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Nessuno si preoccupa del bisfenolo A presente nella carta termica degli scontrini

In Italia solo da pochi anni si parla della nocività del bisfenolo A,  oprattutto per la presenza nei bicchieri di plastica e in altri contenitori per alimenti mentre quasi nessuno si ricorda della carta termica degli scontrini, anch’essa ricoperta di bisfenolo A. Il momento di maggior rilascio dei componenti tossici si ha quando la persona addetta alla cassa lo stacca dalla stampante, ancora tiepido, e lo consegna al cliente. Il momento di maggior rilascio dei componenti tossici si ha quando la persona addetta alla cassa lo stacca dalla stampante, ancora tiepido, e lo consegna al cliente. Il problema è che questa operazione viene ripetuta continuamente ogni giorno durante il lavoro per molti anni.  Gli operatori di cassa dei supermercati sono i più esposti al pericolo tossico del bisfenolo A. In Francia già da due anni le autorità sanitarie hanno preso provvedimenti e per  la carta termica utilizzata negli scontrini fiscali si usa un reagente di provenienza biologica
Il bisfenolo A è stato ideato da un signore russo A.P. Dianin nel lontano 1891 e viene preparato tramite la condensazione dell’acetone (da cui il suffisso A nel nome) con il fenolo. La reazione è catalizzata dall’acido cloridrico o da una resina di polistirene.

L’Agenzia europea per le sostanze chimiche ECHA ha avviato quest’anno, su richiesta della Francia, una consultazione pubblica in vista dell’inserimento del bisfenolo A (BPA) nella Candidate List ( a lista delle sostanze estremamente preoccupanti, candidate a un’eventuale messa al bando o riduzione), nell’ambito del regolamento REACH. La consultazione si è chiusa a fine ottobre ed è ancora in corso la valutazione. La Commissione europea aveva chiesto già nel 2008 all’EFSA , l’Ente per la sicurezza alimentare, di valutare le conclusioni di uno studio di Iain Lang (pubblicato nel Journal of the American Medical Association JAMA, 16 settembre 2008), che rilevava un collegamento tra aumento dei livelli di BPA nelle urine e una maggiore incidenza di patologie come cardiopatie e diabete.

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Già da qualche anno anche in Italia è in commercio un tipo di carta termica per scontrini senza BPA

Basterebbe un esame delle urine per verificare i livelli di bisfenolo A tra il personale addetto alle operazioni di cassa, e confrontarlo con gli addetti ad altre mansioni. Questa operazione servirebbe per evidenziare l’eventuale presenza di livelli significativi dovuti all’assorbimento cutaneo. Il problema non riguarda solo gli scontrini rilasciati alla cassa dei punti vendita. La questione interessa anche la carta a stampa termica incollata sulle confezioni dei prodotti per indicare il prezzo della merce, come pure le etichette delle bilance utilizzate per pesare la frutta e la verdura nei supermercati , oltre alle ricevute rilasciate dai bancomat o quelle delle carte di credito.

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“Pane quotidiano” di Silvia Moscati appartiene alla collezione Exfood 2015

Già da qualche anno è in commercio in Italia carta termica, senza BPA, che usa come reagente un derivato del mais. Da noi c’è molta diffidenza e pochi centri commerciali hanno optato per questo tipo di carta, che costa il 10% circa di più. Non ci vorrà molto tempo ancora per sapere se il bisfenolo A usato quotidianamente sia nocivo oppure no. Se la risposta sarà positiva si dovrà cambiare il tipo di carta per la stampa degli scontrini fiscali, senza però risolvere il problema dell’enorme spreco di carta. La carta è un impasto colloso derivata dal legno, che opportunamente trattato diventa un foglio leggero e resistente, su cui poter imprimere dell’inchiostro. Ci sono tanti tipi di carta, per ogni uso: dalla velina alla vellutata, dal cartone alla carta carbone, dalla carta profumata a quella termica degli scontrini che però contiene bisfenolo A e per questo motivo non è riciclabile.

L’ipotesi più interessante è però quella di sostituire gli scontrini, come pure i biglietti del tram, del bus, del treno con tessere che si potrebbero “controllare”  con apposite macchinette in grado di leggere tessere e codici a barre. Si fa già in alcune città con i biglietti della metropolitana e del treno e si potrebbe fare anche al supermercato con le tessere che, ad ogni spesa, registrano punti.  Bene, perché non “inviare” alla tessera anche lo scontrino, oppure spedirlo come messaggio al proprio numero di telefono, o all’indirizzo mail. Il passaggio dallo scontrino termico alla tessera virtuale, offre numerosi vantaggi per la salute, permette un grosso risparmio di carta e garantisce la tracciabilità. La cosa risulta molto utile per le operazioni post vendita come: garanzia, cambio merce, rimborso spese, perché tutto risulterebbe perfettamente registrato. E con una semplice App… si potrebbero salvare tutte le spese  sul computer e tenere sotto controllo il budget familiare. E gli alberi ringrazierebbero.

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“Break” di Silvia Moscati appartiene alla collezione Exfood 2015

 

Silvia Moscati, autrice dell’articolo, ha realizzato con gli scontrini alcune opere. Oneri indeducibili è la prima collezione del 2013, composta da un abito scamiciato, con giacca e acconciatura interamente fatti di scontrini fiscali cuciti a mano su base di stoffa. Un altra collezione Exfood 2015 è composta con pasta, pane, liquidità… L’ultima opera Arrivederci e grazie, prende il titolo dalla frase finale impressa sullo scontrino fiscale.

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luigi
luigi
13 Dicembre 2016 15:13

spero che si provveda quanto prima a sostituire per legge questo bisfenolo A.

Damian
Damian
16 Dicembre 2016 19:22

Ma il Bisfenolo A è contenuto anche nei biglietti dei treni/bus/tram? Oppure no?