panzanella piatto vegetariano

Si fa ma non si dice è una canzone del 1930 di Vittorio Mascheroni (1895-1972) cantata da Milly (Carolina Mignone, 1905-1980) e non ben vista dal regime fascista perché allude al comportamento di molti gerarchi (con il loro duce in testa), che accanto alla loro famiglia hanno una o più amanti. Oggi tutto è cambiato e “si dice ma non si fa”, iniziando dalla Dieta mediterranea, della quale tutti parlano ma che è sempre meno presente, se non quasi scomparsa dalle tavole degli italiani, in un declino sgradito e pericoloso. Un tradimento che farebbe di nuovo morire di crepacuore Ancel Benjamin Keys (1904-004) scopritore della Dieta mediterranea, ispirata ai modelli alimentari di alcuni Paesi appunto del bacino mediterraneo tra i quali l’Italia, riconosciuta dall’Unesco come bene protetto e inserito nella lista dei patrimoni orali e immateriali dell’umanità nel 2010.

Questa dieta privilegia cereali, frutta, verdura, semi e olio di oliva, un più raro uso di carni rosse e grassi animali e un consumo moderato di pesce, carne bianca (pollame), legumi, uova, latticini, vino rosso e dolci. Oltre 10mila ricerche sulla Dieta mediterranea, delle quali quasi 5mila in questi ultimi cinque anni, dimostrano che questo modello alimentare è scientificamente accettato per aiutare a preservare la salute umana, proteggendo dalle principali malattie croniche e infiammatorie. La Dieta mediterranea è associata ad un’alta aspettativa di vita negli adulti e a un minor rischio di gravi malattie croniche cardiocircolatorie e vascolari, diabete di tipo 2, cancro, asma e allergie. È anche associata a una riduzione della mortalità per diverse malattie e agli stati di sovrappeso e obesità, che per questo sono un importante indice di una sua applicazione nelle popolazioni

Sogliola con pomodorini
La Dieta mediterranea privilegia cereali, frutta, verdura, semi e olio di oliva e un consumo moderato di pesce, carne bianca, legumi, uova, latticini, vino rosso e dolci

L’abbandono della Dieta mediterranea da parte degli italiani inizia con il miracolo o boom economico del secolo scorso. Diverse ricognizioni sui consumi alimentari condotte dall’Istituto nazionale della nutrizione alla fine degli anni Novanta del XX secolo mostrano come i cittadini del Sud Italia si sono allontanati dalle precedenti abitudini abbandonando, nonostante i revival e le mitizzazioni in voga, la Dieta mediterranea promossa e proposta in vari modi. Infatti dagli anni Sessanta nelle regioni meridionali aumenta significativamente il consumo di carne, pesce, grassi e zuccheri, mentre diminuisce quello di pane, pasta, cereali, verdure e olio. Il fenomeno riguarda i piccoli centri delle zone interne, ma soprattutto l’ambiente urbano, dove i ricercatori segnalano un grave processo di involuzione dell’alimentazione.

L’abbandono della Dieta mediterranea e la sua non applicazione interessa non solo l’Italia, ma tutti i Paesi dell’area mediterranea, mentre quelli del Nord Europa e alcuni altri Paesi del mondo stanno attualmente scoprendola e cercano di applicarla. Oggi (2020-2021) l’eccesso ponderale in Italia riguarda quattro adulti su dieci (tre in sovrappeso e uno obeso) ed è una caratteristica più frequente al crescere dell’età, fra gli uomini rispetto alle donne, fra le persone con difficoltà economiche e fra le persone con un basso livello di istruzione. Inoltre l’aumento di peso è chiaramente più diffuso nelle delle Regioni meridionali, patria della Dieta mediterranea! Campania, Puglia, Basilicata, Calabria hanno il primato per quota più alta di persone in eccesso ponderale sfiorando la metà della popolazione residente.

fast food hamburger patatine
L’abbandono della Dieta mediterranea non interessa solo l’Italia, ma tutti i Paesi del bacino mediterraneo

