Nel Paese della dieta mediterranea, che secondo molti nutrizionisti è ormai un ricordo del passato, chi decide quali sono le linee guida per una sana alimentazione? Chi indica le strategie alimentari? Chi conosce cosa arriva effettivamente sulla tavola degli italiani? A chi si possono rivolgere i cittadini per avere risposte precise su cibi, diete, carenze nutrizionali e sicurezza alimentare? Si tratta di domande forse legittime, ma destinate a restare senza riposte.
La dieta italiana allo sbando
Un episodio di tre mesi fa aiuta a capire meglio la situazione. Gli esperti francesi che si occupano di etichetta a semaforo, dovendo realizzare un progetto europeo sulla nutrizione, ci hanno chiesto riferimenti per individuare la migliore banca dati italiana sui prodotti alimentari. Con un certo imbarazzo abbiamo risposto che non esiste nulla di recente. Quella ufficiale disponibile in rete risale a 30-40 anni fa e per questo abbiamo consigliato di cercare i vari prodotti sui siti di Esselunga, Coop, Conad, Carrefour… e di scaricare le schede nutrizionali abbinate.
Questo episodio attesta la situazione di grande difficoltà del Ministero della Salute e di quello delle Politiche agricole, che da tempo hanno abbandonato studi e ricerche nell’ambito della nutrizione, lasciando campo libero a privati e lobby. Anche il Comitato nazionale per la sicurezza alimentare (Cnsa), costituito dal Ministero della salute nel 2008 e formato da 13 esperti, ha sortito scarsi risultati, pubblicando 21 dossier su tematiche molto particolari e sconosciute al grande pubblico, dimenticando i temi di attualità, oppure trattandoli in modo talmente banale da risultare pressoché inutili.
Italiani alla mercé delle fake news
La conseguenza di un simile contesto è l’assenza delle istituzioni per smentire le fake news della rete, per censurare giornalisti come Panzironi che si improvvisano nutrizionisti oppure improvvidi farmacisti come Lemme che si dilettano a elaborare in tv diete miracolose. Lo stesso problema si pone per le tante diete, più o meno sbilanciate, che girano in rete (Tisanoreica, Duncan, crudista, paleo…), oppure per ridimensionare tesi allarmistiche come quelle ribadite più volte da Franco Berrino quando definisce la farina bianca 00 “tossica” o sconsiglia il latte.
Il problema non è trascurabile, basta dire che l’Istituto superiore di sanità da qualche settimana ha inaugurato una pagina online con alcune risposte alle fake news alimentari che da anni girano in rete. Nel mondo della “disinformazione” alimentare ci sono anche alcuni chef scambiati per nutrizionisti, che diffondono consigli sostituendosi al lavoro delle società scientifiche e ai professionisti. Anche programmi come le Iene o Di Martedì per mesi hanno proposto servizi assurdi dai toni allarmistici, su tematiche alimentari senza ricevere richiami.
L’iniziativa delle società scientifiche
Di fronte ai silenzi istituzionali e al dilagare di notizie incontrollabili, di recente è scesa in campo l’Associazione italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica – ADI in collaborazione con le maggiori Società scientifiche AAIITO, AIGO, AMD, ANDID, SIAAIC, SIAIP, SID, SINU, SINUPE e SIO, con un documento validato dal Ministero della Salute, per denunciare l’inutilità di decine di test proposti al grande pubblico e venduti in farmacia per individuare le allergie alimentari.
Anche il contributo dell’ex Inran, assorbito dal Crea, ente alle dipendenze del Mipaaf, che dovrebbe dare risposte sui temi nutrizionali oltre che redigere le Linee guida per una sana alimentazione degli italiani, è praticamente nullo. L’ultima edizione delle Linee guida risale al 2003 e da tre anni il presidente, Salvatore Parlato, annuncia l’imminente uscita di quelle nuove. Il segmento del Crea che si occupa di nutrizione, dopo essere stato svuotato di risorse e di personale, ha dovuto affrontare problemi interni inerenti il conflitto di interessi, ormai si può considerare un ramo secco che ha praticamente smesso di fare ricerca attiva. In questa situazione brillano lobby come Coldiretti e altri centri di interesse che orientano l’opinione pubblica con una narrazione spettacolare che in alcuni casi rasenta la fiaba tanto è fantastica.
