Bevande light: si accumulano gli studi sui possibili rischi, ma le prove sono lontane dall’essere definitive. Servono studi più rigorosi
Bevande light: si accumulano gli studi sui possibili rischi, ma le prove sono lontane dall’essere definitive. Servono studi più rigorosi
Giulia Crepaldi 5 Luglio 2017Negli ultimi anni si è accumulato un certo numero di studi che indicano come le bevande gassate ‘light’ o ‘zero’ non siano migliori per la salute rispetto alle versioni iperzuccherate. Il Fatto Alimentare ne ha già parlato diffusamente. Recentemente, un articolo di Consumer Reports ha ripercorso la storia di tutto quello che sappiamo (e quello che non sappiamo) degli effetti di queste bibite sulla salute.
I primi studi a gettare luce sul rapporto tra bevande light e salute sono tre articoli pubblicati tra il 2007 e il 2009. I lavori evidenziano che bere regolarmente bibite a zero calorie, comporta una probabilità maggiore rispetto alla media di contrarre il diabete di tipo 2, e un rischio tra il 30% e il 55% superiore alla norma di sviluppare la sindrome metabolica.
Nel 2012, uno studio condotto su 2.600 persone ha osservato che un consumo quotidiano di bibite dolcificate è correlato a un rischio più alto del normale (45%) di avere un infarto e a un aumento della probabilità di morte precoce. Un’altra ricerca pubblicata lo stesso anno ha preso in considerazione un campione di ben 130 mila persone, e individuato un rischio di avere un ictus emorragico (rottura di un vaso sanguigno o un aneurisma cerebrale) più alto della media del 30%.
Nel 2014 un ampio studio, condotto su 320 mila persone, ha osservato che chi beve quattro o più lattine di bibite light al giorno ha il 30% di probabilità in più di ricevere una diagnosi di depressione rispetto a chi non ne beve (o ne beve meno).
Infine, uno studio pubblicato sullo Stroke Journal dell’American Heart Association nell’aprile 2017 e condotto su 4.400 persone al di sopra dei 45 anni, collega queste bevande a infarti, ictus, obesità e diabete di tipo 2. Secondo la ricerca, chi beve quotidianamente una o più bibite con dolcificanti andrebbe incontro a un rischio triplo di avere un ictus rispetto a chi si limita a bere acqua.
A vedere questo elenco di studi, chiunque sarebbe portato a pensare che le bibite con i dolcificanti facciano malissimo e siano assolutamente da evitare. Sebbene sia vero che è meglio bere l’acqua rispetto a qualsiasi bevanda dolce, i risultati sono tutto fuorché definitivi. Si tratta spesso di studi osservazionali e con limiti di progettazione. Il principale difetto è che tutte le ricerche si affidano ai diari alimentari dei partecipanti per valutare il consumo di bibite light, che possono essere resi inaffidabili da dimenticanze e, a volte, omissioni volontarie.
Un secondo importante problema è legato proprio ai partecipanti. Chi beve abitualmente bevande dolcificate può fare parte di persone già di per sé a rischio di sviluppare diabete e problemi cardiaci, magari perché in sovrappeso o obese, che cercano di mettere un freno alle calorie assunte sostituendo le bibite con la versione senza zuccheri. Se così fosse, il consumo di bevande light sarebbe sì correlato a un aumento del rischio di sviluppare malattie, ma non ne sarebbe affatto la causa.
Non è ancora chiaro come i dolcificanti aumenterebbero il rischio di sviluppare diabete e malattie cardiache. Secondo alcuni è proprio il gusto dolce che potrebbe indurre il cervello ad ‘avere voglia’ di cibi ipercalorici, facendoci mangiare di più. Secondo altri potrebbero agire sui batteri della flora intestinale alterandola, come ha dimostrato uno studio del 2014 pubblicato su Nature.
Insomma, è troppo presto per emettere un giudizio definitivo sulle bibite dolcificate. Nel frattempo non fa male ricordare che invece di una bibita zuccherata, è meglio bere un bicchiere di acqua fresca.
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Giornalista professionista, redattrice de Il Fatto Alimentare. Biologa, con un master in Alimentazione e dietetica applicata. Scrive principalmente di alimentazione, etichette, sostenibilità e sicurezza alimentare. Gestisce i richiami alimentari e il ‘servizio alert’.
magari non si può dimostrare scientificamente che le bevande light fanno male, ma certamente sono diseducative . Se una persona ha motivi o necessità di ridurre gli zuccheri deve fare lo sforzo necessario di mangiare cibi meno dolci , i dolcificanti cercano di farti credere che puoi cambiare qualcosa senza cambiare nulla che puoi ridurre gli zuccheri mangiando cose dolci , non sembra la base per una vita sana e consapevole
Gli studi osservazionali, proprio in quanto tali sono da prendere con le pinze e devono al limite dare il la per studi seriamente concepiti. Giusto per citare l’articolo: “quattro o più lattine di bibite light al giorno “cielo ma significano circa un litro e mezzo di bibite al giorno, il che è chiaramente sintomatico di una dieta concettualmente sbagliata e come tale già questo dovrebbe far partire un campanello d’allarme.