Il 15 marzo, in occasione dello Sciopero globale per il clima, al corteo di Milano c’erano 50 mila studenti e una miriade di cartelli contro l’inquinamento del pianeta, contro i modelli di consumo irrazionali e contro l’invasione della plastica. La stessa cosa avveniva in centinaia di città e si trattava della prima grande manifestazione “globale” di questo tipo. In Italia, però, si registrano da tempo molte iniziative che vanno in questa direzione. Ci sono aziende alimentari e catene di supermercati che hanno eliminato la plastica dagli imballaggi o la sostituiscono con materiali ricavati da fonti rinnovabili. I cittadini comprano sempre di più prodotti dell’agricoltura biologica e impiegano solo sacchetti per la spesa in materiale compostabile. Poi ci sono decine di località che hanno deciso di vietare subito stoviglie, bicchieri, cannucce di plastica.
È di pochi giorni fa la notizia dell’intenzione di vietare nelle spiagge pugliesi oggetti di plastica monouso, con un’unica eccezione: le bottiglie di acqua minerale. Non bisogna essere laureati in economia per sapere che le bottiglie di plastica monouso, quando non sono smaltite correttamente, rappresentano una delle maggiori fonti di inquinamento delle spiagge, dei parchi e dei luoghi pubblici. Purtroppo l’elemento comune a tutte le buone azioni elencate è la volontà di non adottare provvedimenti contro l’acqua minerale in bottiglie di plastica, anche se sono tra le responsabili del problema delle microplastiche ormai presenti anche nel cibo.
Il consumo di bottiglie di plastica in Italia
I giovani che hanno manifestato venerdì nelle piazze, ma anche gli adulti, non sanno che in Italia ogni cittadino beve in media 224 litri di acqua minerale ogni anno. Provate a pensarci per un attimo: si tratta di 37 cestelli da sei bottiglie da un litro. Considerando che il 10% circa degli italiani non beve acqua minerale e che i bambini piccoli fino a 11 anni ne consumano poca (al nido, all’asilo e nelle scuole elementari si beve quella del rubinetto), l’80% circa degli italiani butta nel cestino dei rifiuti quattro bottiglie di plastica di acqua minerale (piccole o grandi) alla settimana. Se consideriamo anche le altre bevande, si arriva anche a cinque.
Tutto ciò ha un impatto ambientale esagerato e anche un costo rilevante, che potrebbe essere dimezzato da un giorno all’altro, sostituendo la bottiglietta di minerale con una borraccia o una bottiglia riutilizzabile. L’impresa è fattibile senza grossi problemi visto che nella maggior parte delle località italiane la qualità dell’acqua di rete è molto buona. Per esempio a Milano la qualità è ottima, ma nonostante ciò è una delle città dove si beve più minerale.
Scegliere la borraccia
La scelta della borraccia è un’operazione semplice con risvolti positivi enormi per l’ambiente e per il portafoglio che pochi hanno voglia di suggerire. Si preferisce eliminare le cannucce di plastica dai cocktail, servire solo brocche di acqua del rubinetto nei convegni, decidere che in spiaggia i piatti e le stoviglie saranno solo compostabili e auspicare l’eliminazione dei rifiuti plastici negli uffici pubblici. Si tratta di iniziative lodevoli che però delegano ad altri, la soluzione di un problema che invece è di tutti.
Se bisogna suggerire qualche cosa di concreto da fare subito, alle centinaia di migliaia di giovani, ragazzi e adulti che hanno partecipato alle manifestazioni per salvare il pianeta, potremmo invitarli a comprare una borraccia, metterla nella tasca esterna dello zaino e usarla a scuola, all’università e in ufficio e di pasteggiare con la brocca di acqua del rubinetto a casa, al lavoro e anche quando si esce in pizzeria o al ristorante con gli amici.
In Italia l’ultima campagna contro l’esagerato consumo di acqua minerale risale al 2010, quando Coop lanciò una grossa iniziativa per limitare l’invasione delle minerali. La campagna non è stata portata avanti con sufficiente convinzione ed è finita negli archivi delle buone azioni. Da allora i consumi sono lievitati da 11,5 a quasi 13,5 miliardi di litri e continuano a crescere, tanto da essere i primi imbottigliatori al mondo di acqua minerale. Se si cominciasse subito, forse a fine anno il numero di bottiglie di plastica potrebbe diminuire di 1 miliardo e non dovremmo più vergognarci di essere il primo paese al mondo che, senza un buon motivo, beve più acqua minerale.
