Frutta e verdura spuntano da un sacchetto di carta

Per aiutare le persone con minori disponibilità economiche e bassi livelli di scolarizzazione, che di solito vivono in quartieri dove i centri commerciali e i discount dominano incontrastati e dove il cibo di qualità è raro o addirittura inaccessibile, c’è uno strumento semplice ed efficace: fornire ai singoli carte o voucher con i quali ricevere gratuitamente o acquistare a prezzo scontato solo frutta e verdura fresche nei piccoli negozi locali o nei farmer market. In questo modo, oltre a migliorare sensibilmente la dieta quotidiana, si prevengono patologie quali il diabete e l’ipertensione, e si combatte l’insicurezza alimentare, cioè quella condizione che impedisce l’accesso agli alimenti migliori dal punto di vista nutrizionale, con ripercussioni anche sul tono dell’umore e sul benessere generale. 

Negli ultimi anni, diversi studi hanno mostrato l’utilità di programmi di questo tipo, che anche l’American Heart Association sta sponsorizzando, sotto l’egida del programma Food is Medicine Initiative. Ora arriva la consacrazione ufficiale, perché gli esperti della Friedman School of Nutrition Science and Policy della Tufts University di Boston guidati da Dariush Mozaffarian hanno messo insieme i dati di nove di questi programmi, attivati tra il 2014 e il 2020 in 22 comunità povere di 12 stati americani, e hanno poi riferito quanto ottenuto sulla rivista scientifica della stessa American Heart Association, Circulation: Cardiovascular Quality and Outcomes.

Donna con grembiule mostra mazzo di carote accanto a banco di frutta e verdura del mercato
I programmi che prevedono carte o voucher per ricevere gratuitamente o acquistare a prezzo scontato frutta e verdura stanno dando i primi risultati positivi

I programmi, realizzati grazie a un’associazione no profit dedicata, chiamata Wholesome Wave, e con il contributo dei medici di famiglia, hanno coinvolto in totale circa 2mila adulti e 1.800 bambini, ai quali sono stati dati voucher e carte del valore di 63 dollari al mese (in media 43 per gli adulti, e 112 per i bambini), per un periodo medio di sei mesi (in un intervallo compreso tra quattro e dieci). Tutti sono stati invitati a seguire alcuni corsi sui benefici del consumo di frutta e verdura fresche, e a riportare che cosa mangiavano durante la giornata. Inoltre, durante tutto il periodo di osservazione, sono stati sottoposti ad alcuni esami.

In media, gli adulti hanno aumentato di circa 200 grammi l’apporto quotidiano di frutta e verdura, i bambini di circa 40 grammi. Andando poi a verificare il peso, mentre i più piccoli non hanno avuto variazioni significative, gli adulti hanno perso mezzo punto di indice di massa corporea, un risultato importante per persone che, molto spesso, proprio a causa della cattiva alimentazione, sono ad alto rischio di obesità e diabete di tipo 2, quando non già in quelle condizioni. Anche parametri specifici come l’emoglobina glicata, un indicatore del livello medio di glucosio nel sangue, e la pressione sono migliorati. In media, la prima è scesa di 0,29-0,58 punti percentuali, mentre la seconda di 8 (la sistolica) e 5 (la distolica) millimetri di mercurio. Tutto ciò ha influito positivamente sul benessere: la percentuale di coloro che riferivano benessere è aumentata del 62% tra gli adulti e del 100% tra i bambini. Infine, un terzo dei partecipanti ha detto di non sentirsi più in una situazione di insicurezza alimentare. 

Lo studio, cui manca un gruppo di controllo, non ha calcolato quanto denaro si risparmia in termini di prevenzione, di terapie e assistenza, ma è evidente che, a fronte di modesti investimenti (che, oltretutto, sostengono gli agricoltori locali), i benefici possono essere notevoli. Inoltre, hanno concluso gli autori, programmi di questo tipo hanno un grande valore aggiunto, che è quello educativo, perché le persone, una volta compresa la differenza tra alimenti di qualità nutrizionale elevata e cibo spazzatura, e provato in prima persona il benessere associato a una dieta migliore, in genere cercano di mantenere le abitudini più corrette.

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Daniela
Daniela
7 Ottobre 2023 09:31

Grazie mille
Favorite il Benessere

giova
giova
7 Ottobre 2023 15:14

Notizia confortante per un progetto estremamente interessante e, economicisticamente parlando, credo pure a basso costo.
E se aggiungo che la conclusione dell’articolo mi sembra una parte essenziale del progetto, mi rallegro ulteriormente.
Un altro passo in questa direzione potrebbe essere quella dei distributori automatici di frutti (mele, arance, mandarini, noci, insomma adatta al percorso meccanico e di conservazione della macchinetta) e. perché no?, i ortaggi (carote, gambi di sedano, ravanelli, ecc.). Ma forse qualcosa del genere già esiste (ma comunque non è diffuso!)