Risolvere la situazione è difficile. Una strada potrebbe essere quella di affidare a un’Agenzia per la sicurezza alimentare, come avviene negli altri Paesi europei, l’informazione sulla nutrizione. Il progetto era stato in parte finanziato dal governo Prodi anni fa, ma poi il governo Berlusconi ha fatto saltare tutto.
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24
“Nel Paese della dieta mediterranea, che secondo molti nutrizionisti è ormai un ricordo del passato, chi decide quali sono le linee guida per una sana alimentazione? Chi indica le strategie alimentari? Chi conosce cosa arriva effettivamente sulla tavola degli italiani? A chi si possono rivolgere i cittadini per avere risposte precise su cibi, diete, carenze nutrizionali e sicurezza alimentare? Si tratta di domande forse legittime, ma destinate a restare senza riposte.”
Una risposta c’è ed è sotto gli occhi di tutti, ma che purtroppo fatichiamo ad ammettere:
la linea dietetica la fa’ la pubblicità invasiva dei produttori, tutti nessuno escluso, con sponsorizzazioni televisive, giornalistiche, campagne pubblicitarie, consulenze mirate e pagate più o meno direttamente, pubblicità nascosta, siti internet mercenari, gadget, abbinamenti e sponsorizzazioni di personaggi famosi, ecc…
In questo frastuono alimentare consumatorio, la timida voce di qualche raro corretto dietologo si perde come le raccomandazioni della mamma, quando eravamo attratti dalla marmellata e dalla nutella.
È esattamente così, grazie
Le multinazionali hanno ormai denaturizzato il cibo solo per lucrare ! Se si entra in un supermercato l 80 % di quello che c è negli scaffali è cibo spazzatura ,!lo stato prima ti ingrassa e poi lucra per farti dimagrire !prima ti vende le sigarette e guadagna con il monopolio e poi fa ingrassare le case farmaceutiche con la chemioterapia! L occidente muore per obesità e l Africa e l India muoiono per malnutrizione! Non è questo o quello che stanno stravolgendo il format alimentare ma chi ci governa!
Attualmente la dieta degli italiani la decidono gli influencer e gli opinion leader, le pubblicità e le campagne marketing.
Tutti sanno su quali alimenti si basa la dieta mediterranea che è la più bella e sana del mondo, tutti sanno che il cibo industriale fa male.
Eppure basta un famoso chef che pubblicizza le patatine fritte in busta con un bel “osala nelle tue ricette” per stravolgere tutto. Abbiamo bisogno di intervenire anche sulle campagne di comunicazione.
Se esistono barattoli da 825gr di nutella a 4 euro non andiamo da nessiuna parte, nemmeno con l’etichetta di un semaforo rosso a grandezza naturale.
L’Agenzia per la sicurezza Alimentare può avere una funzione divulgativa utile fino ad un certo punto, scontrarsi con lobbies, gruppi di pressione ed interessi economici prevede un forte intervento governativo per disincentivare l’acquisto del cibo spazzatura.
Bisogna fare bene un ripasso anche sul concetto di dieta mediterranea invece Infatti non esistevano le pizze non esisteva il mais nemmeno i pomodori esisteva del gran pesce dell’Agnello delle uova dei gran legumi qualche cereale ma di vecchia data e quindi con poco glutine e a livello farinacei giusto il pane che normalmente era preparato settimanalmente e non a caso perché è il pane raffermo quello che nutre tutta la flora intestinale fino all’altezza del retto la frutta era poca pochissima e al massimo c’era qualche albicocca secca qualche uva secca e qualche fico secco quindi facciamo meno una riflessione su cosa davvero era la dieta mediterranea Non c’erano nemmeno le patate ma molti piselli è parecchie fave e i fagioli dell’occhio vorreu sapere quanta gente mangia i fagioli dell’occhio oggi…
Caro Manfred se vuole fare un ripasso sulla dieta mediterranea le consiglio questo libro: “La dieta mediterranea anzi italiana” di Andrea Ghiselli e Lavinia Guffanti … uno dei più bei libri in assoluto su questo argomento.
Poiché a forza di leggere libri di “Guru Santoni” che ogni tanto scrivono “qualcosa di buono” alla fine ci si convince che la dieta mediterranea avesse pochi carboidrati, cosa che non corrisponde alla realtà (in media aveva un 58% circa di calorie da carboidrati).