L’abbandono della Dieta mediterranea da parte degli italiani e di altre popolazioni mediterranee è legato al loro stile di vita e a condizioni di tipo economico. Queste popolazioni, anche quando aumenta il reddito, preferiscono usarlo per scopi diversi dall’alimentazione, in questo modo diminuendo fino ad abbandonare gli alimenti tipici della dieta mediterranea. L’aumento dei prezzi degli alimenti tipici di quest’alimentazione, soprattutto frutta e verdura, si associa anche a un significativo risparmio di tempo e a una facilità di trasformazione e consumo dei prodotti più o meno industrializzati delle diete occidentali. Altre cause dell’abbandono della Dieta mediterranea sono le disuguaglianze socioeconomiche delle attuali società industriali di fronte alla varietà alimentare, accesso agli alimenti biologici, luoghi di acquisto e di consumo dei pasti con incrementi durante le crisi economiche. In particolare durante i periodi di crisi le società mediterranee orientano le loro scelte verso gli alimenti della dieta occidentale, ricca di alimenti di rapido e facile consumo, come cereali raffinati, grassi animali, zuccheri e carni lavorate, mentre diminuisce l’uso di legumi, cereali, frutta e verdura.

Nell’abbandono della Dieta mediterranea molto importanti sono i cambiamenti associati al passaggio delle popolazioni da una cultura agricola a una di tipo urbano, con un’inversione radicale delle abitudini alimentari non solo nelle società mediterranee europee, ma anche nei Paesi in via di sviluppo che sempre più stanno adottando diete occidentalizzate. In questo quadro rapidamente accennato, considerando una sempre più diffusa ristorazione collettiva, si può costatare che nei fast food e nelle altre nuove forme di alimentazione fuori casa la frutta è la grande assente e le verdure non sono quasi presenti. Nella cucina di casa infine molti piatti tipici di una Dieta mediterranea, che necessitano più o meno lunghe cotture, sono sostituiti da più rapide preparazioni culinarie.

La Dieta mediterranea oggi è un privilegio dei ricchi che possono permettersi cibi biologici, a chilometro zero, senza additivi e conservanti, non industrializzati. L’abbandono di questo tipo di alimentazione segue un gradiente socio-economico e interessa soprattutto le persone con minor reddito che – non è certo un caso – sono anche quelle che presentano percentuali più elevate di obesità, diabete, malattie cardiovascolari e alcuni tipi di cancro, dimostrando anche una relazione lineare tra costo del cibo, aderenza ai modelli alimentari e obesità. Oggi l’abbandono della Dieta mediterranea non è soltanto un problema sanitario, ma oggi e ancor più nel futuro è una questione socioeconomica.

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gianni
gianni
18 Aprile 2023 11:42

L’unica cosa detta correttamente è che l’alimentazione “sana” sembra non essere più una priorità per larghissime fette di consumatori, il resto è incommentabile.
Dire che verdura e frutta sono troppo cari e che non ce le si può più permettere è falso, basta cambiare varietà di vegetali scegliendo la stagionalità e i tantissimi fornitori onesti, chi quasta le dinamiche dei prezzi sono i furbi/prepotenti della GDO.
Dopodiche per concludere abbiamo imparato la tiritera dei costi/benefici ultimamente, bene applichiamola anche al cibo.

Luigi
Luigi
Reply to  gianni
11 Maggio 2023 18:55

/// i furbi/prepotenti della GDO \\\ Sperando di avere capito bene il commento, secondo me la GDO si merita questi aggettivi (non in tutti i casi, spero..) non tanto per lo spingere i prezzi verso l’alto, quanto per il ridurre al massimo il margine di profitto dei fornitori “agricoli” (approfittando del proprio potere contrattuale) spingendo questi ultimi a “recuperare” altrove abbassando la qualitá dei prodotti e/o sfruttando la manodopera