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza in test comparativi. Come free lance si è sempre occupato di tematiche alimentari.
Non sono più un ragazzo, ma sono “sul pezzo” e la borraccia in materiale riciclato (non plastico) l’ho comprata lo scorso anno.
Ma se usiamo la borraccia non crede che ci vogliano fonti adeguate di approvvigionamento ? Se riempio la borraccia con l’acqua delle 6×1 cosa cambia? Forse prima è meglio creare le fonti di approvvigionamento…
La fonte di approvvigionamento è il rubinetto !!!
modificherei la frase in “La fonte di approvvigionamento DOVREBBE ESSERE il rubinetto”.
Qui urgono provvedimenti drastici! Le bevande devono essere nel vetro, a rendere com’era anni fa e non da buttare nelle campane – dove fra l’altro finisce inquinato da altri materiali e forse nemmeno riciclabile. Lo scorsa estate ero in vacanza in Austria e il vuoto a rendere è la normalità, nei supermercati e birrifici (esperienza personale). Da noi nessuno ha il coraggio di cambiare rotta, ci sono troppe lobbies dietro
mi trovo d accordo con rosalba “ricordiamo l acqua inquinata da pfas in veneto dove sembrebbe che gia sapevano ma si continuava a bere acqua del rubinetto che si dice la piu controllata e sicura e quella cosa era?”
poi le borracce oggi si sente ritirata per presenza di amianto , oppure il materiale rilascia sostanze da contatto,
prima non era cosi mai come oggi viviamo nell era della controinformazione, su tutto , e della confusione ,
anche i cosidetti canali scientifici molte volte sembrano falsati…….
A fronte di una situazione critica gestita malissimo in cui l’acqua minerale diventa una necessità, esistono migliaia di altre località dove l’acqua di rubinetto è ottima e si beve una quantità esagerata di acqua in bottiglia. Le borracce sono in genere di acciaio e l’amianto non c’entra proprio niente.
“Le borracce sono in genere di acciaio”
In realtà io ho faticato non poco a trovarne in acciaio:
Fino a poco tempo fa erano quasi tutte in alluminio, rivestite internamente con non so bene cosa…
dove l’acqua del rubinetto è sconsigliata, Si puo comprare l’acqua imbottigliata in vetro.
caro dott la pira, se deve contestare o ribattere un commento la pregherei di rispondere in maniera completa mi spiego meglio:
la pira:
A fronte di una situazione critica gestita malissimo in cui l’acqua minerale diventa una necessità, esistono migliaia di altre località dove l’acqua di rubinetto è ottima e si beve una quantità esagerata di acqua in bottiglia.
pj:
ci sono stati altri casi in italia leggasi arsenico supera la norma se non sbaglio a viterbo calabria eccc,,
ed altri casi quindi o non e informato o i commenta in modo parziale a mio parere,quindi non e sempre un caso isolato e non e sempre vero a mio parere che l acqua e sicura…
in piu alcune acque sono fortemente ricche di calcio e se uno non le vuole beve altro se avete paura della plastica torniamo al vetro o a quello che volete, i cittadini devono avere la possibilita di scegliere non e colpa nostra se le fanno di plastica, le facessero di altro materiale.
a pira:
Le borracce sono in genere di acciaio e l’amianto non c’entra proprio niente
pj:
ha detto bene in genere ma ci sono altri modi e i materiali spesso ritirati dal mercato ‘i giornali lo riportano’
per sostanze cedute o altro e altre borracce chiamate termhos contenevano amianto sempre ritirate
a quanto mi risulta anche un termhos e una sorta di borraccia anche se si utilizza per caldo o freddo,
ecc, ecc, potrei dilungarmi ma la finisco qui , no sono polemico di natura , ma cerco di essere corretto e rispettoso di tutte le critiche, ma quelle a mio parere giuste.
cordialita
I problemi della rete esistono ma riguardano poche località, ma anche le acque minerali hanno qualche incidente di percorso , basta scorrere la nostra rassegna delle allerte per rendersene conto. È di ieri l’ennesimo ritiro di acqua minerale dal mercato per problemi alle bottiglie di plastica. Il caso dei thermos è stato unico e lo abbiamo segnalato noi sul sito. Le borracce di acciaio che adesso vanno per la maggior non mi sembra abbiamo mai registrato un problema e sono un’ottima soluzione.