Perché non rivolgersi direttamente ad un esperto? Ad es. un Dietista o un Biologo che ha studiato la nutrizione?
vorrei precisare che nell articolo si parla di panzironi lemme e berrino.
allora se pur vero che panzironi e un giornalista e anche vero che quando parla di meccanismi fisiologici umani
(non ho seguito tutti i suoi interventi)essi corrispondono a verita scientifica(si possono confrontare con i testi
di fisiologia medica)poi per quanto riguarda le sue tesi vi ricordo che la medicina non e una scienza esatta ma basata sull’evidenza e tante volte nel corso del tempo la medicina ufficiale stabiliva dei parametri dei criteri per poi modificarli anni dopo(valori pressori valori colesterolo ecc),in piu tempo fa se non sbaglio si disse che vi era un rapporto insabbiato sullo zucchero che faceva male in america dalle cosidette fonti ufficiali.
lemme fa il suo marketing dalle notizie apprese in tv non mi sembra sia stato condannato ne per abuso della professione ne per altro quindi o sbagliano i giudici oppure non saprei….
berrino e un medico specializzato quindi avra la competenza per parlare di alimentazione visto che i medici posso prescrivere diete terapeutiche oppure no?
perche se il presunto informato non va bene per divulgare e nemmeno lo specializzato leggittimato a parlare
chi dovrebbe farlo il santo padre?……
poi la trasmissione di martedi ospitava un altro eminete professore competente nel parlare quindi non va bene nemmeno lui ma insomma io dico quando e troppo e troppo…..
dico alle persone di comprare testi ufficiali scientifici leggerseli (si puo fare) e con l aiuto di medici di base
amici nel settore medico ecc.. farsi una cultura solida di base e trasmetterla anche al nonno al papa che magari hanno studiato poco nella vita e non riuscirebbero a compredere bene cosi non si dara piu la colpa
alle multinazionali alle pubblicita ecc ma si avra l’occhio critico nel saper ben valutare e comprare quello
che meglio fa per noi,, la cultura ci da la possibilita di fare scelte consapevoli senza sentirci presi in giro
da nessuno perche nessuno potrebbe farlo.
anziche passare ore tra social bar discoteche ecc accrescete la vostra cultura su piu settori e divulgatela a chi vi sta vicino forse le cose cambieranno velocemente e questa povera italia si risollevera agli antichi splendori
di un tempo dove eravamo un faro nella societa..
. Lemme al netto del personaggio pubblico scrive e dice delle cose che sono vere per esempio quando parla del sale cioè il sodio che serve anche per traghettare dall’intestino al sangue gli zuccheri.
Berrino su latte si è finalmente accorto che il suo indice insulinemico è altissimo si parla di quasi 500 rispetto allo zucchero che è a quota 98 pertanto essendo insulina un fattore di infiammazione Ecco che latte e latticini sono fonte di infiammazioni
. Allo stesso tempo Mozzi ci mette in guardia dal fatto che la natura non ha previsto il vegetarianesimo ma ha messo i pesci nell’acqua gli uccelli nell’aria e gli animali sulla terra qualche bacca qua e là qualche radice qua e là e qualche cereale Selvaggio qua e là per cui se uno si mette a fare il vegetariano va contro natura e inevitabilmente perde la battaglia attraverso cosa? semplice per esempio attraverso le malattie autoimmuni mai così diffuse come ai nostri tempi.
In conclusione qualcosa di buono questi Guru Santoni ce l’hanno tanto più che in molti Alla fine sponsorizzano solo un libro che è poca cosa rispetto a Dukan o Tisanoreica che hanno quintali di prodotti da vendere il punto è a mio parere quello di capire cosa il fisico tollera e fare attenzione a tutti i problemi che dallo stesso fisico vengono segnalati dal prurito al gonfiore a qualsiasi altra manifestazione e mettere in relazione queste con i pasti.
Certi libri hanno venduto 150-200 mila copie e il prezzo oscilla intorno ai 20 euro. Sono editi da case editrici che fanno riferimento agli autori e a questo punto i proventi diventano interessanti
I libri del dott. Mozzi sulla dieta hanno venduto 600.000 copie e sono editati da una casa editrice totalmente indipendente nel piacentino. Lui stesso ha ammesso di aver ricevuto parecchie offerte per pubblicare con case editrici nazionali, ma dice di aver risposto no perché quello che doveva scrivere l’ha già scritto e non deve aggiungere nulla.