Gina
Gina
18 Aprile 2023 16:07

Colgo una certa linearità e continuativita’ tra ciò che noi lettori commentiamo nei vostri articoli e ciò che voi giornalisti trattate negli articoli successivi. Questo è indubbiamente ‘ ‘interessante perché riuscite a creare e mantenere un “filo diretto ” tra ciò che noi commentiamo (cercando di fare il possibile x “sfumare ” nostri pensieri a volte un po’ irruenti ) mentre voi impreziosite i vostri articoli con nozioni e statistiche sempre nuove..
Ma passiamo al dunque .E’ vero, come scrive il sign.Gianni ,che basta cambiare varietà di vegetali e’ il risparmio e’ assicurato ma e’ anche vero che ci sono molte persone che per fattori di tempo . preferiscono acquistare frutta e verdura già tagliata ,lavata e impacchettata in vaschette di polistirolo o scegliendo di acquistare insalate in busta .Il prezzo finale quindi subisce un impennata notevole ,la verdura o la frutta tagliata perde sicuramente in croccantezza, freschezza, nonché in vitamine e minerali ,ma a casa si riesce a velocizzare la preparazione. In questi giorni ho dato un’ occhiata ai prezzi di frutta e verdura venduti nei supermercati qui dalle mie parti .. Ve li faccio conoscere . Un cespo di lattuga locale( fresca e croccantissima ) a 1 euro e 80 circa ,pomodorini ciliegino siciliano a 4 euro e 50 al kg, kiwi a 4 euro al Kg, arance locali a 2 euro e 50 al kg e via dicendo…. In ogni caso, quando i prezzi di frutta e verdura subiscono un notevole innalzamento dei prezzi cambiare varietà e’ l unica soluzione plausibile.!. !!

gianni
gianni
19 Aprile 2023 21:43

Un paio di cose da dire alla signora Gina e a chi crede sia giusto cercare fonti di confronto critico.

Il termine dieta trova le sue origini nell’antica Grecia ( dal termine greco δίαιτα, dìaita ) e significa “modo di vivere”.
Quindi la dieta mediterranea nulla ha a che vedere con gli esperti e le tante e famose diete che considerano solo quello che c’è nel piatto, così seguite nell’infinita e spesso inutile ricerca del peso forma.
È un sistema la cui parte alimentare ha a che vedere più con la vera fame che con l’abbondanza descritta ( le razioni delle piramidi riguardo a cereali carne latticini sono comunque esagerate ).
Indica l’educazione ad un corretto sobrio regime alimentare basato sul consumo di cibi facilmente reperibili perché stagionali e indigeni, per niente cari ma ugualmente ricchi di nutrienti pur nella semplicità della preparazione elementare, meno manipolazione si fa meglio è.
E sono proprio questi nutrienti ad esercitare un’azione preventiva e salutistica.
Stiamo a sindacare se un cako ( o altro frutto ) costa 50 centesimi o un euro senza considerare che nel semplice frutto ci sono più di cento molecole diverse la cui funzione è spesso assai poco compresa ma da lungo tempo fa parte felicemente di fornitore di importantissime sostanze.
Il concetto “olistico” di alimentazione è lontanissimo dalle “verità” del riduzionismo, inutilmente si cerca una regola generale dove i consumatori sono assai diversi, ma questo è quello che oggi passa il convento.
La vera d.m. ha però innegabilmente numerosissimi punti in comune con la Nutraceutica fisiologica adatta ( a prova di scienza ) a integrare correttamente diversi elementi nutrizionali in caso di carenze alimentari eclatanti o di aumentati fabbisogni alimentari per modificati consumi energetici.

Come poi ho cercato di dire in un precedente commento non si commetta l’errore di pensare sia normale essere soli al mondo e che dobbiamo fare tutto noi in persona, ogni ora di ogni giorno, malinteso e malefico concetto di forza dell’uomo “solitario” moderno.
Far parte di una stretta comunità è una delle colonne dello stile mediterraneo……….in un gruppo che condivide vita e ideali ci si aiuta anche nei lavori quotidiani e quando possibile poi ci si scambia favori con entusiasmo, ognuno secondo le proprie capacità.
Noi commettiamo un errore gravissimo stabilendo di fare da soli per mancanza di cosa? libertà? empatia? altre amenità del genere?????

E quando siamo alla tastiera del pc come in qualsiasi altra circostanza si deve, solo tramite idee e niente armi vere, con determinazione difendere le proprie idee, tacendo solo quando si è senza argomenti validi.

Gina
Gina
Reply to  gianni
20 Aprile 2023 17:11

Buongiorno sign.Gianni ,finalmente dopo anni di commenti postati sui più svariati articoli del “Fatto alimentare” sono riuscita ad ottenere la sua attenzione .!!! Pero’…mica maleeeeeeeeeeeee!! A parte gli scherzi , farò sicuramente ammenda (sono seria in questo) dell’ intera lezione che lei ha riservato a tutti noi come fonte di confronto critico. Vorrei precisare però due cose : la nutraceutica nasce proprio come risposta alla mancanza di molti i “nutrienti ” nel cibo che assumiamo oggi ,,compresa frutta e verdura..
Tenga conto anche , che mai come di questi tempi, il mondo ragiona con dati ,numeri , e ahimè, anche se questo non le piace, prezzi..Non se ne può proprio fare a meno..!!. Mi auguro che d ora in avanti lei si apra maggiormente e si confronti più spesso con tutti noi.
Dico davvero…. Io la seguo …!

