La Direzione generale della salute e della tutela del consumatore (DG Sanco) della Commissione europea ha diramato il 14 gennaio 2011 un documento che riassume e fa il punto sulla situazione a oggi della diossina nei mangimi per animali in Germania. Il testo è interessante perché evidenzia i livelli di contaminazione riscontrati e circoscrive l’area colpita.
Va anche riconosciuto il merito per l’ottimo lavoro svolto alla squadra di Paola Testori, Direttore della DG Sanco che in due settimane ha coordinato l’operazione di risk management con particolare successo per quanto attiene a rintracciabilità e analisi .
Ecco il contenuto di Dioxin contamination incident in Germany – Information Note 14/11/2011.
* In un’azienda produttrice di grasso per mangimi in Germania, i grassi per l’alimentazione degli animali sono stati mescolati con acidi grassi destinati a scopi tecnologici. Questi ultimi erano contaminati da diossina.
* Il lotto di acidi grassi per scopi tecnici era stato prodotto da una fabbrica di biodiesel in Germania. Altri sei lotti sono stati consegnati dalla stessa azienda al produttore di grassi per mangimi attraverso un intermediario commerciale. Tre di questi lotti, arrivati nella seconda metà di novembre 2010, sono risultati contaminati. I rimanenti tre, consegnati nella prima metà di dicembre, non sono risultati contaminati. La fonte della contaminazione con diossina degli acidi grassi resta ancora da chiarire.
* In via cautelativa, in attesa dell’esito delle analisi sulla diossina, tutti i grassi per mangimi prodotti dall’azienda dal 12 novembre 2010 in poi sono stati considerati potenzialmente contaminati.
* I grassi potenzialmente contaminati (2256 tonnellate) erano stati venduti a 25 produttori di mangime in Germania. Non c’è stata alcuna consegna al di fuori del Paese.
* I mangimi che contengono i grassi potenzialmente contaminati sono stati a loro volta consegnati ad allevamenti di ovaiole, polli e tacchini da ingrasso, suini, bovini da latte e da carne, conigli e oche nella sola Germania. Sulla base delle informazioni disponibili, non ci sono state vendite dei mangimi potenzialmente contaminati al di fuori dei confini nazionali, con l’eccezione di aziende agricole di allevamento di ovaiole in Francia e Danimarca. In quest’ultima, sono stati trovati due lotti di mangimi con una presenza di diossina superiore ai massimi consentiti nella UE. Questo mangime è stato tracciato e le galline che se ne sono nutrite non sono entrate nella catena alimentare. Le due partite di mangimi vendute in Francia, invece, sono risultate il regola con la normativa europea.
* Tutti i grassi sospettati di contaminazione, i mangimi che li contengono e le aziende agricole che li hanno acquistati sono stati bloccati in via cautelativa in attesa dei risultati delle analisi sulla diossina. All’inizio dell’indagine, le aziende agricole tedesche potenzialmente interessate erano 4760, numero che adesso (al 14 gennaio 2010) è sceso a 396, in base ai risultati analitici e alle investigazioni fin’ora condotte.
* Le aziende agricole che attualmente sono ancora bloccate sono principalmente di suini e pollame. La maggior parte degli allevamenti di bovini da latte e da carne che non è più soggetta al blocco cautelativo, salvo pochi allevamenti nei quali sono in corso ulteriori indagini.
* Il livello più alto finora trovato in uova prodotte con mangimi contaminati è di 12 pg WHO-PCDD/F-TEQ per grammo di grasso (il massimo livello UE è di 3,0 pg/g) e nelle carni da ovaiole di 4.99 pg WHO–PCDD/F per grammo di grasso (il massimo livello ammesso dall’UE è di 2,0 pg/g).
* L’analisi di 32 campioni di carne di suino da allevamenti bloccati ha mostrato 30 risultati conformi alla legislazione dell’Unione europea (cioè sotto il massimo consentito di 1 pg WHO – PCDD / F – TEQ per grammo di grasso). In due campioni, provenienti da due aziende di macellazione, il livello era leggermente superiore (1,07 pg/g di grasso e 1,51 pg/g di grasso). Si tratta di suini alimentati con mangimi con un elevata percentuale acidi grassi contaminati. I suini di queste aziende non entreranno nella catena alimentare, e le aziende stesse restano bloccate.
* I risultati analitici disponibili di polli da ingrasso, tacchino, manzo e latte provenienti da aziende agricole bloccate mostrano che i prodotti sono tutti compatibili con i livelli massimi ammessi dall’UE.
* I prodotti alimentari contaminati provenienti dalle aziende agricole interessate sono stati rintracciati e ritirati dal mercato.
* Sulla base delle informazioni ufficiali attuali (14 gennaio 2011), nessun cibo di origine animale è stato venduto o esportato in altri Stati membri o paesi terzi, con l’eccezione di due lotti di uova potenzialmente contaminate in Olanda. Dopo un processo di trasformazione, uno di questi lotti è stato inviato in Regno Unito. Il 10 gennaio 2011, sono stati resi noti i risultati delle analisi sulla partita di uova bloccata in Olanda che è conforme alla normativa UE analizzati (sono stati trovati 0.23 pg/g di grasso, il massimo consentito è 3 pg/g di grasso).
* Qualora ulterori indagini rivelassero l’esportazione in altri Paesi membri o Stati terzi, le competenti autorià dei paesi interessati saranno immediatamente informati dal RASFF.
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24