Il fatto che il Dr Mozzi abbia venduto 600.000 copie di un libro che sostiene delle tesi bizzarre prive di alcun fondamento scientifico è grazie alla TV che ha lanciato questo personaggio nel silenzio delle istituzioni. L’ordine dei medici avrebbe dovuto intervenire e l’ordine dei giornalisti avrebbe dovuto richiamare ad es. Bruno Vespa che l’ha portato a Porta a Porta (assieme a Lemme, Ducan, Barry Sears … tutti autori best seller) seminando confusione tra la popolazione. Per non parlare di persone come Panzironi o altri “guru” con un curriculum scolastico discutibile che disprezzano i medici e i veri nutrizionisti!
Dove sono le istituzioni che dovrebbero tutelare la popolazione dagli imbonitori? L’Italia è chiaramente un paese allo sbando.
dottor Pratesi Mozzi mi ha detto: per i tuoi dolori articolari togli le solanacee tu che sei di gruppo A: Io l’ho fatto, a me cosa costava provare un mese senza pomodori patate peperoni peperoncino melanzane bacche di Goji? nulla, costava nulla! l’ho fatto e i miei dolori articolari alle gambe sono totalmente spariti per cui chi se ne frega se dice delle panzane, le teorie sono tutte belle ma la pratica è quella che conta, La scienza è prova lui mi dice togli le le solanacee che ti passerà il dolore io provo: è vero, è scienza non è una panzana è scienza
Il suo è un caso aneddotico… la scienza è un’altra cosa! https://bit.ly/2KDxVLe
Sono perfettamente d’accordo con le osservazioni di Pratesi, alle quali aggiungo un invito per un tot di autocritica da parte delle varie associazioni di categoria, verso alcuni notabili più rappresentativi della categoria, che spesso e volentieri, piuttosto che difendere con tesi coerenti e convincenti la nostra vera Dieta Mediterranea, si sono prestati a sponsorizzazioni e prese di posizione in evidente contrasto con la stessa.
Parlo di campagne contro alcuni grassi tropicali saturi, zuccheri aggiunti, ma anche alimenti troppo raffinati e depauperati privi di profilo nutrizionale raccomandato dalla Mediterranea, ecc.. dove i nostri opinion leader di riferimento hanno balbettato, o peggio si sono schierati a favore di scelte alimentari molto discutibili, creando sicuramente una mancanza di punti di riferimento certi e coerenti dove hanno proliferato molti falsi miti e prodotti veramente scadenti.
Grazie Dr. Pratesi, è sempre importante che lei intervenga, la gente crede ad ogni imbonitore di passaggio. E’ vero però che alcuni membri delle categorie dei professionisti (medici, biologi, dietisti) promuovono e sostengono mode, “crociate”, teorie, fantasie….caratteristiche della diet industry e affini, a volte per interessi commerciali.
e se si provasse a fare lobby di pressione sullo Stato perché prenda e ristabilisca quella posizione che una pubblica istituzione deve avere, per sgombrare il campo da tanti falsi miti e profeti, per tornare a diffondere verità su argomenti così importanti e, soprattutto, per eliminare un’assenza davvero vergognosa dai riferimenti cardine, in tema di salute e alimentazione, per il buon nome di un Paese come l’Italia?
Buongiorno, sono un medico specialista in scienza dell’alimentazione ( ma questo non dice nulla) soprattutto terpiasta dell’alimentazione ( in seguito spiego la definizione) . Vorrei precisare innanzi che nel corso di studio di medicina e chirurgia non esiste nemmeno un esame di scienze dell’alimentazione, a differenza di corsi universitari come scienze motorie , biologia etc , il che la dice lunga . Vi rendete conto che un medico si laurea senza avere nemmeno le basi per dare dei consigli alimentari o contraddire , apportando basi scientifiche , le false notizie ? Anche nelle scuole di specializzazione però non si può dire che la formazione di base sia completa perché si limita agli aspetti solo teorici che non mettono in condizioni il medico di applicare sul campo un metodo serio che utilizzi l’alimento come un vero e proprio farmaco, addirittura uno strumento per poter correggere o alleggerire alcune patologie come il cancro. Studiando le basi delle varie diete proposte dai vari guru e non guru , in realtà si trova qualche elemento interessante che può essere verificato ed approfondito. La terapia nutrionale , ma si può chiamare come si vuole, deve poter essere utilizzata da medici e non biologici, nutrizionisti, dietisti che non sono in grado di fare diagnosi appropriate . Infine, aggiungo , che per poter veicolare la corretta informazione , L’alimento deve essere il meno manipolato possibile dall’industria e se possibile biologico o meglio ancora Biodinamico. Spero di aver dato un valido contributo all’argomento . Dr.ssa Donatella Pitasi
Sul fatto che il Crea sia un ramo morto non direi.
