Il legame tra un consumo regolare di carni rosse e lavorate e il rischio di sviluppare un tumore è noto da tempo. Ma ora uno studio pubblicato su BMC Medicine dai ricercatori dell’Università di Oxford, ed effettuato sui dati del più grande database pubblico britannico, la UK Biobank, confermano l’associazione tra un consumo frequente di qualsiasi tipo di carne e il cancro. E allo stesso tempo mettono in rilievo l’efficacia preventiva di una dieta che, al contrario, preveda poca o nessuna carne, molti vegetali e pesce.
Per verificare l’esistenza di una relazione tra carne e tumori, i ricercatori hanno analizzato i dati di oltre 447mila cittadini britannici di età compresa tra i 40 e i 70 anni, tutti senza alcuna traccia di tumore al momento dell’arruolamento, e ai quali era stato chiesto di descrivere le proprie abitudini alimentari; negli 11,4 anni successivi tra di loro ci sono stati poco meno di 55mila casi di tumore, pari al 12% del campione.
I partecipanti sono stati suddivisi in quattro categorie: chi mangiava carne più di cinque volte a settimana (poco meno di 250mila persone, pari al 52% del totale), chi la mangiava meno di cinque volte a settimana (circa 205mila individui, pari al 44% del totale), chi mangiava solo pesce (10.700 persone, pari al 2% del totale) e i vegetariani e i vegani che non mangiavano mai né carne né pesce (8.600 partecipanti, un altro 2%). Questo ha permesso di associare l’insorgenza di tumori in generale, e di alcuni tipi in particolare, al tipo di dieta.
Rispetto ai consumatori regolari, tutti gli altri hanno mostrato una riduzione del rischio di qualunque tipo di tumore: del 2% quando comunque mangiavano carne, anche se poca, del 10% quando consumavano solo pesce e del 14% quando non mangiavano né carne, né pesce.
Andando poi a vedere i tipi di tumore, è emerso che il rischio di tumori del colon retto diminuisce del 9% tra le due tipologie di carnivori, anche se vi è una certa variabilità tra i due sessi. Un’altra diminuzione evidente associata alle abitudini alimentari è emersa nelle donne in menopausa: le vegetariane e le vegane mostrano un calo del rischio di tumore al seno del 18% rispetto alle consumatrici di carne. Secondo gli autori, tuttavia, ciò dipende dal fatto che le prime sono generalmente più magre delle seconde. Una differenza ancora più marcata è stata osservata anche tra gli uomini: per chi mangia solo pesce il calo del rischio di tumore della prostata è del 20% inferiore rispetto a chi consuma carne di frequente, mentre per vegetariani e vegani la diminuzione è addirittura del 31%.
Anche se c’è un limite evidente, e cioè il fatto che le abitudini alimentari siano state rilevate solo una volta, all’inizio, e potrebbero quindi essere cambiare anche radicalmente, dal momento che gli effetti di una dieta non corretta impiegano anni a trasformarsi in aumento del rischio oncologico, è probabile che le relazioni individuate siano vere. Del resto, ne confermano altre dello stesso tipo stabilite negli ultimi anni, che vanno tutte nella stessa direzione: ridurre il consumo di carne (soprattutto se rossa e lavorata), sostituendola con pesce e verdure ha effetti positivi sul rischio di sviluppare un tumore.
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Giornalista scientifica
Conferme su conferme su conferme…!!! Questa è la realtà!! Se ne faccia una ragione chi mangia ancora carne.
Sono stato vegetariano osservante per nove anni. Purtroppo ho dovuto ricominciare a mangiare carne (poca e di qualità) a causa del valore relativo all’omocisteina, completamente sballato. Consiglio tutti i lettori vegetariani e ancor più o vegani, a includere nelle analisi di routine questo esame, insieme alle vitamine del gruppo B. Inoltre, con il vegetarianesimo era quasi sparito il mio problema di allergia stagionale a parietaria e graminacee, ma ora si sta riaffacciando prepotente. Come fai, sbagli.
Buongiorno, in questo momento è allo studio un progetto di diminuzione della produzione di carne ed il
conseguente aumento dei volumi coltivabili?