In Europa c’è grande agitazione  tra i microbiologi, perchè l’Escherichia coli O 104 che in questi giorni ha provocato 10 vittime in Germania e centinaia di persone colpite da Sindrome uremica emolitica (HUS oppure SEU), non fa parte dei microbi patogeni che abitualmente vengono cercati.

Giovedì 26 maggio il Laboratorio comunitario di riferimento europeo (EU-RL) che risiede presso l’Istituto superiore di sanità a Roma, ha diffuso ai  centri specializzati e ai laboratori situati nei vari Paesi i metodi  standard da utilizzare per la ricerca.

La situazione è un po’ confusa perché questo ceppo di Escherichia coli sino ad ora non veniva considerato tra quelli più pericolosi per l’uomo, e quindi non veniva cercato nelle analisi di routine.

Per capire meglio basta dire che – tranne rare eccezioni – anche negli ospedali le analisi per i malati di HUS non comprendevano questa specie. Il problema riscontrato in Germania è delicato, perché si è di fronte a un microrganismo patogeno in un certo senso “nuovo”,  o comunque con caratteristiche di pericolosità  poco conosciute dal mondo scientifico.

Non siamo però di fronte a negligenza o distrazione perchè l’arrivo di un microbo che si affaccia nel mondo della sanità in modo virulento non è certo una novità. E’ già successo per altri microbi come Listeria monocytogenes e Campylobacter che solo dieci anni fa venivano presi poco in considerazione,  mentre adesso sono diventati  i protagonisti delle tossinfezioni alimentari in Europa.

Le difficoltà che hanno riscontrato in Germania per identificare l’agente patogeno non sono quindi banali, anche perchè la patologia si manifesta dopo 1- 5 giorni  e l’isolamento del batterio si è rivelata  complicata in assenza di  standard abituali. Dopo questo primo stadio si è dovuto dovuto individuare il cibo che ha veicolato l’Escherichia coli  e  ricostruire la filiera per rintracciare la partita di cetrioli responsabili.

In Italia e in altri Paesi europei inizierà oggi la ricerca di questo microrganismo negli ortaggi e nei prossimi giorni si dovrebbe avere un quadro più esaustivo. Per capire meglio la situazione  oggi  il Registro italiano della sindrome uremica emolitica (HUS) ha invitato i centri ospedalieri a segnalare i casi sospetti per poter fare un primo bilancio.

Sostenere che in Italia il problema non c’è, risulta  un’affermazione priva di fondamento scientifico anche se è auspicabile. Non ci sono elementi  analitici  certi per sostenerlo visto che gli accertamenti sono appena iniziati.

In ogni caso siamo di fronte a una vicenda complicata e ci sono alcuni aspetti non chiari, per cui  la tesi dei cetrioli contaminati potrebbe essere  messa in discussione.

 E’ lecito chiedersi come mai tanti casi di persone colpite anche ipotizzando un lavaggio fatto male e come mai la contaminazione è stata così virulenta e generalizzata. Di solito l’Escherichia coli  risiede nella parte esterna dei cetrioli, che però vengono lavati e a volte sbucciati prima di essere mangiati crudi in insieme a pomodori e altre insalate.

L’Escherichia coli aderisce molto bene alle pareti degli ortaggi – precisa Antonello Paparella docente di microbiologia alimentare all’Università di Teramo – come dimostrano ricerche fatte con la  microoscopia elettronica  negli Stati Uniti, dove nel 2006 si sono registrati più di 173   casi di infezione  da  Escherichia coli O 157  negli spinaci (uno dei tanti ceppi di Escherichia  in grado di provocare  infezioni simili all’HUS). C’è un altro aspetto da considerare – continua Paparella –  l’Escherichia coli O 104  isolato risulterebbe non avere il gene EAE e questo particolare è molto importante  perché rende le ricerche di laboratorio molto complicate e difficili”.

In attesa di nuove informazioni, il consiglio è di sbucciare bene i cetrioli, lavare bene  insalata, pomodori e ortaggi, evitrare le contaminaxione incrociate tra vari alimenti e rispettare le regole di igiene in cucina per evitare contaminazioni tra i vari alimenti  come abbiamo scritto in un articolo ieri.

Un comunicato diffuso dal Registro italiano della sindrome emolitico uremica (HUS)  che risiede presso l’Istituto superiore di sanità a Roma,  dice che in Italia non sono  stati registrati casi sospetti d’infezione da VTEC O104, anche perchè  nel nostro Paese non è mai stato segnalato.

Inoltre i casi di SEU pediatrica segnalati tra aprile e maggio non erano associati a questo  Eschrichia coli .
Il Centro allerta quindi i centri di nefrologia presenti sul territorio nazionale, invitandoli a segnalare i casi di HUS  riscontrati dopo  il 15 aprile 2011 e a inviare  i campioni diagnostici presso l’Istituto Superiore di Sanità. La segnalazione va fatta anche per pazienti che hanno riportato diarrea con sangue e  hanno soggiornato in Germania dopo il 15 aprile 2011.

Per quanto riguarda l’invito  consumare solo prodotti italiani e i richiami  all’etichetta di origine va precisato che da anni tutti gli  ortofrutticoli da anni riportano  l’etichetta con l’indicazione geografica di origine per cui i consumatori possono scegliere  cosa acquistare.

Roberto La Pira

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