Un barattolo pieno di granellini bianchi, un bicchiere di acqua fresca ed ecco pronta una bevanda rinfrescante che può facilitare la digestione. Per molti italiani gli effervescenti a base di bicarbonato, presenti sul mercato da oltre un secolo, sono una piacevole abitudine. Ce ne sono di vari marchi: l’effervescente Brioschi, il citrato Galeffi, il Diger Selz e la Citrosodina, prodotta dalla Bayer, che in realtà è un farmaco da banco ma non differisce sostanzialmente dagli altri ed è venduta anche attraverso la grande distribuzione.

La composizione di questi prodotti è pressoché costante: zuccheri di vario tipo, bicarbonato, acido citrico o malico, aromi. Varia, però, il prezzo: all’Esselunga di via Bergognone a Milano si va dai 4,19 euro di Brioschi (barattolo da 250 grammi) agli 1,89 per una confezione dello stesso peso di effervescente Caleffi. Più costosi Diger selz, 3,45 euro per una confezione da 42 grammi in bustine, e Citrosodina, con 4,70 euro  per un barattolo da 150 grammi.  

Data la diffusione, è lecito chiedersi se gli effervescenti siano prodotti validi e se presentino delle controindicazioni. Ne abbiamo parlato con Catherine Leclercq, ricercatrice INRAN (Istituto Nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione): «La presenza di zucchero fa sì che l’acqua con l’aggiunta di questi prodotti diventi una bibita con un certo contenuto calorico. Inoltre la presenza di aromi porta all’ingestione di sostanze chimiche di cui sarebbe meglio fare a meno, in particolare per quanto riguarda i bambini e le donne in gravidanza e in allattamento».

Un altro nodo critico è il contenuto di sodio, il cui abuso nella nostra alimentazione comporta un incremento della pressione arteriosa e un maggior rischio per patologie cardiache e disturbi correlati. «La questione non interessa solo gli ipertesi – osserva Leclercq – visto che il rischio dell’eccesso di sale si registra anche con valori della pressione arteriosa notevolmente più bassi rispetto a quelli di un iperteso». Ridurre il sodio nella dieta è quindi fondamentale «anche se è doveroso precisare che la principale fonte nella nostra alimentazione è costituita dai cereali e derivati e in particolare dal pane».

Ci chiediamo, allora, se possa risultare utile la novità proposta da Brioschi, che ha appena messo sul mercato una nuova formula di effervescente con il 30% di sodio in meno rispetto alla media dei digestivi granulari più venduti. Un risultato ottenuto sostituendo parte del sodio con la stessa quantità di potassio.

Nella nuova formulazione, come indicato dall’etichetta nutrizionale,  l’effervescente Brioschi contiene 3,64 grammi di sodio ogni 100 grammi di prodotto, oltre a 57,8 grammi di zuccheri per un apporto calorico complessivo di 286 calorie per 100 grammi di prodotto .

Considerato che il consumo medio giornaliero di sodio è di circa quattro grammi – quasi il doppio rispetto alla dose consigliata – i vantaggi per chi consuma questi prodotti saltuariamente o in piccole dosi sono modesti. Anche se bisogna considerare  che gli effervescenti sono spesso utilizzati in modo improprio, per esempio vengono assunti senz’acqua, come caramelle, oppure in grandi quantità, come fanno alcuni culturisti per assimilare meglio la creatina, un aminoacido assunto spesso in modo sconsiderato come integratore.

Detto questo, la presenza del bicarbonato di potassio può comunque rappresentare un vantaggio per la maggior parte dei consumatori: «Mentre l’ingestione di sodio è un fattore di rischio per l’ipertensione», ricorda Leclercq «il potassio alimentare, utilizzato anche nei cosiddetti sali dietetici, svolge invece una funzione di normalizzazione della pressione arteriosa». Attenzione, però: tale sostituzione non è indicata in specifiche situazioni patologiche, come diabete di tipo 1 o insufficienza renale.  

Ben venga, dunque, l’effervescente Brioschi con bicarbonato di potassio:anche se stiamo parlando di prodotti destinati ad essere consumati in piccole quantità, e che quindi  hanno un apporto di sodio e calorie irrisorio rispetto al nostro consumo giornaliero, l’etichetta nutrizionale, rappresenta comunque un’informazione importante, e un esempio da seguire per prodotti consimili.  

Paola Emilia Cicerone