Ormai da anni vado al lavoro portandomi una borraccia di alluminio da mezzo litro completa di suo contenitore in tessuto “termico”, riempita di acqua del rubinetto alla bisogna, comodissima! Vedo con piacere che ora l’idea è stata sdoganata e pubblicizzata, mi sentivo una mosca bianca…
L’estate scorsa in vacanza in Alto Adige ho mangiato fuori in un paio di occasioni, chiesto acqua “in caraffa” ci è stata servita senza battere ciglio. La settimana scorsa in un ristorante vicino a casa, chiesto acqua in caraffa ci è stato detto che non era possibile, si è dovuto ripiegare su acqua minerale, per fortuna almeno in bottiglie di vetro… La strada per cambiare mentalità è ancora lunga, ma non bisogna demordere!
Come già ho scritto io abito a Salò.
Oltre ad avere nessuna palese fonte di inquinamento e un ottima acqua del rubinetto abbiamo anche una fonte di acqua MINERALE gratuita nel paese.
Ho più volte sollecitato l’amministrazione Comunale ad interessarsi del discorso anche alla luce del obbligo
di gestire le mense scolastiche seguendo i criteri ambientali minimi (CAM).
Risultato: Si usa acqua delle mense con bottiglia di plastica usa e getta e mi hanno anche Ufficialmente risposto che dell’acqua del Sindaco non se ne parla nemmeno.
Questa è la mentalità di certa gente che ci amministra
“Perché solo il consumatore si deve caricare dell’onere di eliminare la plastica?”
Scusi ma chi se ne dovrebbe far carico, se non proprio chi utilizza piatti e stoviglie monouso??
sono d’accordo sull’eliminazione di piatti e stoviglie monouso e con l’utilizzo di piatti compostabili, ma avete idea del costo di questi piatti?
Perché solo il consumatore si deve caricare dell’onere di eliminare la plastica?
Inoltre rispetto all’uso di borracce o di bottiglie riutilizzabili, quante volte si verificano casi di migrazione di sostanze indesiderate dai materiali che le compongono?
Le borracce in acciaio non dovrebbero avere problemi
per eliminare le stoviglie monouso non compostabili vi sono due possibilità: usare quelle compostabili che oltre a costare di più sono poco reperibili in commercio o portarsi da casa (e riportarseli per lavarli) quelli in vetro o metallo o ceramica o plastica riutilizzabili. Negli incontri in cui si mangia tutti insieme, quando posso io mi porto le mie stoviglie, anche se molti mi guardano come fossi un marziano. Se si crede in una cosa si deve farla non curandosi di ciò che dicono o pensano gli altri. Altrimenti non cambia nulla. Le grandi rivoluzioni possono avvenire (e sarebbe meglio che avvengano) dal basso.
a quello che ho già scritto sulle stoviglie aggiungo che:
Negli incontri conviviali, nei picnic e in generale quando si mangia fuori casa, si dovrebbe evitare l’uso di cibi semiliquidi (zuppe, minestre, ecc. ) che necessitano di piatto, incoraggiando i cibi che non ne hanno bisogno, ad esempio pizze, schiacciate o impanate, panini imbottiti e simili.
Queste abitudini erano usuali prima della diffusione della plastica.
concordo totalmente per l`utilizzo della borraccia di acciaio (no alluminio!), che peraltro io uso e faccio usare ai miei figli da almeno 10 anni, ma non concordo sulla bontà dell`acqua del rubinetto. A meno che non sia filtrata con impianti ad osmosi.
Dipende dalla località , su questo deve convenire. Ci sono anche impianti a microfiltrazione interessanti perché non cambiano la composizione dei sali minerali
Attenzione che gli impianti di microfiltrazione, molto efficaci , vanno gestiti con molta accortezza e correttezza igienica, altrimenti possono creare ulteriori problemi.