lisozima perché nello stesso non è contenuto.
La catena distributiva estera a cui è stato destinato questo prodotto, accortasi dell’errore, ha provveduto a ritirare il prodotto già distribuito nei propri negozi e ha dovuto attivare l’alert comunitario per informare quei consumatori che eventualmente fossero stati tratti in inganno nell’acquisto causa l’etichetta sbagliata.
Pertanto non esiste alcun problema circa il Grana Padano e il lisozima ma si è trattato solo di un errore di apposizione di etichette su alcune, per fortuna poche, confezioni già ritirate.
Perché il lisozima, pur essendo una proteina naturale, va dichiarato? Perché essendo estratto dall’uovo è doveroso informare i soggetti allergici alle uova di questa presenza, quand’anche ripetute prove cliniche effettuate negli anni scorsi hanno dimostrato l’assenza di palesi reazioni allergiche in soggetti notoriamente allergici all’uovo testati per verifiche scientifiche dopo l’ingestione di Grana Padano. Nonostante queste rassicuranti verifiche il Grana Padano continuerà sempre ad indicare con risalto la presenza del lisozima perché il primo must dello scrivente Consorzio Grana Padano è, da sempre, la corretta informazione del consumatore e la consapevolezza di ciò che lo stesso decide di acquistare e consumare.
Chiudo con una domanda provocatoria: ma potrebbe il prodotto DOP più consumato in Italia e nel mondo cercare di nascondere la palese storica presenza del lisozima? Se così si facesse o qualcuno ritenesse di farlo si tratterebbe di una inutile, stupida e illogica finzione, immediatamente rilevabile.
Infatti nel Grana Padano c’è il lisozima e noi trasparentemente e orgogliosamente lo diciamo perché sappiamo che, al di là di eventuali allergie da uovo, il lisozima fa bene e a testimoniarlo basta la notizia che in premessa abbiamo citato e cioè che uno degli alimenti più ricchi di lisozima in natura è il latte con cui la donna nutre i propri figli.
Consorzio di tutela del Grana Padano Desenzano del Garda, 1° luglio 2021
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Giornalista, redattrice de Il Fatto Alimentare, con un master in Storia e Cultura dell’Alimentazione
Dall’India, Bacopa Monnieri biologica in polvere… con pesticidi.
Dalla Cina, di tutto e di più.
Metalli pesanti qua e là, aflatossine sparse, poco alla volta, giorno dopo giorno, piano piano.
Lisozima e Grana Padano.
A parte il poderoso “panegirico”, si potrebbe sapere, una volta per tutte, perché il Grana Padano che mi piace tanto, non può fare a meno del “Lisozima”?
Perchè impedisce problemi di fermentazione, legati all’alimentazione delle bovine, talora così eclatanti da causare la perdita della forma. Nel Parmigiano Reggiano , ad esempio, tale aggiunta non è necessaria, dato il regime alimentare delle bovine.