Per fare delle linee guida è necessaria un’analisi dei consumi, una rilevazione statistica accurata, un campionamento valido…tutte cose che prendono un’infinità di tempo. È certo che sono stra necessarie banche dati nuove e aggiornate e linee guida più recenti, ma i LARN, che sono il “documento tecnico” da cui vengono estrapolate poi le linee guida, sono del 2014, e attualmente so che il Crea sta lavorando per i nuovi documenti. Probabilmente il personale è sottodimensionato?
Duranti gli studi in dietistica ci diedero il compito di crearci delle medie sui valori nutrizionali del cibo, partendo dal campionamento capillare nel posto più ovvio: il supermercato. Ci vollero MESI INTERI per creare un documento decente, che rispecchiasse la realtà effettiva di quello che poi la gente mangia. E il lavoro venne fatto da 20 persone.
Uno dei problemi viene anche dall’alto, uno Stato che tarda anni (o non lo fa affatto) a prendere posizione in merito a temi tanto delicati come la nutrizione non è accettabile.
Le informazioni esistono, le campagne di divulgazione vengono fatte, ma non (sempre) arrivano al grande pubblico, e bisognerebbe capire perchè.
Inoltre sono d’accordo che i medici dovrebbero avere almeno un’infarinatura su temi riguardanti la nutrizione, ma i professionisti esistono e bisognerebbe fare più team e lavorare insieme: so di medici che non sanno nemmeno cos’è un dietista, e si rifiutano di fare prescrizioni per la terapia dietetica, sminuendo di fatto una figura professionale specializzata.
Le cose su cui lavorare sono tante.
Il dottor Berrino è un epidemiologo esperto nel campo della oncologia e nutrizione che ha lavorato per anni all’istituto dei Tumori di Milano. A lui si devono numerosi studi che hanno confermato ľesistenza di legami tra alimentazione e tumori. Fa parte di un gruppo di lavoro internazionale e soprattutto é una persona onesta. Definirlo allarmistico mi sembra proprio di sminuirne il lavoro. Certamente ha portato all’attenzione dei media aspetti nutrizionali che andavano controcorrente, ma solo perché esistono studi che suggeriscono prudenza nel consigliare certi alimenti come panacea. Ha scritto numerosi libri sull’argomento e tenuto moltissime conferenze gratuite per orientare verso scelte alimentari equilibrate e contro diete “fuffa”. Dispiace vederlo comparire nel vostro articolo in maniera così superficiale.
Le teorie strane del dott. Berrino su farina tossica e latte sono state smentite in modo chiaro dal direttore della Struttura complessa di Epidemiologia e Prevenzione dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano in un’intervista che ha rilasciato a Il Fatto Alimentare e che può trovare a questo link (https://ilfattoalimentare.it/franco-berrino-farina-krogh.html) .Diciamo che i nutrizionisti seri non sono d’accordo con le teorie del dott. Berrino . Il fatto che berrino tenga tante conferenze non vuol dire che racconti cose scientificamente condivisibili.
Ho anche seguito molto attentamente varie conferenze del dottor Berrino tenute anche a Brescia,, la mia città per esempio, Oltre che su YouTube e devo dire che non ha il coraggio di denunciare la pericolosità dei latticini che sono Pro infiammatori per l’alto indice insulinemico che scatenano. Ha inoltre un amore smodato per i cereali integrali che però purtroppo non si rivelano essere i migliori alleati della Salute delll’intestino né probabilmente per le malattie autoimmuni ha terrore di un uovo tanto che dice lui stesso di mangiare solo quelli di galline felici allevate sull’Himalaya; il pollo uno all’anno è sufficiente giusto perché c’è l’occasione; e il pesce è ok solo se pescato durante le giornate di riflessione trascorse in barca. lo zucchero Ecco lo zucchero e un’altra cosa di cui ha folle paura ma lo trasforma in maltosio Cioè in derivati dei cereali
Comunque la grandevia.it è un sito interessante da lui curato.
