In Brasile, un giudice ha disposto la sospensione dell’utilizzo dell’erbicida glifosato, stabilendo che non potranno essere registrati nuovi prodotti contenenti questa sostanza e che le autorizzazioni esistenti dovranno essere sospese entro 30 giorni. Il divieto, che riguarda anche l’insetticida abamectin e il fungicida thiram, resterà in vigore sino a che l’Agenzia brasiliana di vigilanza sanitaria (Anvisa) non avrà completato il riesame sulla sicurezza dei tre prodotti, iniziata nel 2008 e la cui conclusione è prevista entro la fine dell’anno.
La sentenza è destinata ad avere un forte impatto sull’agricoltura brasiliana, che è uno dei maggiori produttori mondiali di soia e di altri cereali geneticamente modificati proprio per essere resistenti al glifosato. Come riferisce l’agenzia Reuters, per la settimana prossima è prevista una pioggia di ricorsi contro il provvedimento del giudice di Brasilia, sia da parte delle aziende agrochimiche, sia da parte del governo e della stessa Anvisa.
In Brasile quasi tutti i coltivatori di soia praticano la piantagione diretta, cioè senza aratura, una tecnica sviluppata per ridurre l’erosione del terreno e mantenere l’umidità della terra. Per questo il ministro dell’Agricoltura brasiliano, Blairo Maggi ha sottolineato che “l’intero sistema della piantagione diretta si basa sul glifosato e sospenderlo rappresenterebbe un enorme passo indietro per l’ambiente”. Oltre che ministro dell’Agricoltura, Blairo Maggi è proprietario del gruppo Amaggi ed è il più grande produttore mondiale di soia.
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Non era la Comunità Europea a seguire il principio di precauzione, più come ispirazione teorica che nella pratica esecutiva?
Ora sembra che il Brasile lo faccia anche nella pratica e non solo in teoria e che lo imponga un ministro che è anche il maggior produttore mondiale di soia, è un vero esempio da seguire anche per noi europei, che ci vantiamo per l’avanzato controllo e gestione della sicurezza alimentare.
No, leggi bene: il ministro ha contestato la sentenza.
Hai ragione è una sentenza di un giudice che ne blocca l’utilizzo, ma l’agenzia di vigilanza sanitaria brasiliana Anvisa sta’ applicando il principio di precauzione meglio di noi europei.
“In Brasile, un giudice ha disposto la sospensione dell’utilizzo dell’erbicida glifosato, stabilendo che non potranno essere registrati nuovi prodotti contenenti questa sostanza e che le autorizzazioni esistenti dovranno essere sospese entro 30 giorni. Il divieto, che riguarda anche l’insetticida abamectin e il fungicida thiram, resterà in vigore sino a che l’Agenzia brasiliana di vigilanza sanitaria (Anvisa) non avrà completato il riesame sulla sicurezza dei tre prodotti, iniziata nel 2008 e la cui conclusione è prevista entro la fine dell’anno.”