L’allarmismo alimentare è un’abitudine del mondo mediatico italiano sempre pronto a trasformare le sofisticazioni, le contaminazioni e persino le nuove leggi europee in catastofi culinarie. Basta ricordare la vicenda della mozzarella blu ( prodotta in decine di aziende casearie sia straniere che italiane) che pur essendo caratterizzata da un rischio di patologie scarsissimo, è diventata una questione nazionale, utile per sollevare assurde rivendicazioni di stampo “leghista”, sull’origine e sulla produzione della mozzarella.
Per rimediare a questi problemi, l’Unione Europea ha finanziato con 2,97 milioni di euro il progetto Foodrisc (Food Risk Communication). Lo scopo è informare correttamente i cittadini sui reali rischi alimentari, limitando le perdite economiche legate ad allarmismi inutili.
Il progetto si concluderà nel 2013 ed è coordinato dal Professor Patrick Wall dell’Istituto dell’University College Dublin. Insieme a lui ci sono esperti provenienti da Belgio, Germania, Spagna, Italia, Lettonia, Paesi Bassi, Portogallo e Regno Unito che si occupano di comunicazione del rischio nell’industria, nell’università e negli istituti di ricerca.
“Alcuni dei recenti allarmi sull’alimentazione, come quello dell’encefalopatia spongiforme bovina (Bse), la contaminazione da diossina in Belgio e Irlanda e la contaminazione del latte con la melammina in Cina hanno compromesso la fiducia dei consumatori” afferma Áine McConnon dell’University College Dublin, project manager di FoodRisc. “Oggi che l’industria alimentare produce e distribuisce su scala globale è necessario comprendere e utilizzare tutte le possibili forme di comunicazione”. Il progetto valuterà anche la possibilità di diffondere notizie utilizzando i social-networks visto che il numero di utenti in Europa ha superato quello degli Stati Uniti.
Uno degli obiettivi è creare un format per la comunicazione dei rischi alimentari, inserendo oltre alla segnalazione una valutazione del pericolo effettivo per i cittadini. Il format dovrebbe inoltre servire ai media, ai politici e alle autorità sanitarie per comunicare con maggiore attenzione e senza allarmismi le notizie.
Roberto La Pira
Per maggiori informazioni:
http://www.foodrisc.org/
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