Dal giugno 2011 i biberon di policarbonato accusati di cedere bisfenolo A non sono più in commercio, e le aziende utilizzano nuovi materiali che però risultano avere qualche problema.

 

I ricercatori Liza Van den Eede a & Sandro Valzacchi dell’European Commission Joint Research Centre (JRC) di Ispra, coordinati da Catherine Simoneau, hanno condotto uno studio approfondito (*) su 450 biberon ottenuti con differenti tipi di plastica, acquistati in vari Stati europei, per valutare il livello di migrazione. Nella lista troviamo bottiglie in polietersulfone, poliammide, polipropilene, silicone e anche in policarbonato che all’inizio della ricerca non era ancora stato vietato. 

 

I risultati sono abbastanza sorprendenti perché se nelle bottiglie in policarbonato il rilascio di bisfenolo A è stato minimo, al contrario in quelle di poliammide sono state rilevate quantità elevate. Anche nelle bottiglie in polipropilene e silicone si è registrato il rilascio di sostanze che non figurano nell’elenco dei materiali ammessi per venire a contatto con alimenti. Il problema per i biberon in silicone riguarda la migrazione di ftalati (tristemente noti per la loro pericolosità) la cui presenza è stata riscontrata in quantità rilevante (nello specifico si tratta di DiBP , DBP e DEHP).

 

Non si sono riscontrati problemi nei biberon in PES (polieteresulfone) e per il nuovo polimero Tritan (anche se il numero di campioni con questo materiale era ridotto e potrebbe essere necessario un ulteriore monitoraggio).

 

Anche nelle bottiglie di polipropilene (PP) si è riscontrata una migrazione di sostanze non ammesse. Il DIPN (di-isopropilnaftalene) è stato trovato nel 45% delle 149 bottiglie analizzate. Essendo una molecola contenuta negli inchiostri e nella carta riciclata la contaminazione potrebbe derivare dai foglietti illustrativi inseriti all’interno delle bottiglie di biberon.

La conclusione dello studio è un po’ disarmante perché evidenzia come la decisione di eliminare il policarbonato dal mondo dei biberon sia servita a poco, visto che gli stessi o analoghi problemi si riscontrano in quelli ottenuti con altre plastiche. Il lavoro dei ricercatori, durato due anni, si conclude invitando le autorità sanitarie ad intensificare i controlli sulle materie plastiche attualmente utilizzate. Per tutte queste ragioni lo studio auspica una maggiore attenzione a questi fattori nelle prossime valutazioni del rischio associate ai biberon.

 

«Lo studio del JRC è molto importante e la divulgazione di questi risultati è utile per sensibilizzare la popolazione al problema della migrazione di sostanze indesiderabili dalle materie plastiche – spiega Catherine Leclercq dell’Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione (Inran).  

 

Leggendo i risultati della ricerca i genitori più attenti potrebbero decidere di scegliere i biberon di materiale plastico che hanno registrato una minore migrazione di sostanze note per essere classificate come dannose. Ma in realtà c’è un altro elemento da valutare, lo studio ha analizzato solo contenitori nuovi, mentre  la migrazione potrebbe aumentare con l’usura, così come succede per il bisfenolo A nei biberon di policarbonato ormai vietati.

 

Visto che le piccole quantità di sostanze migrano da tutte le materie plastiche a contatto con gli alimenti, è opportuno adottare accorgimenti per limitare al massimo questa migrazione, evitando il contatto prolungato del contenitore con cibi o bevande calde come il latte. In particolare è bene non scaldare a bagnomaria il biberon pieno di acqua o di latte, è meglio intiepidire il liquido in un contenitore a parte e versarlo nella bottiglietta solo prima del pasto del bambino.

 

Inoltre se si ha l’abitudine di lavare il biberon in lavastoviglie o di sterilizzarlo a caldo – continua Leclercq – è buona regola sciacquarlo successivamente per eliminare le sostanze migrate all’interno a causa dell’elevata temperatura.  C’è un’ultima accortezza da seguire – conclude Leclercq – quando il biberon comincia a rovinarsi è meglio sostituirlo, perché le superfici rigate favoriscono la migrazione delle sostanze indesiderate.

 

Questi suggerimenti valgono per tutti i biberon di plastica. È infine importante attenersi alle indicazioni riportate nelle istruzioni, quindi utilizzare il forno a microonde solo quando i biberon riportano il simbolo. Una cosa è certa, il vetro è praticamente inerte e per l’alimentazione del neonato nei primissimi mesi di vita va preferito rispetto alle materie plastiche. In seguito, quando il piccolo è in grado di giocare con il biberon è meglio usare quelli plastica poiché c’è il rischio che si rompa e provochi ferite al bambino». 

 

Luca Foltran e Roberto La Pira

 

(*) Il test è stato fatto prendendo spunto da quanto scritto nei foglietti delle istruzioni per l’uso sulle modalità di sterilizzazione. I contenitori sono stati immersi in acqua bollente per 5 minuti, dopo si è valutata la migrazione in condizioni di riempimento a caldo, tenendo i biberon per 2 ore a 70°C e poi aggiungendo un liquido a base di acqua e alcol (come prevede la norma). A questo punto sono state ricercate le sostanze estranee cedute al liquido. Le prove sono state fatte su biberon nuovi e non su contenitori usurati che potrebbero, in teoria, cedere più sostanze estranee. 

 

Foto: Photos.com

 

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