Al termine di un lungo iter parlamentare, è stata approvato il “Collegato agricolo” alla legge di bilancio per il 2014, un testo con alcune deleghe al governo e disposizioni in materia di semplificazione, razionalizzazione e competitività del settore agricolo e agroalimentare. Una delle norme contenute nella legge definisce per la prima volta la birra artigianale, ovvero la bibita “prodotta da piccoli birrifici indipendenti e non sottoposta, durante la fase di produzione, a processi di pastorizzazione e di microfiltrazione”.
Per piccolo birrificio indipendente, la legge intende un pubblico esercizio “legalmente ed economicamente indipendente da qualsiasi altro birrificio, che utilizzi impianti fisicamente distinti da quelli di qualsiasi altro birrificio, che non operi sotto licenza di utilizzo dei diritti di proprietà immateriale altrui e la cui produzione annua non superi 200.000 ettolitri, includendo in questo quantitativo le quantità di birra prodotte per conto di terzi”.
Come riporta un dossier dell’Ufficio studi del Senato, i piccoli birrifici si sono sviluppati in Italia quali realtà artigianali di alto livello qualitativo. Il settore attualmente è composto da oltre 700 esercizi, registra crescite annuali superiori al 20%, con una produzione complessiva che nel 2014 ha superato i 450.000 ettolitri e rappresenta il 3% della produzione nazionale. Il 40% di queste strutture non ha dipendenti mentre la metà ne conta da uno a tre. In termini di fatturato annuo, il 26% fattura meno di 100.000 euro, il 63% da 100.000 a 800.000 euro e l’11% di più.
Il “Collegato agricolo”contiene anche disposizioni a favore della filiera del luppolo, compatibilmente con la normativa europea in materia di aiuti di Stato , analogamente a ciò che avviene all’estero. La legge prevede che il Ministero delle politiche agricole destini una parte del bilancio annuale al finanziamento di progetti di ricerca e sviluppo per la produzione e i processi di prima trasformazione del luppolo, per la ricostituzione del patrimonio genetico e l’individuazione di corretti processi di meccanizzazione.
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Ok niente pastorizzazione e microfiltrazione, ma cosa specifica a proposito di antifermentativi?
Non è che la legge alla fine rischia di snaturare quello che dovrebbe essere un prodotto naturale?
La mia è una domanda non polemica, ma di un utente amante della birra che è preoccupato per un possibile sviluppo negativo di una buona intenzione iniziale.
Quindi, un birrificio artigianale deve essere un pubblico esercizio, e non può essere solo una piccola realtà artigianale produttiva che rivende ad un PE?