Bisfenolo A: tutto quello che bisogna sapere in attesa del parere definitivo dell’EFSA. La Francia dice no all’impiego alimentare (da gennaio 2015)
Bisfenolo A: tutto quello che bisogna sapere in attesa del parere definitivo dell’EFSA. La Francia dice no all’impiego alimentare (da gennaio 2015)
Redazione 4 Luglio 2014Il bisfenolo A (BPA) è spesso al centro del dibattito scientifico soprattutto quando viene utilizzato nell’ambito alimentare. Dopo la messa al bando dei biberon con BPA, si sono susseguiti una serie di studi e pareri – a livello di EFSA – per decidere se eliminare questo tipo di plastica anche da altri contenitori e persino dagli scontrini. Il caso più recente si registra in Francia, dove si è deciso dal primo gennaio 2015 di vietare la fabbricazione, l’importazione, l’esportazione e l’immissione sul mercato di qualsiasi contenitore per alimenti contenente bisfenolo A. Il ministro francese dell’ecologia, Ségolène Royal, ha anche annunciato che il divieto varrà anche per gli scontrini fiscali, come si legge nell’articolo pubblicato su Il Fatto Alimentare.
L’Efsa intanto, il 17 gennaio di quest’anno, ha avviato una consultazione pubblica scaduta a marzo, sulla bozza di un documento che tratta dei rischi per la salute umana collegati all’esposizione al bisfenolo A, proveniente da fonti eterogenee. Ricordiamo che in questa bozza l’Efsa individuava criticità per fegato, reni e ghiandole mammarie. Inoltre abbassava i limiti per la dose giornaliera tollerabile, almeno provvisoriamente, pur essendo ben più alta rispetto alla esposizione reale dei consumatori. Bisogna attendere fino alla fine del 2014 per poter leggere le conclusioni sulla valutazione del rischio. L’Efsa infatti ha bisogno di tempo per poter analizzare tutti i commenti ricevuti nella fase di consultazione pubblica. Nell’attesa del parere finale, per avere un quadro più chiaro sul bisfenolo A, ecco alcune risposte esaustive messe a punto dal sito dell’EFSA in collaborazione con l’Istituto Federale Tedesco per la Valutazione del Rischio (BFR).
Che cos’è il bisfenolo A?
Il bisfenolo A (BPA) o 2,2-bis (4-idrossifenil) propano, è una sostanza chimica utilizzata prevalentemente nella produzione di materie plastiche in policarbonato (PC) e resine sintetiche, e nella fabbricazione di prodotti cartacei (come la carta termica degli scontrini). Il PC (policarbonato) si trova nelle stoviglie di plastica, in molti recipienti per alimenti e bevande, in contenitori per la cottura a microonde, negli utensili da cucina, nei serbatoi per acqua, e anche in giocattoli e tettarelle. Le resine epossifenoliche a base di BPA sono impiegate come rivestimenti protettivi per le lattine delle bibite e per barattoli ad uso alimentare, nonché come rivestimento per i serbatoi adibiti allo stoccaggio di acqua potabile. Il BPA viene utilizzato anche in una serie di applicazioni non alimentari come ad esempio vernici a base di resine epossidiche, dispositivi medici, rivestimenti di superficie, inchiostri da stampa e ritardanti di fiamma. Può essere presente anche nella polvere di casa a seguito di contatto e abrasione di pavimenti a base epossidica, adesivi, vernici, apparecchiature elettroniche e circuiti stampati.
Quali sono i potenziali effetti negativi del bisfenolo A?
La sostanza ha una bassa tossicità acuta, ma appartiene a un gruppo di sostanze pericolose che possono avere sull’organismo effetti simili agli ormoni, chiamate “interferenti endocrini”. In linea di principio si tratta di composti chimici in grado di avere effetti su tutti i processi collegati agli ormoni. Nel corpo umano, la sostanza viene rapidamente convertita in un metabolita che di per sé non ha più effetti estrogenici ed è escreto per via renale.
Quali sono le prime conclusioni dell’Efsa sul bisfenolo A?
L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) ha valutato un’ampia bibliografia e molti lavori scientifici per valutare i livelli d’esposizione ai quali sono sottoposti i consumatori. L’analisi ha mostrato che le persone ingeriscono meno bisfenolo A rispetto alla massima dose tollerabile. Sulla base di questa valutazione, i consumatori sono esposti a una quantità massima di bisfenolo A variabile da 1 a 1,5 microgrammi per chilogrammo di peso corporeo al giorno Il contatto avviene attraverso alimenti o attraverso la carta termica. L’Efsa A ha condotto una nuova revisione della letteratura e valutato oltre 450 studi epidemiologici, su animali e su colture cellulari.
Perché la Commissione europea ha vietato il bisfenolo A nei biberon?
A causa del controverso dibattito sugli effetti del bisfenolo A a basse dosi, il divieto è stato imposto in virtù del principio di precauzione. Al fine di creare un quadro giuridico coerente all’interno dell’UE, la Commissione europea ha vietato l’uso del bisfenolo A nella fabbricazione di biberon e l’immissione sul mercato di biberon realizzati con bisfenolo A negli Stati membri. Il divieto è in vigore rispettivamente da marzo e giugno 2011.
Perché i rivestimenti interni delle lattine per cibo e bevande contengono bisfenolo A?
Il bisfenolo A si trova in resine epossidiche utilizzate anche nei rivestimenti interni di lattine per alimenti e bevande come contaminante ereditato dal procedimento di fabbricazione. Il rivestimento è necessario per impedire la corrosione dello stagno e il rilascio di metalli che potrebbero causare la contaminazione del cibo, così come il deterioramento del sapore. I sistemi di rivestimento privi di bisfenolo A sono fino a ora limitati a poche applicazioni, e in alcuni casi si attende una valutazione dei loro effetti sulla salute. Non è comunque obbligatorio indicare in etichetta la presenza di un rivestimento con resine epossidiche.
L’esposizione al BPA da carta termica (scontrini, biglietti del parcheggio ecc…) è preoccupante?
Per tutti i gruppi di popolazione al di sopra dei tre anni la carta termica è la seconda fonte principale di esposizione al BPA dopo i prodotti alimentari confezionati. Si stima un apporto fino al 15% dell’esposizione totale in alcuni gruppi di popolazione. Per i consumatori ompresi nella finestra di 10-18 anni di età (il gruppo con il livello più alto di esposizione in rapporto al peso corporeo) questo equivale a meno dello 0,1% e 0,5%, rispettivamente, dell’attuale TDI pari a 0,05 mg/kg di peso corporeo. Tuttavia, a causa di incertezze in merito alle stime dell’esposizione, gli esperti dell’Efsa ritengono che sia necessario raccogliere un maggior numero di dati (specialmente in relazione all’assorbimento cutaneo di BPA e alle abitudini di maneggiare gli scontrini fiscali) per fornire una stima più precisa dell’esposizione.
Sara Rossi
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Buongiorno,
non mi è molto chiara una cosa: secondo la legge del 2012 in Francia il divieto di fabbricazione, importazione, esportazione e commercializzazione di contenitori a contatto con alimenti contenenti BPA non dovrebbe partire dal 1 gennaio 2015?
Quando è stata introdotta la data del 01 luglio 2015?
Alice , grazie adesso correggiamo.