Uomo con abiti tipici bavaresi tiene due boccali di birra; concept: oktoberfest

I livelli del 2019, prepandemici, non sono ancora stati raggiunti, ma i consumi di birra in Europa continuano a crescere. Nel 2022 sono stati superiori rispetto a quelli del 2021 che, a loro volta, avevano superato quelli del 2020, anno dei lockdown. Il sistema sembra quindi mostrare una buona resilienza e capacità di recupero, nonostante le molte attività cessate dopo il 2020.

Il rapporto sui consumi di birra in Europa

A certificare lo stato di salute è il rapporto annuale di Brewers of Europe, l’associazione che riunisce i produttori. Il documento intitolato European Beer Trends Report mostra come le vendite siano passate dai 297 milioni di ettolitri del 2020 ai 301 milioni del 2021, per poi raggiungere i 313 del 2022. Nel 2019 erano stati 322 e il recupero non è quindi ancora completo, ma i presupposti perché lo sia presto ci sono.

Un gruppo di uomini brinda con boccali di birra in un pub guardando un evento sportivo
Nei Paesi in cui il consumo di birra avviene soprattutto fuori casa, il mercato ha sofferto durante la pandemia

Gli effetti della pandemia hanno avuto conseguenze differenti nei Paesi europei, perché diversa era l’organizzazione del mercato. In alcuni, infatti, era basato in gran parte sul consumo fuori casa, e la filiera della birra ha subito danni maggiori. In altri era invece più incentrata sulle vendite al dettaglio, e lì le conseguenze sono state meno devastanti. Oggi, però, nuove sfide attendono i produttori. Per esempio, la guerra in Ucraina si sta riflettendo da mesi sulle materie prime, così come sui costi energetici e sulla disponibilità di materiali indispensabili quali il vetro e l’alluminio. Allo stesso modo, la crisi climatica ha effetti che ormai si sentono sulle colture di tutto il continente, mentre il sistema della ristorazione non ha ancora recuperato i livelli prepandemici. Rispetto al 2019, si stima che a metà del 2023 i costi siano stati più elevati del 20-25%.

La Germania è il primo produttore di birra

Per quanto riguarda i singoli Paesi, la Germania è ancora saldamente in testa alla classifica delle vendite, con 79 milioni di ettolitri consumati nel 2022, seguita dal Regno Unito (46 milioni) e dalla Spagna (42). L’Italia è comunque tra i primi, con i suoi 22 milioni, mentre se si va a vedere la classifica del consumo pro capite si nota qualche differenza. I più amanti della birra sono infatti i cechi, con 136 litri, seguiti dagli austriaci (102) e dai polacchi (93). Gli italiani, in media, si fermano a 38, cioè molto più in basso rispetto a tutti in Paesi dell’Europa del Nord e dell’Est, insieme a Francia e Grecia.

Cameriere e cameriere in abiti tradizionali bavaresi trasportano boccali di birra durante l'Oktoberfest
La Germania è il primo Paese produttore e consumatore di birra in Europa, ma non ha il record di consumo pro-capite, che spetta alla Repubblica Ceca

Dal punto di vista della produzione in Unione Europea, invece, il quantitativo totale è stato di 358 milioni di ettolitri, in crescita rispetto ai 344 del 2021 e ai 342 del 2020, ma inferiore ai 364 del 2019. La Germania resta di gran lunga il primo Paese, con i suoi 87 milioni di ettolitri, un quantitativo che è più che doppio rispetto ai 40 milioni della Spagna e a Regno Unito e Polonia, che si fermano a circa 38, mentre l’Italia nel 2022 ha prodotto ‘solo’ 18 milioni di ettolitri di birra.

Cresce il numero di birrifici

Infine, il rapporto censisce anche i produttori, anch’essi in aumento. Nel 2021 erano 9.500, nel 2022 quelli medio-grandi erano 9.680 (Regno Unito, Germania, Francia ne avevano più di 1.500, mentre l’Italia ne aveva 916). Anche se non si vede ancora il ritmo di crescita di prima della pandemia (si stima che negli anni precedenti aprisse una nuova birreria ogni giorno), la tendenza è comunque positiva. Tradotto in impiego, nel complesso 2,6 milioni di europei lavorano in un birrificio. Ma tale numero, secondo i produttori, va moltiplicato per 16, se si tiene conto di tutta la filiera (per esempio, di chi trasporta e distribuisce e di chi lavora in una birreria). 

Gruppo di amici che brinda con una birra Corona
Il settore della birra sta andando incontro a molte trasformazioni, ad esempio con la crescita del mercato delle birre analcoliche

Il settore, infine, sta attraversando una profonda trasformazione, sia perché cerca di rendere tutta la produzione, lo stoccaggio e il trasporto più sostenibili (per esempio riducendo gli scarti, o utilizzandoli per altri scopi, modificando il packaging e così via), sia perché i gusti stanno cambiando. È il caso della birra analcolica, che fino a poco tempo fa godeva di una pessima reputazione e che oggi rappresenta il 5% dei consumi, con una tendenza chiarissima all’aumento. 

La vivacità insomma non manca, per una bevanda meno dannosa rispetto al vino, perché ha una gradazione alcolica inferiore ed è più adatta a sperimentazioni e innovazioni. Nonostante le difficoltà che ancora permangono, la birra sta riconquistando le posizioni perse a causa della pandemia e presto potrebbe raggiungerne nuovi traguardi. 

© Riproduzione riservata Foto: AdobeStock, Depoditphotos

Siamo un sito di giornalisti indipendenti senza un editore e senza conflitti di interesse. Da 13 anni ci occupiamo di alimenti, etichette, nutrizione, prezzi, allerte e sicurezza. L'accesso al sito è gratuito. Non accettiamo pubblicità di junk food, acqua minerale, bibite zuccherate, integratori, diete. Sostienici anche tu, basta un minuto.

Dona ora