Claudia
Claudia
9 Maggio 2023 09:47

Mi sembra veramente un azzardo attribuire alle problematiche dei prezzi delle verdure e dei cereali il motivo dell’abbandono della Dieta Mediterranea. I vegetali ed i cereali anche non biologici ma di stagione hanno prezzi normalissimi! Le carni e gli insaccati vengono venduti a prezzi spesso stracciati in quanto da allevamenti intensivi!!! Il junk food è a prezzi bassissimi…e quindi dare la colpa al cibo biologico mi sembra riduttivo. I motivi sono molto più complessi

giova
giova
Reply to  Claudia
9 Maggio 2023 12:00

Sì, concordo.
La complessità alla quale lei si riferisce forse è lo stile di vita, nel quale il cibarsi è considerato più una perdita di tempo (come il riposo, d’altronde) che una caratteristica umana che ci fa sentire parte della natura (come altri viventi). Una natura dalla quale ci siamo violutamente allontanati ma che fa sentire sempre di più la sua voce (gli esempi sarebbero innumerevoli).

franco
franco
9 Maggio 2023 10:38

Penso che siano comunque delle scelte perchè non si rinuncia al superfluo (tabacco, vini, abbonamenti a pay tv, uscite al ristorante) ed agiatezze varie che non sono proprio indispensabili e quindi se si vuole si può fare la dieta mediterranea!

Roberto
Roberto
9 Maggio 2023 11:05

Che la dieta mediterranea sia cara, lo ammetto solo per l’olio EVO che effettivamente è costoso.

Tutto il resto: pane, pasta, frutta e verdura di stagione, come pure il pesce azzurro, non lo sono affatto.

Spaghetti: 1 kg della più nota marca italiana lo pago € 2,20 e ci faccio 10 porzioni quindi un piatto di sola pasta costa 22 centesimi.

Una lattina di passata di pomodoro da 400 g costa 1€ e ci si fa un sugo per 5-6 porzioni.

Pane, 1 kg di quello che compro io costa € 3,50 e ci faccio più dì una settimana.

Pesce azzurro, ad esempio sgombri, 6 € al kg e ci si fanno almeno 4-5 porzioni.

Conti della serva: a casa mia si fa la spesa 1 volta alla settimana, spendiamo più o meno 70-80 €, siamo io e mia moglie, dividendo per 7 siamo a poco più di 10 € al giorno per 6 pasti (2 colazioni, 2 pranzi e 2 cene).

Direi che il cibo non è la cosa più costosa della nostra vita quotidiana.

MaxTo
MaxTo
Reply to  Roberto
9 Maggio 2023 12:27

La verità è che la DIETA MEDITERRANEA, è stata piegata ad interessi commerciali, e se non lo fosse stato, però, noi non la conosceremmo.
Il dott KEYS, è morto a più di 90 anni, l’ho scoperto da poco e questo mi ha colpito positivamente. Ho letto molte cose su di lui e non so bene a cosa credere. Tempo fa lessi che la DM era basata sulla alimentazione dei contadini di Creta e poi di passo a Sapri (e li fu la sua rovina).
I detrattori della DM dicono che era una dieta (inesistente) da morti di fame quali erano gli italiani del Sud agli inizi 900. Molto meglio oggi, secondo Lui, e abbasso i cibi di stagione perché altrimenti l’export agricolo italiano del fresco chiuderebbe.
Certamente la DM è una filosofia di vita; mi ha colpito sapere che ne faceva parte anche il digiuno cristiano comandato, cosa che nessuno si ricorda di accennare. Guarda caso andiamo a pestare i piedi del digiuno intermittente.
La cosa che mi colpisce di più è che non si cita mai il minestrone, che risulta avere molte meno controindicazioni rispetto alla pasta. Con una busta surgelata di minestrone (500g) aggiungendo qualcosa del giorno, si sistema e si sazia una settimana per una persona.