Il fast food quotidiano negli USA: le calorie medie giornaliere che provengono da questi alimenti occupano l’11,3% dell’introito complessivo. Dati in miglioramento, ma ancora troppo alti
Il fast food quotidiano negli USA: le calorie medie giornaliere che provengono da questi alimenti occupano l’11,3% dell’introito complessivo. Dati in miglioramento, ma ancora troppo alti
Eleonora Viganò 28 Aprile 2015Quante sono le calorie che provengono dal cibo consumato nei fast food? In media l’11,3% delle calorie giornaliere consumate da uno statunitense provengono dai cibi del fast food, secondo quanto riportato dal Centers for Disease Control and Prevention nella sua relazione sul tema. Si tratta di uno studio che ha analizzato i dati raccolti dal National Health and Nutrition Examination Survey (NHANES) compresi negli anni 2007-2010. L’indagine ha come scopo quello di monitorare il comportamento alimentare della popolazione americana. Si compone sia di questionari e interviste relative allo stile di vita e alle abitudini alimentari quotidiane, sia di esami fisici e test di laboratorio su sangue e urine. Il campione preso in esame è rappresentativo della popolazione.
I ricercatori hanno scoperto che in media l’11,3% delle calorie giornaliere totali proviene da cibo consumato nei fast food. Non ci sono differenze di genere. Si nota invece un calo del consumo collegato all’età: tra 20-39 anni le calorie diminuiscono del 15%, mentre scendono del 6% nelle persone con più di 60 anni. Non ci sono differenze tra adulti bianchi e ispanici, mentre un distacco si nota con gli adulti neri, che consumerebbero più calorie. Considerano il pool di intervistati di età 20-39, si è visto che anche il reddito e il peso giocano un ruolo importante. Le persone con un budget superiore alla media frequentano meno i locali del cibo veloce, mentre tra gli obesi si stima che il 13% delle calorie provengano dai fast food. Tra le persone normopeso questa percentuale scende al di sotto del 10%.
Lo studio ha considerato i fast food e non il cibo spazzatura nel complesso, e questo fa supporre che i dati siano ancora più critici. La buona notizia è che rispetto alle analisi precedenti, effettuate tra il 2003–2006, il valore complessivo delle calorie registra una diminuzione di quasi il 2% .
Eleonora Viganò
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redazione Il Fatto Alimentare