Aggiungo qualche informazione in più su Berrino, che non è emersa nei commenti di chi lo cita:
– lo stile dietetico di Berrino è sinteticamente definibile Macrobiotica Mediterranea, perché si rifà alle tradizioni alimentari e preparazioni millenarie dei giapponesi (il popolo più longevo al mondo), trasposte ed armonizzate con il nostro stile mediterraneo;
– lo stile di vita che richiama è riferibile allo Zen (quello dei monaci tibetani e dei monasteri giapponesi), dove la meditazione è un’abitudine quotidiana;
– l’allarme lanciato sulla pericolosità delle farine bianche super raffinate, che ha definito un “veleno” era ed è riferito alle quantità consumate solitamente dagli italiani (da colazione, pranzo, merende e cena, compresa la spaghettata o la pizza di mezzanotte). Perché è la dose che fa il veleno non la sostanza (farina raffinata);
– senza timore di smentite possiamo testimoniare che è stato uno dei pochissimi che ha interpretato da decenni un coerente approccio e vicinanza alla vera dieta Mediterranea, se pur con alcune sue personali interpretazioni ed esperienze, come ogni ricercatore e/o professionista;
– tra la sua posizione critica verso le farine super raffinate e le contestazioni discutibili sull’uso dei cereali e farine integrali del suo successore Prof. Krogh, mi risultano più corrette quelle di Berrino, perché sostanzialmente in linea con i dettami della riconosciuta Dieta Mediterranea, peraltro riconosciute anche dallo stesso Krogh quando ammette che: «Non esistono cibi velenosi, quindi la farina bianca non può essere considerata un veleno, piuttosto va tenuto presente che se il suo consumo è preponderante rispetto all’alternativa integrale, viene ridotto nella dieta l’apporto di componenti benefiche come la fibra». Per chi ha un minimo di contatto con la realtà dei consumi alimentari degli italiani e ne vuole parlare, non può non sapere che si consumano solamente cereali raffinati).
Queste sono solo informazioni che mancavano nei commenti sopra riportati e non vanno interpretate come una promozione o elevazione del personaggio, ma solo per correttezza dell’informazione sull’oncologo ricercatore richiamato.
Ognuno ne tragga le proprie conclusioni, ma allo scopo servono informazioni corrette e possibilmente complete.
Ma Berrino sostiene che anche il latte è quasi un veleno e altre tesi bizzare, forse interessanti per i monaci e i giapponesi ma non per gli italiani
Solo per la cronaca e l’informazione, ma sembra che il 50% degli europei sia intollerante al lattosio, mentre quello alla caseina è ancora dato statisticamente incerto ma non marginale.
Non ci vedo niente di bizzarro, ma ricerche che hanno anticipato evidenze che stanno emergendo negli ultimi anni nel nostro mondo occidentale.
Nell’alimentazione tradizionale giapponese i latticini non sono storicamente presenti e Berrino trasferisce questa esperienza nelle prescrizioni della sua macrobiotica mediterranea.
Giusto o sbagliato che sia, questo è Berrino.
Il dott. Berrino in conferenze tenute in Toscana dice dei formaggi “mangiateli perche’ vi piacciono non perche’ facciano bene”. Precisa nell’eloquio che non e’ certo facciano male.
Io mi limito ad osservare le curve statistiche: in occidente tanti latticini = tanti tumori di marca ormonale (prostata, utero, ovaie); in oriente tanto te (nero o comune) = tanti tumori allo stomaco.
Qualche cosa vorra’ pur dire!
Paragonare la dieta occidentale e quella orientale in questo modo ha poco senso. Da noi l’olio di palma va ridotto perché contiene troppi grassi saturi e noi ne mangiamo già tanti in carne, salumi, latticini , in oriente dove spesso c’è una dieta vegetariana il problema non si pone. Io eviterei paragoni di questo tipo
Concordo con la scelta delle nostre migliori tradizioni, con la consapevolezza acquisita dalla ricerca ed anche la scelta di soluzioni trasversali che hanno dato risultati statisticamente validati.
Tutto è perfettibile e migliorabile, ma l’adattamento evolutivo dalle origini storiche e tradizionali di ogni popolo, ritengo essere la prima regola per una sana alimentazione.
Possiamo parlare Per mesi o anni ogni studioso apporta delle affermazioni sicuramente vere, ma non consideriamo mai che i nostri consumi alimentari sono fortemente superiori ai nostri fabbisogni.Il tema “alimentare” continua a riempire pagine di giornale e programmi tv ma della nostra “dieta Mediterranea” resta solo il nome, i nostri riferimenti alimentari non sono più quelli mediterranei ma vengono da olltre-oceano,modelli alimentari che già Ancel Keys denunciava più di mezzo secolo fa. Durante la mia infanzia ho potuto constatare giorno dopo giorno cosa sgnifica dieta mediterranea, ma allora non ne avevo cosapevolezza pensavo che tutto quello era dovuto a ristrettezza economica.