Il Fatto Alimentare all’inizio di ottobre 2013 ha lanciato una petizione online su Change.org per invitare il Ministero della salute e le catene dei supermercati a pubblicare la lista e le foto dei prodotti alimentari pericolosi ritirati dagli scaffali. Quasi dieci mila persone hanno sottoscritto la petizione (9.697) e un gruppo politico ha presentato un’interrogazione parlamentare.
Ma il risultato più interessante è stata l’adesione all’iniziativa da parte di varie catene di supermercati alle quali avevamo proposto di pubblicizzare le campagne di richiamo e ritiro prodotti nei loro siti. Diverse hanno aderito e oggi nella lista troviamo: Auchan, Carrefour, Simply, Conad, Lidl, NaturaSì, Billa, Eurospin e catene minori come Sogegross in Liguria e Gros Cidac in Valle d’Aosta.
A questa lista si aggiunge oggi Coop che ha accettato il nostro invito inserendo nella home page del sito un nuovo spazio “Avviso di richiamo prodotti“, destinato a rilanciare tutte le comunicazioni riguardanti gli alimenti che vengono ritirati dal mercato in quanto possono nuocere alla salute dei consumatori. Coop precisa che è comunque prassi abituale avvisare sempre i clienti attraverso cartelli posizionati nelle corsie dei punti vendita interessati.
La decisione di Coop è importante perché risulta in sinergia con lo spirito del legislatore che, nei casi di allerta alimentare, invita i gestori dei punti vendita a ritirare il prodotto dagli scaffali e ad informare i clienti nei modo migliore possibile. A questo punto aspettiamo un riscontro anche da Esselunga, che resta l’unica catena decisa a non pubblicare in rete le campagne di richiamo.
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24
Un bel risultato, complimenti! Per ora non è indicato alcun richiamo (neanche passato) suppongo che inizieranno dal prossimo.
Bella iniziativa, ma abbastanza poco pratica ed inutile a mio avviso. Quanti di noi consulteranno questa pagina (come le altre delle altre catene) prima o dopo aver fatto la spesa? Quale sarà l’efficacia di qualsiasi informazione riportata su questa pagina?
Forse, nell’era degli smartphone e del web 2.0 sarebbe meglio avere un sistema che avvisi i consumatori e non aspettare che siano i consumatori a visitare una pagina web…. che dire poi nello specifico di Coop che ha milioni di soci consumatori? ha già un database, basterebbe aggiornarlo con le e-mail di ciascun socio ed attivare una mailing-list per ogni avviso. O chiedere sulla stessa pagina di registrarsi a tal fine anche a chi socio non è.
Quando una catena di supermercati informa che è stato ritirato un prodotto dagli scaffali e spiega il motivo in uno spazio del proprio sito q, si dovrebbe avviare un processo a cascata per cui la notizia viene ripresa da altri siti , poi viene rilanciata da qualche agenzia stampa e arrivare sui social. in questo modo si riesce ad informare un elevatissimo numero di persone senza spendere un soldo .
Caro La Pira, hai proprio dato il senso di quanto di negativo può accadere, salvo nei casi giusti in cui in base ai criteri HACCP sia accertato REALE ED IMMEDIATO PERICOLO PER LA SALUTE DEL CONSUMATORE dove invece vanno utilizzati non soltanto la pubblicazione degli elenchi, ma anche radio, giornali e televisione . Per i casi di ritiro ( per diretta esperienza tanti di più di quanto tu possa immaginare) per difettosità estetiche, di etichettatura etc. a pericolo ridotto o addirittura trascurabile, il processo “a cascata”, aggiungo INCONTROLLABILE per i soliti scoop ad effetto scandalistico della stampa nazionale, può provocare inutili danni catastrofici . Ti figuri i danni di immagine ed economici procurati alle aziende serie e coscienziose, ad esempio per un semplice difetto grafico od errore di stampa !!
Ha ragione Esselunga a dubitare della correttezza dell’operazione, viziata gravemente peraltro da quanto osservato da Guido.
Gravissimo cercare visibilità a spese delle Aziende Alimentari serie, della loro economia e dei posti di lavoro !!!
E poi, ora che le catene GDO stanno ignobilmente sostituendo sugli scaffali i prodotti migliori e più apprezzati, copiati dai migliori produttori, sono sicure le catene che non possa capitare qualche incidente ai loro prodotti a marchio GDO distruggendo l’immagine della catena? Ma forse eviteranno la pubblicazione delle informazioni .
Costante, le allerte vanno pubblicizzate, lo fanno tutti in Europa e lo prevede lalegge. Non è un optional. Vanno anche gestite e non devono essere oggetto di titoli scandalistici. Va anche indicato l’indice di rischio. Tutto ciò va gestito insieme da produttore e dal Ministero della salute attraverso le Asl.Ci sono molte allerta inutili, altre superate, altre che non vengono comunicate ai consumatori . Gli addetti delle Asl non hanno un unico modello di riferimento e le revisioni di analisi a volte si fanno tardi.
I problemi esistono ma Esselunga non ha ragione, tant’è che è l’unica catena che per scelta dice di non voler pubblicare le allerta sul sito.
Concordo con Guido che un sms o una mail, almeno ai soci o ai consumatori aventi tessere ed altro, sarebbe giusto nonchè semplice.
Di contro, essendo appunto dotato di smartphone, mi terrò la pagina del supermecato sempre in evidenza per poterla consultare prima della spesa.
Saluti