Doppio standard nell’Ue sulla qualità dei prodotti della stessa marca. I paesi dell’Europa centrale denunciano differenti livelli di qualità, gusto e ingredienti
Doppio standard nell’Ue sulla qualità dei prodotti della stessa marca. I paesi dell’Europa centrale denunciano differenti livelli di qualità, gusto e ingredienti
Beniamino Bonardi 22 Marzo 2017All’ultimo Consiglio dei ministri dell’Agricoltura dell’Unione europea, Slovacchia, Ungheria e Repubblica Ceca hanno sollevato il problema della questione del “doppio standard” alimentare all’interno dell’Unione. Il problema è che alcuni prodotti con lo stesso nome e la stessa confezione hanno differenti livelli di qualità, gusto e ingredienti a seconda dei Paesi pur avendo sovente il medesimo nome del produttore sull’etichetta. I ministri dei tre Stati del Centro Europa hanno illustrato i risultati di alcuni test, chiedendo alla Commissione Ue di portare avanti azioni appropriate, compresa un’eventuale iniziativa legislativa.
Su 22 alimenti testati, scelti tra quelli proposti da aziende famose come Ferrero, Coca-Cola, PepsiCo, Nestlé e Danone, nell’ambito di categorie come bevande, latticini e formaggi, dessert, tè e bastoncini di pesce, gli slovacchi hanno rilevato grandi differenze di qualità in dieci casi, e differenze meno significative in tre prodotti a base di carne.
Le preoccupazioni e le richieste dei tre paesi, sono state appoggiate da altri Stati che, pur osservando come questi prodotti siano sicuri ed etichettati in conformità alle regole europee, sottolineano i rischi di una pratica potenzialmente fuorviante nei confronti dei consumatori.
La commissaria europea ai Consumatori, Vera Jourova, si è impegnata a seguire la situazione e ha chiesto agli Stati dell’Ue di raccogliere prove e inviarle alle autorità nazionale e alla Commissione, affinché possa valutare l’entità del problema e decidere una risposta.
La questione della differenza di qualità dei prodotti tra i paesi europei, in particolare nell’Europa centrale, era già stata posta da Slovacchia, Ungheria e Repubblica Ceca nel Consiglio dei ministri Ue del 17 maggio 2016, evidenziando già un anno fa come il fenomeno fosse in crescita.
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La qualità ed il prezzo sono marketing aziendale puro.
L’uniformità delle norme sulla sicurezza nella UE, è questione politica altrettanto pura.
L’Unione Europea se esiste veramente nella realtà e non solo nei bizantinismi burocratici, batta un colpo concreto.
Ho notato anch’io, talvolta significative differenze in altri prodotti, a livello di profumazione, negli ammorbidenti e negli shampoo acquistati in Italia, Slovenia, Austria, nello stesso periodo dell’anno, in grandi negozi con veloce ricambio.
Stessa etichetta (o molto simile), stesso nome commerciale, ovviamente con lingue diverse.
Però allo stesso tempo, lo stesso prodotto, nello stesso stato, può avere durante l’anno, con differenti date di produzione, diverse qualità e profumazioni, al punto che ti trovi d’improvviso ad aver acquistato qualcosa di completamente diverso da quello precedentemente apprezzato, ma talvolta scadente o sgradevole, al punto di non volerlo più usare.
Grave errore di marketing, che come testimoniato fa perdere clienti.
Ruotare produzioni diverse su clientele fidelizzate, è cosa da non fare mai per nessuna ragione, salvo un errore di distribuzione occasionale e rimediabile con un richiamo interno e lo scambio della merce.
Poi c’è il problema sollevato dall’articolo che interessa, salvo errori della distribuzione, la differente qualità e prezzo in diversi stati e distretti, ma questo coinvolge i viaggiatori ed i transfrontalieri per il confronto con prezzi e caratterizzazioni diverse, ma le scelte del marketing sono mirate alla maggiore vendita e fidelizzazione possibile salvo le eccezioni previste.
non andate troppo lontani, basta andare in Sicilia e noterete che la Coca-Cola è completamente diversa