Wemos, organizzazione olandese per la difesa dei consumatori, in collaborazione con IVM, istituto interdisciplinare di ricerca dell’università di Amsterdam, ha analizzato la quantità di bisfenolo A (BPA) e ftalati – sostanze chimiche presenti in molte plastiche, che interferiscono con l’equilibrio ormonale – nelle urine di quattro parlamentari olandesi: Anne-Marie Mineur (SP), Shura Dikkers (PvdA), Liesbeth van Tongeren (GroenLinks) e Marianne Thieme (PvdD).
I risultati, presentati al programma televisivo Radar: hanno dimostrato che le sostanze sono presenti nel corpo di ognuno dei 4 politici sottoposti al test. I risultati sono in linea con altri studi europei e statunitensi, che rivelano come ognuno di noi sia costantemente esposto a queste sostanze, con possibili danni alla salute nel lungo periodo. Il problema è di particolare importanza, se pensiamo ai neonati e agli adolescenti, considerate classi di popolazione particolarmente vulnerabili.
Ridurre l’esposizione agli interferenti endocrini o ancora meglio, evitarli, è una sfida per tutti. «Il bisfenolo A e gli ftalati si trovano in tutto il mondo. Come cittadino olandese, non è possibile evitare l’esposizione, anche se si vive in modo intelligente. L’unica cosa che può veramente aiutare sarebbe il divieto assoluto di impiego di tali sostanze», spiega il chimico ambientale Marja Lamoree dell’università di Amsterdam.
L’associazione Wemos ritiene che ci dovrebbe essere un piano nazionale (o ancor meglio europeo ndr.) perché ogni individuo è esposto costantemente agli interferenti endocrini, soprattutto attraverso l’alimentazione. I Paesi Bassi dovrebbero seguire l’esempio di paesi come il Belgio e gli Stati Uniti, dove si verifica con uno screening sistematico l’esposizione della popolazione agli interferenti endocrini.
Wemos ha redatto un rapporto con le azioni da intraprendere contro gli interferenti endocrini ed in particolare il bisfenolo A. In risposta il governo olandese ha promesso di adottare nuovi provvedimenti, senza precisare i tempi di attuazione. L’organizzazione preme affinché siano attuate al più presto le misure necessarie a risolvere il problema. Uno dei parlamentari coinvolti nell’analisi ha affermato: «ci si aspetta che, in un paese come l’Olanda, il governo sia in grado di assicurare che non ci siano sostanze pericolose negli oggetti che usiamo quotidianamente. Purtroppo questa situazione dimostra che non è così. Trovo sconvolgente dover decifrare una lista di ingredienti con una lente d’ingrandimento per capire se il prodotto che sto acquistando è sicuro». Chissà che un’indagine di questo tipo, fatta in Italia, risvegli anche i politici italiani… non basta essere parlamentari per essere immuni dagli interferenti endocrini.
Per questo motivo è stata lanciata una petizione diretta alla Ministra della salute Beatrice Lorenzin, che chiede di indicare in etichetta la presenza di BPA in tutti i materiali a contatto con gli alimenti, come imballaggi, contenitori plastici, bottiglie, lattine e stoviglie in plastica.
Firma la petizione: Bisfenolo A (BPA) in etichetta in imballaggi e articoli per la nutrizione di bambini.
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Esperto di Food Contact –
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Chiedo scusa, ma assodato che gli interferenti endocrini provocano un danno sul lungo termine, non avrebbe più senso lanciare una petizione per vietarli e basta?
Vietare un principio attivo o tanti principi attivi molto utilizzati è sempre un problema anche quando si riscontrano criticità. Ci vogliono anni.
In negozi biologici ho trovato salami, pancetta e mortadella che non dichiarano né nitriti né nitrati e neppure loro sostituti come è possibile?
Inoltre in un supermercato ho trovato salamelle che al posto di nitrati e nitriti dichiaravano lattato di sodio e acetato di sodio, possono essere sotitutivi e sono meno dannosi?
Grazie
Come abbiamo scritto nell’articolo possono usare spezie ricche di nitrati