rugiati
Un’immagine della campagna presente su YouTube che spinge a bere Coca-Cola nelle cene in famiglia e con amici

Famiglia, cena, condivisione: sono gli elementi  che da sempre Coca-Cola utilizza per i suoi messaggi pubblicitari per catturare nuovi consumatori. Lo scopo dichiarato dell’azienda che produce la bibita più famosa del mondo è  di radicarsi sulle tavole italiane, durante i pasti, proprio come avviene negli USA e non solo. Si tratta di un’abitudine che da noi sembra non attecchire, almeno per ora. Ma fino a quando resisteremo?

 

Gli spot in onda sulle reti tv e online mostrano la gioia di cenare o pranzare in famiglia grazie alla presenza di Coca-Cola posizionata bene in vista sulla tavola imbandita. Si parte  dallo spot del 2011 che racconta la formula della felicità in tavola, dicendo che “le mamme hanno allietato i pasti delle famiglie con la Coca-Cola” (veicolando tra l’altro un messaggio ambiguo sulla concezione di famiglia e figura femminile). Nel 2012 il cuoco Simone Rugiati si presta a cucinare in una piazza di Napoli, dove  sembra che la bontà e la bellezza della cena siano date dalla presenza della bibita zuccherata. Lo spot faceva parte di una serie intitolata “Ceniamo insieme?”, che l’Istituto di autodisciplina pubblicitaria ha chiesto di ripensare in un’altra chiave, proprio perché sbagliato  in quanto “proporre modelli di consumo e stili di vita non improntati alla massima correttezza, in termini di educazione alimentare”.

 

 

bibita, bevande , zucchero
Una lattina da 330 ml contiene 35 grammi di zucchero, pari a 7 bustine da 5 grammi

Adesso è la volta dello slogan “Ceniamo insieme” attribuito anche a una pagina YouTube di Coca-Cola.  All’interno troviamo i video delle ricette proposte da Simone Rugiati e alcuni vecchi spot improntati al tema della famiglia come luogo di felicità, soprattutto quando si  cena con Coca-Cola. L’intento è sin troppo chiaro sostituire l’acqua consumata ogni giorno con la bottiglia di bibita zuccherata. In occasione di Expo, l’azienda ha  lanciato il nuovo spot – Mangi con noi? –  abbinato allo slogan Mangiamo insieme,  in onda da gennaio di quest’anno. Il tema? Le cene in famiglia ovviamente, ma questa volta in una chiave differente, più adatta ai tempi attuali in cui ci si disperde e si vive in luoghi diversi: i figli crescono e prendono la loro strada. Cosa c’è di più bello del ritorno a casa, magari per condividere un pasto insieme? Sembra quasi che questa bevanda zuccherina sia in grado di riunire famiglie, elargire felicità e trasformare i momenti conviviali in feste. L’azienda, memore forse del richiamo del Garante nel 2012, sta tuttavia questa volta molto attenta a non mettere la sua bibita al centro. Le mamme inviano foto di arrosti e altre prelibatezze per invogliare i figli a tornare da loro. E poi al resto ci pensa Coca-Cola?

 

ritorno a casa
La famiglia come momento di felicità protetto è la strategia scelta da Coca-Cola per spingere al consumo della bibita anche durante i pasti quotidiani

Sicuramente l’azienda sfrutta l’impatto emotivo e i punti deboli degli italiani (la condivisione, la tavola, il cibo, la famiglia riunita), ma la bellezza e l’efficacia del marketing non devono far perdere di vista l’impatto delle bibite zuccherate sulla salute. Lo zucchero contenuto in una bottiglietta da 330 ml è pari a 35 grammi ossia circa 7 bustine di zucchero (da 5 grammi). Una quantità elevata, soprattutto se il consumo avviene con regolarità: il rischio di obesità, diabete e malattie legate all’alimentazione è davvero troppo alto. A cena in famiglia meglio preferire l’acqua.

 

Eleonora Viganò

© Riproduzione riservata

Foto: iStockphoto.com

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riccardo
riccardo
29 Aprile 2015 19:09

Pensate, mangiare un cacciucco di pesce con pane abbrustolito e agliato o un arrosto di manzo con patate arrosto accompagnato da CocaCola ghiacciata. Un pensiero emetico…, per la CocaCola naturalmente.

Elena
Elena
7 Maggio 2015 11:47

Il servizio che offrite al consumatore è MOLTO prezioso

SUGGERIMENTO: integrate gli articoli con la possibilità di condividere via WHATSAPP e MAIL perchè molti dei consumatori che vanno svegliati e resi più consapevoli hanno un’età che li tiene lontani da FB o G+ ma un potere d’acqusto e “distribuzione” dei prodotti alimentari che spesso è ancora consistente.